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WANDERING OUT INTO THIS GREAT UNKNOWN
La Cittadella degli Archivi di Milano ospita dall’8 aprile al 31 maggio 2024 la mostra collettiva “WANDERING OUT INTO THIS GREAT UNKNOWN”, ideata e organizzata dall’associazione culturale Isorropia Homegallery, con la partecipazione di Ribot Gallery.
Comunicato stampa
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La Cittadella degli Archivi di Milano ospita dall’8 aprile al 31 maggio 2024 la mostra collettiva “WANDERING OUT INTO THIS GREAT UNKNOWN”, ideata e organizzata dall’associazione culturale Isorropia Homegallery, con la partecipazione di Ribot Gallery. Il progetto espositivo, all’interno del palinsesto della Milano Art Week e a cura di Domenico de Chirico riunisce opere di quattro artisti contemporanei: Olivia Bax, Michele Bubacco, Bénédicte Peyrat e Davide Serpetti.
Particolarmente attenta alla complessa, dicotomica e longeva questione della natura umana, senza mai tralasciarne la sua origine, la mostra collettiva "WANDERING OUT INTO THIS GREAT UNKNOWN" si affida, allegoricamente, a quanto detto da Tommaso Campanella nella sua opera filosofica "La città del Sole" del 1602, secondo cui: «dicono che è gran dubbio sapere se 'l mondo fu fatto di nulla o delle rovine d'altri mondi o del caos; ma par verisimile che sia fatto, anzi certo».
I quattro artisti invitati, ciascuno a proprio modo, spogliano la valenza estetica di bello e di brutto di tutte quelle accezioni morali acquisite nel corso della storia della civiltà Occidentale, affidandosi esclusivamente alle qualità dell’uomo, in una insurrezione corporale fatta sia di sommità sia di abissi.
Ed è così che il progetto espositivo "Wandering out into this great unknown" si compone: discostandosi dai processi scultorei ordinari e spingendosi dentro e fuori dal modellato. È possibile infatti trovare le sculture fatte di pieni e di vuoti di Oliva Bax (Singapore, 1988, vive e lavora a Londra) che stimolano lo spettatore ad indagare più da vicino così da poter accuratamente muovere lo sguardo da una cavità all'altra; Michele Bubacco (Venezia, 1983) con il suo “metabolismo pittorico” espelle continuamente tutto ciò che riguarda il suo subconscio immaginifico, privilegiando la libera ricerca di traiettorie sempre nuove e sorprendenti mediante una sapiente improvvisazione di carattere puramente sensoriale; Bénédicte Peyrat (Parigi, 1967, vive e lavora in Borgogna, FR e Karlsruhe, DE), tra classicismi e solecismi dispiega la sua pittura attraverso due modi di viverla e di intenderla completamente diversi tra loro: da un lato quello più immediato e istintivo, fortemente connesso ad una visione quasi ancestrale della creazione artistica, dall'altro quello legato ad un immaginario alquanto classico con un’idea più meditativa dell'atto del dipingere; infine, Davide Serpetti (L’Aquila, 1990, vive e lavora tra Milano e L’Aquila), indagando la relazione che intercorre tra icone e potere, considera la psiche umana, per dirla con Carl Gustav Jung, come “una totalità conscia e inconscia allo stesso tempo”, caratterizzata da una parte di luce e una di ombra che andrebbero armoniosamente integrate. Nella sua pratica pittorica, ciascuno degli elementi caratterizzanti funziona come una forma iconografica, uno scopo, un ideale, un'emozione e ciò gli consente di esplorare il concetto di natura umana nella sua interezza.
La mostra collettiva prende forma presso i magnificenti spazi, autentici eppur avveniristici, della Cittadella degli Archivi, polo archivistico meccanizzato di circa 70 km lineari che ospita i documenti del Comune di Milano. Essendo uno degli archivi più grandi d'Europa, ospita oltre 1,5 milioni di pratiche e fascicoli di interesse storico, sociologico, culturale e amministrativo prodotti da enti pubblici e privati, nonché decine di migliaia di pratiche prodotte dagli uffici comunali ogni anno. Contribuendo finanche alla riqualificazione del Quartiere Niguarda, lì dove trova la sua ubicazione, promuovendo la riscoperta del paesaggio, del patrimonio storico e della memoria sociale, Cittadella degli Archivi assicura la valorizzazione del patrimonio locale a partire da una fruizione pubblica e stimolante dello stesso. Si tratta, peraltro, di una valorizzazione volta a permettere la realizzazione di opere d’arte, che trovano nel passato, quello conservato in archivio, un prezioso elemento di impulso creativo. Per di più, attraverso l'utilizzo di una sofisticata e moderna tecnologia, la Cittadella ha dato inizio a un processo di dematerializzazione dei documenti al fine di garantire una preservazione migliore rispetto al supporto cartaceo e un accesso più agile e diretto alla consultazione degli stessi. Infatti, la digitalizzazione del materiale cartaceo costituisce, attualmente, un obiettivo prioritario delle attività di Cittadella, così da renderlo progressivamente consultabile in digitale.
