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Werner Bischof – Immagini
La mostra raccoglie 70 scatti del grande fotoreporter della Magnum, maestro riconosciuto del bianco e nero
Comunicato stampa
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Dal 1° aprile al 27 maggio 2007, a Palazzo Magnani di Reggio Emilia si tiene una grande mostra fotografica dedicata a Werner Bischof.
Promossa dalla Provincia di Reggio Emilia e da Palazzo Magnani, con il contributo di Fondazione "Pietro Manodori" e CCPL di Reggio Emilia, e il supporto di Montana (Gruppo Cremonini), l’esposizione curata da Marco Bischof raccoglie oltre 100 scatti del grande fotografo della Magnum, maestro riconosciuto del bianco e nero.
Attraverso le immagini esposte sarà possibile ripercorrere i lunghi viaggi che dalla Svizzera portarono Bischof negli angoli più remoti del mondo: dall’India al Giappone, dalla Corea all’Indocina fino ad arrivare a Panama, in Cile ed in Perù.
Nelle sue esplorazioni dei paesi del sud e dell’est del mondo Werner Bischof rimase fortemente colpito dal forte contrasto tra modernità e tradizione, che raccontò con i suoi scatti di paesaggio e le sue nature morte. Ma non solo, Bischof è passato giustamente alla storia come il fotografo delle persone, volti di uomini donne e soprattutto bambini colti nella loro quotidianità.
In viaggio attraverso l’Europa appena devastata dalla seconda guerra mondiale o attraverso la povertà e la miseria dell’India , Bischof non si limita a fermare la realtà con il suo obbiettivo, come un qualunque fotogiornalista, ma si ferma e riflette di fronte ai soggetti, cercando raccontare con la propria arte quelle dicotomie tra sviluppo industriale e povertà, business e spiritualità, che da sempre lo affascinarono.
La mostra raccoglie una ricca selezione dei suoi più importanti reportage, affiancando ai famosi ritratti di bambini che giocano e di uomini e donne nella loro terra, le meno note, ma altrettanto affascinanti, fotografie di paesaggio e di still life.
Accompagna la mostra il volume WernerBischofImmagini edito da Federico Motta Editore, che raccoglie oltre 400 immagini scattate da Werner Bischof nel corso dei suoi viaggi.
In contemporanea, nel palazzo reggiano, si terrà l’antologica dedicata all’artista americano Richard Estes, uno dei maggiori esponenti dell’iperrealismo.
Werner Bischof nasce a Zurigo il 26 aprile 1916. Seguendo la sua attitudine alla pittura, frequenta per un anno un corso di disegno a Schiers. Insoddisfatto, nel 1934 si iscrive alla scuola di arti applicate di Zurigo dove frequenta il corso di fotografia tenuto da Hans Fisler. Specializzatosi nello still-life e conseguito il diploma nel 1936, avvia un laboratorio di fotografia e grafica per manifesti e riviste; due anni dopo viene assunto dagli editori Amstutz & Herdeg. In occasione dell'Esposizione nazionale svizzera del 1939, progetta l'allestimento del padiglione delle arti grafiche e collabora alla realizzazione di quello della moda.
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale, dopo un breve soggiorno a Parigi, si arruola nell'esercito svizzero svolgendo anche la mansione di reporter di guerra. Quest'esperienza gli permette di valutare il divario esistente tra la fotografia in studio, basata su un'attenta pianificazione, e il fotoreportage, rapido nell'esecuzione quanto imprevedibile nelle dinamiche. Sceglierà quest'ultimo, per il contatto umano e la possibilità di continuo raffronto col presente, senza però rinunciare alla perfezione tecnica maturata nel corso della sua formazione.
Nel frattempo conosce Arnold Kubler, scrittore, uomo di teatro e caporedattore della rivista d'arte e cultura "Du", e con lui, tra il '41 e il '42, instaura un duraturo rapporto di collaborazione. Contemporaneamente, frequenta gli ambienti delle avanguardie artistiche zurighesi aderendo al movimento surrealista "Allianz".
A partire dal 1945, collabora con le principali testate internazionali per le quali realizza alcuni importanti reportage nell'Europa martoriata dalla guerra, tra questi, uno dei primi riguarda gli italiani internati in Svizzera. Nel '46 attraversa l'Italia fissando sulla pellicola le devastazioni e il malessere generati da anni di ostilità, in particolare la protesta dei milanesi per la separazione di Trieste dall'Italia, i sopravissuti ai campi di sterminio nazisti in Trentino Alto-Adige, gli asili per bambini orfani in Emilia Romagna, le rovine dell'abbazia di Montecassino. A Rimini conosce la futura moglie Rossellina Mandel.
Nel '48, fotografa per "Life" le Olimpiadi di Saint Moritz e l'anno seguente diventa membro della Magnum. Continua a viaggiare nell'Europa del Nord e dell'Est, e nel '50 torna in Italia, dove pubblica alcuni servizi su "Epoca". In quell'occasione effettua una quindicina di scatti anche in Sardegna documentando la durezza e l'arretratezza delle condizioni di lavoro nel Campidano di Cagliari e nell'Iglesiente.
Dopo un breve soggiorno nella provincia indiana del Bihar e un anno trascorso in Giappone é la guerra a richiamarlo in prima linea, prima in Corea e poi in Indocina.
Nel 1953, parte per gli Stati Uniti. L'anno successivo, su incarico della Magnum, torna nel sud del continente, Panama, Cile e Perù.
Il 16 maggio 1954, a soli trentotto anni, perde la vita in un incidente automobilistico sulla Cordigliera delle Ande.
