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Watercollection.net
progetto dell’artista Walid Maw’ed & Cittadellarte: una rete di persone
e una campagna di sensibilizzazione sui problemi legati all’acqua
Comunicato stampa
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Watercollection.net è una rete di persone con competenze professionali diverse che affrontano il tema dell'acqua seguendo un approccio non convenzionale: Walid Maw'ed, Daniele Garella, Sara Conforti, Juan Carlos Gentile, Ludovica Carbotta, Francesca Fossati, Armona Pistoletto, Cristiana Bottigella. Insieme stanno lavorando per raccogliere informazioni ed esperienze da tutto il mondo al fine di presentarle in un modo inusuale. Guidati dall'arte libera e responsabile, il loro intento è quello di raggiungere il più vasto numero di persone con il messaggio per aumentare l'attenzione e il rispetto nell'uso dell'acqua.
L'acqua, fonte di vita e bene comune, risorsa preziosa e contesa, diventa il tema portante di un progetto artistico, intitolato “Waiting for water”, che vede co-autori l'artista palestinese Walid Maw'ed, Unidee – Università delle Idee e Cittadellarte – Fondazione Pistoletto. Un progetto che parte dai conflitti legati all'acqua, in particolare da quello tra Israeliani e Palestinesi, e che si snoda in diverse tappe volte a sensibilizzare i cittadini sulla questione diffondendo il messaggio relativo ai problemi di distribuzione e di controllo dell'acqua. Partendo da questa situazione lo scopo del progetto è di influire, a livello globale, sulla conoscenza e sul comportamento quotidiani delle persone riguardo all'acqua e sui nostri conflitti quotidiani.
Il prossimo martedì 24 gennaio, dopo essere stato presentato negli ultimi due anni a Biella, a Ivrea, a Messina e a Venezia, il progetto approderà a Torino, nello spazio Lov Durden.
Le prime azioni dell'artista relative a “Waiting for water”, a Biella e a Ivrea, consistettero in un muro di tessuto nero (fornito dalla ditta Guabello Spa) sospeso sui torrenti Cervo e Dora Baltea che ipoteticamente arrestava il passaggio dell'acqua modificando la vista abituale dei visitatori. Il colore nero rifletteva ideologicamente il potere e in un contesto naturale come il letto di un torrente rappresentava un elemento artificiale.
In seguito, con uno dei due teli utilizzati per le installazioni, fu realizzata una collezione di abiti femminili, la “Water Collection”, presentata nel marzo 2005 a Biella presso Banale concept store. A Messina, in occasione dell'evento “Incontri Mediterranei” organizzato dal Parco Horcynus Orca, è stata realizzata un'installazione “nascosta” intitolata “In Between” (In mezzo), sempre nell'ambito del progetto Waiting for Water, per rappresentare il bisogno di mostrare un'attenzione sensibile verso il rapporto quotidiano con l'acqua che sta in mezzo al nostro movimento tra gli spazi e i luoghi che viviamo (tra proprietà private, campi, fabbriche, aereoporti, treni e spazi pubblici).
Presso Lov Durden di Torino verrà esposta un'edizione limitata di borse, “Watercollection.net”, realizzate usando il secondo telo delle installazioni di “Waiting for Water” al quale, per motivi tecnici di montaggio, erano stati applicati pezzi di PVC. La collezione di borse unisce il tessuto naturale al materiale artificiale, così come il muro rappresentava un elemento estraneo in mezzo alla natura. Watercollection.net in Lov Durden è la prima delle numerose attività che si susseguiranno nella città di Torino.
Lov Durden. Nato dalla collaborazione tra Claudio Cassano (Lov is a bird) e Ivan C***ola (Progetto Durden) é un concept store che ha portato una fresca ventata di stile a Torino, ormai capitale italiana dell'arte, del cinema e della musica. Lo spazio multi funzionale, diviso su due piani, include una Art Gallery, un giardino interno con una biblioteca di magazines e libri; una sezione Toys, Video-games Lo-fi (a bassa fedeltà) e vecchie Vespa ed infine una parte vendita, con un'area abbigliamento, musica e accessori (che include una selezione di design, vintage interiors, nuove collezioni internazionali e la linea Lov Durden).
www.watercollection.net
Cristiana Bottigella - responsabile Ufficio Educazione di Cittadellarte
Ludovica Carbotta – artista
Sara Conforti – dressmaker, artproducer, responsabile eventi speciali di Cittadellarte
Francesca Fossati – responsabile ufficio stampa di Cittadellarte
Daniele Garella – grafica e web design (Cittadellarte)
Juan Carlos Gentile – Hipatia – Associazione per la promozione delle conoscenze libere
Walid Maw'ed – dressmaker, artista
Armona Pistoletto – responsabile Ufficio Produzione di Cittadellarte
_______________________________________
Dal “muro” di tessuto nero alla Water Collection – Scopo principale della Water Collection è quello di veicolare il messaggio del progetto Waiting for water. La collezione, minimale nelle linee ma allo stesso tempo ricca di soluzioni originali, si basa sul concetto di “trasformazione” perché è realizzata impiegando lo stesso tessuto nero (cotone/lana/cashmere) usato per l'installazione artistica sul torrente Cervo e perché lascia la libera interpretazione degli abiti a chi li indossa. Annodati e rimborsati lungo i fianchi, i capi assumono lunghezze variabili per adattarsi alla figura e trasformarsi in armoniose e personali sculture dedicate alla valorizzazione del corpo femminile.
Le linee decise degli abiti si arricchiscono di sbuffi e arricciature vaporose cercando la chiusura su se stesse senza l'ausilio di elementi quali cerniere o bottoni, ma soltanto grazie ad allacciature che lasciano intravedere parti del corpo.
La tensione del tessuto nero teso sul torrente viene in questo modo trasferita, tramite i lacci, sugli abiti della collezione.
(Questo è il concept della prima collezione).
LA STORIA - "Tra il 1967 e il 1982 le acque del West Bank e della striscia di Gaza sono state controllate dall'esercito. Oggi sono sotto il controllo della compagnia di acque israeliana Mekorot, e sono integrate nella rete generale di acqua israeliana. Le acque di Israele dal 25 al 40 per cento provengono dal West Bank. Israele consuma l'82 per cento delle acque del West Bank, mentre i Palestinesi ne utilizzano tra il 18 e il 20 per cento. L'uso palestinese dell'acqua viene controllato e limitato dal Governo israeliano. Secondo un'ordinanza militare del 1967 nessuno ha il diritto di fondare, possedere o amministrare una "istituzione d'acqua" (costruzione utilizzata per estrarre risorse di acqua sotterranea o di superficie, o impianti di processo) senza un nuovo permesso ufficiale. È inoltre possibile respingere una richiesta per un permesso, revocare o emendare una licenza senza dare spiegazioni. Le autorità di competenza possono cercare e confiscare tutte le risorse d'acqua senza permesso, anche se il proprietario non è stato riconosciuto colpevole. Nel 1999, i Palestinesi hanno ottenuto il diritto di scavare solo sette pozzi. In più, i pozzi palestinesi non potevano essere più profondi di 140 metri, mentre i pozzi israeliani potevano raggiungere una profondità di 800 metri…". Vandana Shiva, dal libro "Water wars" (Feltrinelli, 2003).
L'acqua, fonte di vita e bene comune, risorsa preziosa e contesa, diventa il tema portante di un progetto artistico, intitolato “Waiting for water”, che vede co-autori l'artista palestinese Walid Maw'ed, Unidee – Università delle Idee e Cittadellarte – Fondazione Pistoletto. Un progetto che parte dai conflitti legati all'acqua, in particolare da quello tra Israeliani e Palestinesi, e che si snoda in diverse tappe volte a sensibilizzare i cittadini sulla questione diffondendo il messaggio relativo ai problemi di distribuzione e di controllo dell'acqua. Partendo da questa situazione lo scopo del progetto è di influire, a livello globale, sulla conoscenza e sul comportamento quotidiani delle persone riguardo all'acqua e sui nostri conflitti quotidiani.
Il prossimo martedì 24 gennaio, dopo essere stato presentato negli ultimi due anni a Biella, a Ivrea, a Messina e a Venezia, il progetto approderà a Torino, nello spazio Lov Durden.
Le prime azioni dell'artista relative a “Waiting for water”, a Biella e a Ivrea, consistettero in un muro di tessuto nero (fornito dalla ditta Guabello Spa) sospeso sui torrenti Cervo e Dora Baltea che ipoteticamente arrestava il passaggio dell'acqua modificando la vista abituale dei visitatori. Il colore nero rifletteva ideologicamente il potere e in un contesto naturale come il letto di un torrente rappresentava un elemento artificiale.
In seguito, con uno dei due teli utilizzati per le installazioni, fu realizzata una collezione di abiti femminili, la “Water Collection”, presentata nel marzo 2005 a Biella presso Banale concept store. A Messina, in occasione dell'evento “Incontri Mediterranei” organizzato dal Parco Horcynus Orca, è stata realizzata un'installazione “nascosta” intitolata “In Between” (In mezzo), sempre nell'ambito del progetto Waiting for Water, per rappresentare il bisogno di mostrare un'attenzione sensibile verso il rapporto quotidiano con l'acqua che sta in mezzo al nostro movimento tra gli spazi e i luoghi che viviamo (tra proprietà private, campi, fabbriche, aereoporti, treni e spazi pubblici).
Presso Lov Durden di Torino verrà esposta un'edizione limitata di borse, “Watercollection.net”, realizzate usando il secondo telo delle installazioni di “Waiting for Water” al quale, per motivi tecnici di montaggio, erano stati applicati pezzi di PVC. La collezione di borse unisce il tessuto naturale al materiale artificiale, così come il muro rappresentava un elemento estraneo in mezzo alla natura. Watercollection.net in Lov Durden è la prima delle numerose attività che si susseguiranno nella città di Torino.
Lov Durden. Nato dalla collaborazione tra Claudio Cassano (Lov is a bird) e Ivan C***ola (Progetto Durden) é un concept store che ha portato una fresca ventata di stile a Torino, ormai capitale italiana dell'arte, del cinema e della musica. Lo spazio multi funzionale, diviso su due piani, include una Art Gallery, un giardino interno con una biblioteca di magazines e libri; una sezione Toys, Video-games Lo-fi (a bassa fedeltà) e vecchie Vespa ed infine una parte vendita, con un'area abbigliamento, musica e accessori (che include una selezione di design, vintage interiors, nuove collezioni internazionali e la linea Lov Durden).
www.watercollection.net
Cristiana Bottigella - responsabile Ufficio Educazione di Cittadellarte
Ludovica Carbotta – artista
Sara Conforti – dressmaker, artproducer, responsabile eventi speciali di Cittadellarte
Francesca Fossati – responsabile ufficio stampa di Cittadellarte
Daniele Garella – grafica e web design (Cittadellarte)
Juan Carlos Gentile – Hipatia – Associazione per la promozione delle conoscenze libere
Walid Maw'ed – dressmaker, artista
Armona Pistoletto – responsabile Ufficio Produzione di Cittadellarte
_______________________________________
Dal “muro” di tessuto nero alla Water Collection – Scopo principale della Water Collection è quello di veicolare il messaggio del progetto Waiting for water. La collezione, minimale nelle linee ma allo stesso tempo ricca di soluzioni originali, si basa sul concetto di “trasformazione” perché è realizzata impiegando lo stesso tessuto nero (cotone/lana/cashmere) usato per l'installazione artistica sul torrente Cervo e perché lascia la libera interpretazione degli abiti a chi li indossa. Annodati e rimborsati lungo i fianchi, i capi assumono lunghezze variabili per adattarsi alla figura e trasformarsi in armoniose e personali sculture dedicate alla valorizzazione del corpo femminile.
Le linee decise degli abiti si arricchiscono di sbuffi e arricciature vaporose cercando la chiusura su se stesse senza l'ausilio di elementi quali cerniere o bottoni, ma soltanto grazie ad allacciature che lasciano intravedere parti del corpo.
La tensione del tessuto nero teso sul torrente viene in questo modo trasferita, tramite i lacci, sugli abiti della collezione.
(Questo è il concept della prima collezione).
LA STORIA - "Tra il 1967 e il 1982 le acque del West Bank e della striscia di Gaza sono state controllate dall'esercito. Oggi sono sotto il controllo della compagnia di acque israeliana Mekorot, e sono integrate nella rete generale di acqua israeliana. Le acque di Israele dal 25 al 40 per cento provengono dal West Bank. Israele consuma l'82 per cento delle acque del West Bank, mentre i Palestinesi ne utilizzano tra il 18 e il 20 per cento. L'uso palestinese dell'acqua viene controllato e limitato dal Governo israeliano. Secondo un'ordinanza militare del 1967 nessuno ha il diritto di fondare, possedere o amministrare una "istituzione d'acqua" (costruzione utilizzata per estrarre risorse di acqua sotterranea o di superficie, o impianti di processo) senza un nuovo permesso ufficiale. È inoltre possibile respingere una richiesta per un permesso, revocare o emendare una licenza senza dare spiegazioni. Le autorità di competenza possono cercare e confiscare tutte le risorse d'acqua senza permesso, anche se il proprietario non è stato riconosciuto colpevole. Nel 1999, i Palestinesi hanno ottenuto il diritto di scavare solo sette pozzi. In più, i pozzi palestinesi non potevano essere più profondi di 140 metri, mentre i pozzi israeliani potevano raggiungere una profondità di 800 metri…". Vandana Shiva, dal libro "Water wars" (Feltrinelli, 2003).
24
gennaio 2006
Watercollection.net
24 gennaio 2006
presentazione
Location
LOVDURDEN
Torino, Via Franco Bonelli, 3, (Torino)
Torino, Via Franco Bonelli, 3, (Torino)
Vernissage
24 Gennaio 2006, ore 18,30
Autore