Particolarmente attenta alla complessa, dicotomica e longeva questione della natura umana, senza mai tralasciarne la sua origine, la mostra collettiva "WANDERING OUT INTO THIS GREAT UNKNOWN" si affida, allegoricamente, a quanto detto da Tommaso Campanella nella sua opera filosofica "La città del Sole" del 1602, secondo cui: «dicono che è gran dubbio sapere se 'l mondo fu fatto di nulla o delle rovine d'altri mondi o del caos; ma par verisimile che sia fatto, anzi certo».
I quattro artisti invitati, ciascuno a proprio modo, spogliano la valenza estetica di bello e di brutto di tutte quelle accezioni morali acquisite nel corso della storia della civiltà Occidentale, affidandosi esclusivamente alle qualità dell’uomo, in una insurrezione corporale fatta sia di sommità sia di abissi.
Ed è così che il progetto espositivo "Wandering out into this great unknown" si compone: discostandosi dai processi scultorei ordinari e spingendosi dentro e fuori dal modellato. È possibile infatti trovare le sculture fatte di pieni e di vuoti di Oliva Bax (Singapore, 1988, vive e lavora a Londra) che stimolano lo spettatore ad indagare più da vicino così da poter accuratamente muovere lo sguardo da una cavità all'altra; Michele Bubacco (Venezia, 1983) con il suo “metabolismo pittorico” espelle continuamente tutto ciò che riguarda il suo subconscio immaginifico, privilegiando la libera ricerca di traiettorie sempre nuove e sorprendenti mediante una sapiente improvvisazione di carattere puramente sensoriale; Bénédicte Peyrat (Parigi, 1967, vive e lavora in Borgogna, FR e Karlsruhe, DE), tra classicismi e solecismi dispiega la sua pittura attraverso due modi di viverla e di intenderla completamente diversi tra loro: da un lato quello più immediato e istintivo, fortemente connesso ad una visione quasi ancestrale della creazione artistica, dall'altro quello legato ad un immaginario alquanto classico con un’idea più meditativa dell'atto del dipingere; infine, Davide Serpetti (L’Aquila, 1990, vive e lavora tra Milano e L’Aquila), indagando la relazione che intercorre tra icone e potere, considera la psiche umana, per dirla con Carl Gustav Jung, come “una totalità conscia e inconscia allo stesso tempo”, caratterizzata da una parte di luce e una di ombra che andrebbero armoniosamente integrate. Nella sua pratica pittorica, ciascuno degli elementi caratterizzanti funziona come una forma iconografica, uno scopo, un ideale, un'emozione e ciò gli consente di esplorare il concetto di natura umana nella sua interezza.
La mostra collettiva prende forma presso i magnificenti spazi, autentici eppur avveniristici, della Cittadella degli Archivi, polo archivistico meccanizzato di circa 70 km lineari che ospita i documenti del Comune di Milano. Essendo uno degli archivi più grandi d'Europa, ospita oltre 1,5 milioni di pratiche e fascicoli di interesse storico, sociologico, culturale e amministrativo prodotti da enti pubblici e privati, nonché decine di migliaia di pratiche prodotte dagli uffici comunali ogni anno. Contribuendo finanche alla riqualificazione del Quartiere Niguarda, lì dove trova la sua ubicazione, promuovendo la riscoperta del paesaggio, del patrimonio storico e della memoria sociale, Cittadella degli Archivi assicura la valorizzazione del patrimonio locale a partire da una fruizione pubblica e stimolante dello stesso. Si tratta, peraltro, di una valorizzazione volta a permettere la realizzazione di opere d’arte, che trovano nel passato, quello conservato in archivio, un prezioso elemento di impulso creativo. Per di più, attraverso l'utilizzo di una sofisticata e moderna tecnologia, la Cittadella ha dato inizio a un processo di dematerializzazione dei documenti al fine di garantire una preservazione migliore rispetto al supporto cartaceo e un accesso più agile e diretto alla consultazione degli stessi. Infatti, la digitalizzazione del materiale cartaceo costituisce, attualmente, un obiettivo prioritario delle attività di Cittadella, così da renderlo progressivamente consultabile in digitale.
08
aprile 2024
WANDERING OUT INTO THIS GREAT UNKNOWN
Dall'otto aprile al 31 maggio 2024
arte contemporanea
Location
La Cittadella degli Archivi di Milano
Milano, Via Ferdinando Gregorovius, 15, (MI)
Milano, Via Ferdinando Gregorovius, 15, (MI)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 10-19
Vernissage
7 Aprile 2024, ore 17-20, su invito
Ufficio stampa
Laura Cometa
Autore
Curatore