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Werner Feiersinger – Object relations
La Galleria Schiavo Zoppelli è lieta di presentare la prima mostra personale in Italia dell’artista austriaco Werner Feiersinger con una selezione di sculture e fotografie realizzate tra il 2010 e il 2018.
Comunicato stampa
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La Galleria Schiavo Zoppelli è lieta di presentare la prima mostra personale in Italia dell'artista austriaco Werner Feiersinger con una selezione di opere realizzate tra il 2010 e il 2018.
Come suggerisce il titolo della mostra, Werner Feiersinger esplora la possibilità di relazioni multiple tra una selezione di quattro sculture e tre fotografie, associando il suo scarno ma incisivo vocabolario formale allo spazio della galleria.
Nella realizzazione delle sue sculture Feiersinger cerca di ottenere il massimo distacco e la massima autonomia possibile nel tentativo di sottrarli al tempo. Contemporaneamente, le opere sono come immagini appartenenti alla dimensione del ricordo, con riferimenti ambigui e allusioni che provengono da strutture, superfici e tonalità ricorrenti. L'artista realizza personalmente tutti i suoi oggetti e la scelta meticolosa del materiale più adatto ad ogni scultura è anche parte centrale della sua pratica. Il fondo colorato che spesso utilizza ha la funzione principale di mettere in secondo piano il materiale, ma anche di mascherarne il peso effettivo. L'ambiguità e le contraddizioni sono al centro del suo lavoro: "Spesso non sono così consapevole delle allusioni agli oggetti e alle cose che si palesano solo in un secondo momento, durante l'esecuzione. A volte si tratta di oggetti che mi attraevano già da bambino, cose per me importanti".
I riferimenti stratificati e la capacità metaforica delle forme di Feiersinger si ritrovano anche nelle sue fotografie che, interagendo, sollevano questioni relative alla scultura e all’arte plastica. Le sue opere così tendono a sovvertire i modi convenzionali di vedere le cose anche attraverso l’aiuto di una profonda ironia.
Nelle sue fotografie, prive di inutili decorazioni, Feiersinger si confronta con particolari edifici moderni evitando una prospettiva neutra e rivelandone così le qualità insolite. Da tempo al centro del suo interesse ci sono specifici edifici modernisti, in particolare quelli italiani del dopoguerra, oltre che le architetture realizzate da Le Corbusier. La fotografia costringe l'artista ad assumere un atteggiamento opposto a quello utilizzato per realizzare una scultura: lo sguardo non è più rivolto a un oggetto, anche se il suo tentativo è quello di far emergere le qualità scultoree dell'edificio, le superfici e i materiali. "Calcestruzzo, vetro, detriti si fondono in un'unica cosa, diventano un unico stato della materia". (Werner Feiersinger). Le fotografie di Feiersinger riflettono il suo lavoro scultoreo e ne sono allo stesso tempo la controparte.
Come scrive Martin Herbert alla fine del suo saggio sulla mostra di Werner al Belvedere 21 (Vienna) nel 2018:
"Feiersinger stabilisce un vocabolario scultoreo che sembra modernista e geometrico, ma poi fa affiorare la componente soggettiva e umana che il modernismo aveva escluso. Ciò che sceglie di far entrare in gioco è il pensiero che vaga nella nostra mente nei momenti di incertezza: Cosa ci faccio qui? Mi mancano le libertà della mia infanzia. Quanto vivrò? Cosa mi aspetta? L'accesso a tutto questo avviene per l’artista attraverso un percorso simile al disegno automatico. Molti di quelli che emergono sono oggetti che guardano al passato, ai campi da gioco o alla vita che verrà, oppure sono oggetti composti, intermedi. Alcuni hanno un’apparente utilità, ma poi effettivamente non possono essere usati; penzolano, sono disarmati. Credo che questa riflessione ci porti a pensare che questi oggetti - una barca che non si muove, una scala che non si può usare - siano modelli del processo condiviso di comprensione dell'esistenza. Il senso della vita, è stato suggerito, è cercare di capire il senso della vita, e questo diventa un compito particolarmente urgente quando non abbiamo la religione a fornire risposte immediate e confortanti alle domande. L'arte di Feiersinger ci pone, non senza empatia e senso di sostegno reciproco, in questo dilemma universale. Ci mette tutti sulla stessa barca, tutti a metà della stessa scala, tutti nel misterioso spazio tra le cose".
Werner Feiersinger è nato nel 1966 a Brixlegg. Vive e lavora a Vienna.
Come suggerisce il titolo della mostra, Werner Feiersinger esplora la possibilità di relazioni multiple tra una selezione di quattro sculture e tre fotografie, associando il suo scarno ma incisivo vocabolario formale allo spazio della galleria.
Nella realizzazione delle sue sculture Feiersinger cerca di ottenere il massimo distacco e la massima autonomia possibile nel tentativo di sottrarli al tempo. Contemporaneamente, le opere sono come immagini appartenenti alla dimensione del ricordo, con riferimenti ambigui e allusioni che provengono da strutture, superfici e tonalità ricorrenti. L'artista realizza personalmente tutti i suoi oggetti e la scelta meticolosa del materiale più adatto ad ogni scultura è anche parte centrale della sua pratica. Il fondo colorato che spesso utilizza ha la funzione principale di mettere in secondo piano il materiale, ma anche di mascherarne il peso effettivo. L'ambiguità e le contraddizioni sono al centro del suo lavoro: "Spesso non sono così consapevole delle allusioni agli oggetti e alle cose che si palesano solo in un secondo momento, durante l'esecuzione. A volte si tratta di oggetti che mi attraevano già da bambino, cose per me importanti".
I riferimenti stratificati e la capacità metaforica delle forme di Feiersinger si ritrovano anche nelle sue fotografie che, interagendo, sollevano questioni relative alla scultura e all’arte plastica. Le sue opere così tendono a sovvertire i modi convenzionali di vedere le cose anche attraverso l’aiuto di una profonda ironia.
Nelle sue fotografie, prive di inutili decorazioni, Feiersinger si confronta con particolari edifici moderni evitando una prospettiva neutra e rivelandone così le qualità insolite. Da tempo al centro del suo interesse ci sono specifici edifici modernisti, in particolare quelli italiani del dopoguerra, oltre che le architetture realizzate da Le Corbusier. La fotografia costringe l'artista ad assumere un atteggiamento opposto a quello utilizzato per realizzare una scultura: lo sguardo non è più rivolto a un oggetto, anche se il suo tentativo è quello di far emergere le qualità scultoree dell'edificio, le superfici e i materiali. "Calcestruzzo, vetro, detriti si fondono in un'unica cosa, diventano un unico stato della materia". (Werner Feiersinger). Le fotografie di Feiersinger riflettono il suo lavoro scultoreo e ne sono allo stesso tempo la controparte.
Come scrive Martin Herbert alla fine del suo saggio sulla mostra di Werner al Belvedere 21 (Vienna) nel 2018:
"Feiersinger stabilisce un vocabolario scultoreo che sembra modernista e geometrico, ma poi fa affiorare la componente soggettiva e umana che il modernismo aveva escluso. Ciò che sceglie di far entrare in gioco è il pensiero che vaga nella nostra mente nei momenti di incertezza: Cosa ci faccio qui? Mi mancano le libertà della mia infanzia. Quanto vivrò? Cosa mi aspetta? L'accesso a tutto questo avviene per l’artista attraverso un percorso simile al disegno automatico. Molti di quelli che emergono sono oggetti che guardano al passato, ai campi da gioco o alla vita che verrà, oppure sono oggetti composti, intermedi. Alcuni hanno un’apparente utilità, ma poi effettivamente non possono essere usati; penzolano, sono disarmati. Credo che questa riflessione ci porti a pensare che questi oggetti - una barca che non si muove, una scala che non si può usare - siano modelli del processo condiviso di comprensione dell'esistenza. Il senso della vita, è stato suggerito, è cercare di capire il senso della vita, e questo diventa un compito particolarmente urgente quando non abbiamo la religione a fornire risposte immediate e confortanti alle domande. L'arte di Feiersinger ci pone, non senza empatia e senso di sostegno reciproco, in questo dilemma universale. Ci mette tutti sulla stessa barca, tutti a metà della stessa scala, tutti nel misterioso spazio tra le cose".
Werner Feiersinger è nato nel 1966 a Brixlegg. Vive e lavora a Vienna.
17
novembre 2022
Werner Feiersinger – Object relations
Dal 17 novembre 2022 al 21 gennaio 2023
arte contemporanea
fotografia
fotografia
Location
SCHIAVO ZOPPELLI GALLERY
Milano, Via Martiri Oscuri, 22, (Milano)
Milano, Via Martiri Oscuri, 22, (Milano)
Orario di apertura
Da martedì a venerdì dalle 12 alle 19
Sabato dalle 12 alle 18
Vernissage
17 Novembre 2022, Dalle 18 alle 21
Sito web
Autore