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Wave and The Fog of War
La collaborazione tra le due artiste, iniziata alla Biennale di Venezia nel 1995, e proseguita nell’estate del 2004 a Siracusa durante una mostra nei suggestivi spazi del convento di Montevergini, approda ora a Milano con l’accostamento di due lavori di intenso impatto emotivo
Comunicato stampa
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La galleria Le Case D’Arte è lieta di annunciare la mostra Wave and The Fog of War, un progetto di Marlene Dumas e Marijke van Warmerdam.
La collaborazione tra le due artiste, iniziata alla Biennale di Venezia nel 1995, e proseguita nell’estate del 2004 a Siracusa durante una mostra nei suggestivi spazi del convento di Montevergini, approda ora a Milano con l’accostamento di due lavori di intenso impatto emotivo.
Marlene Dumas (Città del Capo, Sud Africa, 1953) propone una nuova versione, appositamente concepita per gli spazi di Via Circo, del progetto The Fog of War (2006). L’installazione è composta da quattro stampe digitali e un wall text, una poesia scritta dall’artista contro la guerra e i suoi orrori e ispirata in modo particolare alle guerre in corso in tutto il Medio Oriente. Le stampe a muro, che a uno sguardo iniziale sembrano i tipici acquarelli e dipinti dell’artista, ritraggono i primi piani di persone morte nella striscia di Gaza. I volti presentati a Milano appartengono a una serie più ampia di ritratti di persone dai caratteristici tratti somatici “arabi” (Marocchini, Palestinesi, Pakistani), morte in circostanze tragiche e di violenza: suicidi o martiri in Guerra, o decedute ingiustamente in carcere. Tali immagini sono state raccolte attraverso giornali, quotidiani e siti internet per essere rielaborate e diventare il soggetto di acquerelli accuratamente composti dall’artista. Gli acquerelli sono stati successivamente fotografati e poi stampati, in un processo che ne aumenta da un lato l’astrazione e dall’altro il loro valore universale. La labile distanza tra realtà e finzione, tra fatti e immaginazione, si accosta alla reiterazione all’infinito della tragicità della vita. Tornano in una rappresentazione esplicita ma sempre delicata, temi cari all’artista legati alla paura, al giudizio e alla sottile linea di demarcazione tra il bene e il male, i buoni e cattivi.
Al piano inferiore della galleria è proiettato Wave (2006) di Marijke van Warmerdam (Nieuwer Amstel, Olanda, 1959), un film 16 mm in cui l’unico protagonista è un asinello che campeggia statuario in un desolato e al contempo magico paesaggio campestre in Marocco. La staticità e solitudine dell’animale è interrotta solo dal ritmico e cadenzato movimento ondeggiante della coda. L’oscillazione come di un pendolo della coda è l’unico elemento che sembra scandire il passaggio del tempo, altrimenti immobile. Unici suoni quelli ambientali, a cui si sovrappone il vibrante rumore del proiettore che fa girare la pellicola 16 mm. Come di consueto nei lavori di Marijeke, la registrazione e l’isolamento di una singola situazione, al limite dell’assurdo e semplice nella sua costruzione, danno vita a lavori di intensa e onirica bellezza. Immagini solenni che con sottile ironia trasformano i più insignificanti accadimenti quotidiani in poesia.
Marlene Dumas e Marijke van Warmerdam hanno esposto nelle più prestiose istituzioni pubbliche e private internazionali. Tra le principali mostre di Marlene Dumas si ricordano: innumerevoli le mostre personali nei musei di tutto il mondo tra le quali la Tate Gallery di Londra, il Castello di Rivoli di Torino, il Centre Pompidou di Parigi, Stedelijk Museum di Amsterdam; Documenta VII e Documenta IX di Kassel; Biennale di San Paolo, Biennale di Venezia.
Marijke van Warmerdam ha partecipato a rassegne internazionali quali la Biennale di Venezia, Documenta IX.
La collaborazione tra le due artiste, iniziata alla Biennale di Venezia nel 1995, e proseguita nell’estate del 2004 a Siracusa durante una mostra nei suggestivi spazi del convento di Montevergini, approda ora a Milano con l’accostamento di due lavori di intenso impatto emotivo.
Marlene Dumas (Città del Capo, Sud Africa, 1953) propone una nuova versione, appositamente concepita per gli spazi di Via Circo, del progetto The Fog of War (2006). L’installazione è composta da quattro stampe digitali e un wall text, una poesia scritta dall’artista contro la guerra e i suoi orrori e ispirata in modo particolare alle guerre in corso in tutto il Medio Oriente. Le stampe a muro, che a uno sguardo iniziale sembrano i tipici acquarelli e dipinti dell’artista, ritraggono i primi piani di persone morte nella striscia di Gaza. I volti presentati a Milano appartengono a una serie più ampia di ritratti di persone dai caratteristici tratti somatici “arabi” (Marocchini, Palestinesi, Pakistani), morte in circostanze tragiche e di violenza: suicidi o martiri in Guerra, o decedute ingiustamente in carcere. Tali immagini sono state raccolte attraverso giornali, quotidiani e siti internet per essere rielaborate e diventare il soggetto di acquerelli accuratamente composti dall’artista. Gli acquerelli sono stati successivamente fotografati e poi stampati, in un processo che ne aumenta da un lato l’astrazione e dall’altro il loro valore universale. La labile distanza tra realtà e finzione, tra fatti e immaginazione, si accosta alla reiterazione all’infinito della tragicità della vita. Tornano in una rappresentazione esplicita ma sempre delicata, temi cari all’artista legati alla paura, al giudizio e alla sottile linea di demarcazione tra il bene e il male, i buoni e cattivi.
Al piano inferiore della galleria è proiettato Wave (2006) di Marijke van Warmerdam (Nieuwer Amstel, Olanda, 1959), un film 16 mm in cui l’unico protagonista è un asinello che campeggia statuario in un desolato e al contempo magico paesaggio campestre in Marocco. La staticità e solitudine dell’animale è interrotta solo dal ritmico e cadenzato movimento ondeggiante della coda. L’oscillazione come di un pendolo della coda è l’unico elemento che sembra scandire il passaggio del tempo, altrimenti immobile. Unici suoni quelli ambientali, a cui si sovrappone il vibrante rumore del proiettore che fa girare la pellicola 16 mm. Come di consueto nei lavori di Marijeke, la registrazione e l’isolamento di una singola situazione, al limite dell’assurdo e semplice nella sua costruzione, danno vita a lavori di intensa e onirica bellezza. Immagini solenni che con sottile ironia trasformano i più insignificanti accadimenti quotidiani in poesia.
Marlene Dumas e Marijke van Warmerdam hanno esposto nelle più prestiose istituzioni pubbliche e private internazionali. Tra le principali mostre di Marlene Dumas si ricordano: innumerevoli le mostre personali nei musei di tutto il mondo tra le quali la Tate Gallery di Londra, il Castello di Rivoli di Torino, il Centre Pompidou di Parigi, Stedelijk Museum di Amsterdam; Documenta VII e Documenta IX di Kassel; Biennale di San Paolo, Biennale di Venezia.
Marijke van Warmerdam ha partecipato a rassegne internazionali quali la Biennale di Venezia, Documenta IX.
30
marzo 2007
Wave and The Fog of War
Dal 30 marzo al 10 maggio 2007
arte contemporanea
Location
LE CASE D’ARTE
Milano, Corso Di Porta Ticinese, 87, (Milano)
Milano, Corso Di Porta Ticinese, 87, (Milano)
Orario di apertura
Dal martedì al venerdì 15.30-19
Sabato 31 apertura straordinaria fino alle 22
Vernissage
30 Marzo 2007, ore 20
Autore