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Where is our place? – Ilya ed Emilia Kabakov
Nella galleria di Palazzo Querini Stampalia verranno allestite due esposizioni che contrastano l’una con l’altra: una della fine del XIX secolo, l’altra di arte contemporanea. Allo stesso tempo, sono rappresentati due tipi di spettatori: quelli di due secoli fa e quelli di oggi. I primi, sotto forma di figure giganti, possono essere visti dal visitatore contemporaneo solo dalla cintola in giù; la parte superiore infatti, scompare oltre il soffitto. I dipinti fruibili da questi due giganti hanno solenni cornici dorate e vengono collocati alle pareti secondo il tipico allestimento di una galleria di arte antica ma risultano a noi visibili solo nella parte inferiore. La parte principale infatti, è posta oltre il soffitto, al di là del nostro punto di vista. L’esposizione contemporanea consiste invece, in una serie di fotografie, con modeste cornici di legno e sono appesi a livello dello sguardo del visitatore. Ma il senso di “relatività” non si limita a questo primo livello di lettura descrittiva dell’opera dei Kabakov. Se esiste infatti, qualcosa di più grande rispetto a noi c’è naturalmente qualcosa di più piccolo. Entrando nella hall della galleria, lo spettatore nota che in alcuni punti del pavimento e delle pareti, vi sono delle aperture che protette da uno strato di plexiglass trasparente, ci introducono in un mondo molto più piccolo del nostro. Attraverso queste feritoie, si può osservare un paesaggio complesso, composto da montagne, colline e campi. Se poi lo spettatore si abbassa, risulteranno visibili anche le automobili, gli animali, la gente, un intero mondo di cui non conosciamo nulla, proprio come succede ai giganti che, visibili fino alla cintola, non sanno niente del panorama che sta sotto di loro. Quello che per noi è il pavimento, per il mondo sottostante è il cielo, mentre il nostro soffitto forse, non esiste nemmeno per i giganti, “non è visibile”. Ecco che in questa ottica, il titolo del progetto “Where is our place?” assume i contorni ben definiti del principio secondo cui tutto è relativo e tutto deve essere visto in un’ottica di senso critico ed etico soprattutto nel campo dell’arte contemporanea, dove tutti si ritengono grandi artisti. Solo la storia sarà in grado di determinare chi veramente avrà lasciato un segno
Where is our place? – Ilya ed Emilia Kabakov
Venezia, Campo Santa Maria Formosa, 5252, (Venezia)