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What remains. Quello che resta
Il group show What remains. Quello che resta è eco ambientale, architettonico e sensibile del passato illustre dei capannoni di Lambrate
Comunicato stampa
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Inaugura giovedì 20 settembre la mostra collettiva What remains. Quello che resta , a cura di Marco Tagliaferro. Questo è il secondo appuntamento con l'arte contemporanea a Lambretto , Lambrate, Milano. Lambretto è l'ultimo baluardo della fabbrica dove si produceva un mito del design italiano: la Lambretta, è l'ultimo capannone di un architettura abbandonata ma in fase di riconversione; da un anno infatti Lambretto ospita mostre che indagano le relazioni fra arte contemporanea e architettura.
Il group show What remains. Quello che resta è eco ambientale, architettonico e sensibile del passato illustre dei capannoni di Lambrate, è un raffinato gioco di scatole cinesi, di rinvii segnici volto a dimostrare che la decadenza fisica, materiale, formale, al pari di quella culturale, può essere l'occasione di riprendere in considerazione concetti ed elementi trascurati in precedenza.
Perno della mostra l'installazione ambientale Stützpunkt, una sorta di bunker, un'architettura nell'architettura dell'artista americana Lisi Raskin. Le pareti sbilenche, sghembe, di Stützpunkt originano una architettura anomala che riprende la forma dell'ex capannone industriale, anch'esso una struttura architettonica bizzarra, dalla pianta trapezoidale, che devia e si inclina per seguire il fiume Lambro.
All'interno ed all'esterno di questa struttura d'emergenza saranno incastonate le opere di: Antonio Barletta, Karla Black, Jean Paul Carradori, Alessandro Ceresoli, Tobias Collier , Peggy Frank, Nicola Gobbetto, Paolo Gonzato, Dacia Manto, Jonathan Monk , Ian Kiaer, Jurgen Ots, Jordan Wolfson, per la maggior parte site specific.
Ad avvolgere gli interventi l'installazione luminosa e sonora di Simone Tosca che simula la vita dell'edificio stesso nel quale, ormai avvolto nel silenzio, si sentono il fruscio dell'acqua e il vibrare delle tubature scosse dagli agenti atmosferici.
Lambretto attualmente è al suo ground zero, la regressione strutturale ha compiuto una analfabetizzazione architettonica, ha compiuto un percorso entropico. Siamo ad un primitivismo di ritorno: vetri rotti, infissi caduti, pareti scrostate. Le infiltrazioni d'acqua hanno aperto la strada ai muschi, alle muffe e agli odori intensi d'umidità trasformando lo spazio in una caverna contemporanea. Gli artisti coinvolti, attraverso la regia diretta dal curatore Marco Tagliafierro, evidenziano questo paradossale mutamento segnino che si pone come la reazione di ciò che rimane.
Il group show What remains. Quello che resta è eco ambientale, architettonico e sensibile del passato illustre dei capannoni di Lambrate, è un raffinato gioco di scatole cinesi, di rinvii segnici volto a dimostrare che la decadenza fisica, materiale, formale, al pari di quella culturale, può essere l'occasione di riprendere in considerazione concetti ed elementi trascurati in precedenza.
Perno della mostra l'installazione ambientale Stützpunkt, una sorta di bunker, un'architettura nell'architettura dell'artista americana Lisi Raskin. Le pareti sbilenche, sghembe, di Stützpunkt originano una architettura anomala che riprende la forma dell'ex capannone industriale, anch'esso una struttura architettonica bizzarra, dalla pianta trapezoidale, che devia e si inclina per seguire il fiume Lambro.
All'interno ed all'esterno di questa struttura d'emergenza saranno incastonate le opere di: Antonio Barletta, Karla Black, Jean Paul Carradori, Alessandro Ceresoli, Tobias Collier , Peggy Frank, Nicola Gobbetto, Paolo Gonzato, Dacia Manto, Jonathan Monk , Ian Kiaer, Jurgen Ots, Jordan Wolfson, per la maggior parte site specific.
Ad avvolgere gli interventi l'installazione luminosa e sonora di Simone Tosca che simula la vita dell'edificio stesso nel quale, ormai avvolto nel silenzio, si sentono il fruscio dell'acqua e il vibrare delle tubature scosse dagli agenti atmosferici.
Lambretto attualmente è al suo ground zero, la regressione strutturale ha compiuto una analfabetizzazione architettonica, ha compiuto un percorso entropico. Siamo ad un primitivismo di ritorno: vetri rotti, infissi caduti, pareti scrostate. Le infiltrazioni d'acqua hanno aperto la strada ai muschi, alle muffe e agli odori intensi d'umidità trasformando lo spazio in una caverna contemporanea. Gli artisti coinvolti, attraverso la regia diretta dal curatore Marco Tagliafierro, evidenziano questo paradossale mutamento segnino che si pone come la reazione di ciò che rimane.
20
settembre 2007
What remains. Quello che resta
Dal 20 al 23 settembre 2007
arte contemporanea
Location
LAMBRETTO STUDIOS
Milano, Via Cletto Arrighi, 19, (Milano)
Milano, Via Cletto Arrighi, 19, (Milano)
Orario di apertura
13-22
Vernissage
20 Settembre 2007, ore 19-23
Ufficio stampa
NEW RELEASE
Autore
Curatore