Promossa dalla Provincia di Reggio Emilia e da Palazzo Magnani, con il contributo di Fondazione "Pietro Manodori" e CCPL di Reggio Emilia, e il supporto di Montana (Gruppo Cremonini), l’esposizione curata da Marco Bischof raccoglie oltre 100 scatti del grande fotografo della Magnum, maestro riconosciuto del bianco e nero.
Attraverso le immagini esposte sarà possibile ripercorrere i lunghi viaggi che dalla Svizzera portarono Bischof negli angoli più remoti del mondo: dall’India al Giappone, dalla Corea all’Indocina fino ad arrivare a Panama, in Cile ed in Perù.
Nelle sue esplorazioni dei paesi del sud e dell’est del mondo Werner Bischof rimase fortemente colpito dal forte contrasto tra modernità e tradizione, che raccontò con i suoi scatti di paesaggio e le sue nature morte. Ma non solo, Bischof è passato giustamente alla storia come il fotografo delle persone, volti di uomini donne e soprattutto bambini colti nella loro quotidianità.
In viaggio attraverso l’Europa appena devastata dalla seconda guerra mondiale o attraverso la povertà e la miseria dell’India , Bischof non si limita a fermare la realtà con il suo obbiettivo, come un qualunque fotogiornalista, ma si ferma e riflette di fronte ai soggetti, cercando raccontare con la propria arte quelle dicotomie tra sviluppo industriale e povertà, business e spiritualità, che da sempre lo affascinarono.
La mostra raccoglie una ricca selezione dei suoi più importanti reportage, affiancando ai famosi ritratti di bambini che giocano e di uomini e donne nella loro terra, le meno note, ma altrettanto affascinanti, fotografie di paesaggio e di still life.
Accompagna la mostra il volume WernerBischofImmagini edito da Federico Motta Editore, che raccoglie oltre 400 immagini scattate da Werner Bischof nel corso dei suoi viaggi.
In contemporanea, nel palazzo reggiano, si terrà l’antologica dedicata all’artista americano Richard Estes, uno dei maggiori esponenti dell’iperrealismo.
Werner Bischof nasce a Zurigo il 26 aprile 1916. Seguendo la sua attitudine alla pittura, frequenta per un anno un corso di disegno a Schiers. Insoddisfatto, nel 1934 si iscrive alla scuola di arti applicate di Zurigo dove frequenta il corso di fotografia tenuto da Hans Fisler. Specializzatosi nello still-life e conseguito il diploma nel 1936, avvia un laboratorio di fotografia e grafica per manifesti e riviste; due anni dopo viene assunto dagli editori Amstutz & Herdeg. In occasione dell'Esposizione nazionale svizzera del 1939, progetta l'allestimento del padiglione delle arti grafiche e collabora alla realizzazione di quello della moda.
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale, dopo un breve soggiorno a Parigi, si arruola nell'esercito svizzero svolgendo anche la mansione di reporter di guerra. Quest'esperienza gli permette di valutare il divario esistente tra la fotografia in studio, basata su un'attenta pianificazione, e il fotoreportage, rapido nell'esecuzione quanto imprevedibile nelle dinamiche. Sceglierà quest'ultimo, per il contatto umano e la possibilità di continuo raffronto col presente, senza però rinunciare alla perfezione tecnica maturata nel corso della sua formazione.
Nel frattempo conosce Arnold Kubler, scrittore, uomo di teatro e caporedattore della rivista d'arte e cultura "Du", e con lui, tra il '41 e il '42, instaura un duraturo rapporto di collaborazione. Contemporaneamente, frequenta gli ambienti delle avanguardie artistiche zurighesi aderendo al movimento surrealista "Allianz".
A partire dal 1945, collabora con le principali testate internazionali per le quali realizza alcuni importanti reportage nell'Europa martoriata dalla guerra, tra questi, uno dei primi riguarda gli italiani internati in Svizzera. Nel '46 attraversa l'Italia fissando sulla pellicola le devastazioni e il malessere generati da anni di ostilità, in particolare la protesta dei milanesi per la separazione di Trieste dall'Italia, i sopravissuti ai campi di sterminio nazisti in Trentino Alto-Adige, gli asili per bambini orfani in Emilia Romagna, le rovine dell'abbazia di Montecassino. A Rimini conosce la futura moglie Rossellina Mandel.
Nel '48, fotografa per "Life" le Olimpiadi di Saint Moritz e l'anno seguente diventa membro della Magnum. Continua a viaggiare nell'Europa del Nord e dell'Est, e nel '50 torna in Italia, dove pubblica alcuni servizi su "Epoca". In quell'occasione effettua una quindicina di scatti anche in Sardegna documentando la durezza e l'arretratezza delle condizioni di lavoro nel Campidano di Cagliari e nell'Iglesiente.
Dopo un breve soggiorno nella provincia indiana del Bihar e un anno trascorso in Giappone é la guerra a richiamarlo in prima linea, prima in Corea e poi in Indocina.
Nel 1953, parte per gli Stati Uniti. L'anno successivo, su incarico della Magnum, torna nel sud del continente, Panama, Cile e Perù.
Il 16 maggio 1954, a soli trentotto anni, perde la vita in un incidente automobilistico sulla Cordigliera delle Ande.
31
marzo 2007
Werner Bischof – Immagini
Dal 31 marzo al 27 maggio 2007
fotografia
Location
PALAZZO MAGNANI
Reggio Nell'emilia, Corso Giuseppe Garibaldi, 29, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Corso Giuseppe Garibaldi, 29, (Reggio Nell'emilia)
Biglietti
Euro 6 intero; Euro 4 ridotto; Euro 2 studenti
Orario di apertura
9.30 - 13.00 / 15.00 - 19.00. Lunedì chiuso
Vernissage
31 Marzo 2007, ore 18.30
Editore
24 ORE CULTURA
Ufficio stampa
24 ORE CULTURA - GRUPPO 24 ORE
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore