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Warhol è Noto. Il barocco immaginario
L’idea della mostra nasce dall’esigenza di raccontare e far conoscere al grande pubblico la potente forza comunicativa della personalità più ecclettica e importante dell’arte del ‘900: Andy Warhol
Comunicato stampa
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Le opere esposte all’Ex Convitto Ragusa di Noto, saranno circa 120, provenienti dalla famosissima Collezione Rosini-Gutman. Il percorso espositivo inizierà con 20 disegni degli anni ’50 che descrivono l’inizio della sua carriera per passare alla nota Campbell’s Soup e Brillo e dalla celebre Marilyn Monroe a Ingrid Bergman, da Man Ray a John Gotti e Liz Taylor al famosissimo pezzo unico che rappresenta Mao. Esposta anche la rara opera su tela Liza Minnelli e Assassinio a Dallas e opere rappresentative di quasi tutta la sua produzione, come Flowers, Cow e Fish. In mostra anche le famose foto stampate su rulli di carta kodak dal titolo Tacchi a Spillo e molti altri prestigiosi pezzi unici che resero noto l’artista nel panorama internazionale.
Nello stesso tempo l’esposizione proporrà quella celebrazione di “cose”, “persone” e “simboli” ricorrenti nella business art di Andy Warhol e che lo hanno reso forse il più famoso artista del XX secolo: i manifesti dei suoi film, le copertine dei dischi tra cui quelle dei Rolling Stones, Velvet Underground, Graces Jones, alcuni abiti da lui disegnati e autoritratti video.
In mostra, inoltre, la proiezione di una rarissima intervista realizzata dal giornalista Vanni Ronsisvalle nel 1977 a Roma, in cui l’artista viene ripreso nel suo vagabondare per la Città Eterna, mentre incontra personaggi del tessuto sociale romano di quel periodo, come Federico Fellini, e si sofferma a contemplare le architetture barocche della città.
Fama, notorietà, moda, fungono da agenti scatenanti per i prodotti d’arte, piuttosto che opere, intuiti e realizzati dal manager/artista Warhol. Prodotti in cui l’unicum artistico è sublimato nella forza violenta e dirompente della serigrafia, la silkscreen che concede la riproducibilità di una matrice, e originali che diventano strumenti di comunicazione. Una produzione seriale di oggetti/soggetti quotidiani, decontestualizzati e resi accessibili al grande pubblico grazie alla loro immagine che non richiede più interpretazioni o letture che sempre hanno indirizzato – limitandola – la visione dell’opera d’arte verso spettatori preparati.
I ritratti di alcuni tra i più famosi vip del jet set internazionale testimoniano il periodo “mondano” e glamour di Andy Warhol durante il quale all’artista vennero commissionati ritratti da ogni parte del mondo e dalle più disparate, purché facoltose, categorie sociali. “Pittore di corte degli anni settanta”, così lo defininì Robert Rosenblum.
L’evolversi delle attitudini comunicative, virtuali e non, ha confermato con il trascorrere dei tempi la funzionalità – a tratti subliminale – delle scelte estetiche e stilistiche della produzione made in Warhol in relazione al potere persuasivo dell’immagine. Un potere sempre più inevitabile, elemento primario all’interno di tutti i contesti sociali e sociologici in cui Warhol comunica, suggestiona, trasmette i suoi voleri e le sue tecniche e le citazioni.
Nello stesso tempo l’esposizione proporrà quella celebrazione di “cose”, “persone” e “simboli” ricorrenti nella business art di Andy Warhol e che lo hanno reso forse il più famoso artista del XX secolo: i manifesti dei suoi film, le copertine dei dischi tra cui quelle dei Rolling Stones, Velvet Underground, Graces Jones, alcuni abiti da lui disegnati e autoritratti video.
In mostra, inoltre, la proiezione di una rarissima intervista realizzata dal giornalista Vanni Ronsisvalle nel 1977 a Roma, in cui l’artista viene ripreso nel suo vagabondare per la Città Eterna, mentre incontra personaggi del tessuto sociale romano di quel periodo, come Federico Fellini, e si sofferma a contemplare le architetture barocche della città.
Fama, notorietà, moda, fungono da agenti scatenanti per i prodotti d’arte, piuttosto che opere, intuiti e realizzati dal manager/artista Warhol. Prodotti in cui l’unicum artistico è sublimato nella forza violenta e dirompente della serigrafia, la silkscreen che concede la riproducibilità di una matrice, e originali che diventano strumenti di comunicazione. Una produzione seriale di oggetti/soggetti quotidiani, decontestualizzati e resi accessibili al grande pubblico grazie alla loro immagine che non richiede più interpretazioni o letture che sempre hanno indirizzato – limitandola – la visione dell’opera d’arte verso spettatori preparati.
I ritratti di alcuni tra i più famosi vip del jet set internazionale testimoniano il periodo “mondano” e glamour di Andy Warhol durante il quale all’artista vennero commissionati ritratti da ogni parte del mondo e dalle più disparate, purché facoltose, categorie sociali. “Pittore di corte degli anni settanta”, così lo defininì Robert Rosenblum.
L’evolversi delle attitudini comunicative, virtuali e non, ha confermato con il trascorrere dei tempi la funzionalità – a tratti subliminale – delle scelte estetiche e stilistiche della produzione made in Warhol in relazione al potere persuasivo dell’immagine. Un potere sempre più inevitabile, elemento primario all’interno di tutti i contesti sociali e sociologici in cui Warhol comunica, suggestiona, trasmette i suoi voleri e le sue tecniche e le citazioni.
06
maggio 2016
Warhol è Noto. Il barocco immaginario
Dal 06 maggio al 28 agosto 2016
arte contemporanea
Location
EX CONVITTO RAGUSA
Noto, Corso Vittorio Emanuele, 91, (Siracusa)
Noto, Corso Vittorio Emanuele, 91, (Siracusa)
Biglietti
intero: 10,00 € ridotto: 7 euro € (over 65, gruppi minino 6 persone) ridotto plus: 6 € (universitari, ragazzi sino a 18 anni e residenti)
Orario di apertura
Maggio: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 20 e sabato e domenica dalle 10 alle 24 Giugno, luglio e agosto: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 24 la biglietteria chiude un’ora prima
Vernissage
6 Maggio 2016, ore 19
Autore
Curatore