Questo giovane artista, nato e cresciuto in Equador, dove si è formato come pittore, vive e lavora a Genova dal 1997. Alla Galleria 44 Wilfred propone una ricerca scaturita da emozioni e vicissitudini personali; le opere esposte rappresentano una svolta decisiva nel pensiero e nelle tecniche dell’artista. La coloratissima pittura di Wilfred, dei primi anni genovesi, si muta ora in tenui tinte pastello; la delicatezza delle cromie incontra l’intreccio di tessuti usati come supporto e come vera e propria veste per i personaggi rappresentati. Il fulcro della ricerca si trova nell’incontro tra primitivo e futuro nell’uomo. La pittura è stesa sulla juta grezza, libera da telaio e cornice; i corpi presentano i tratti peculiari dei nativi d’America: mantelle colorate e neri capelli raccolti in trecce. Passato ed evoluzione si incontrano in ciò che Wilfred vede quale futuro dei suoi connazionali: i massicci volumi dei corpi di donne e uomini delle Ande si trasformano. Un’intuizione traspone i pensieri del pittore in personaggi dai corpi affusolati, tesi a diventare magri e longilinei secondo gli attuali modelli occidentali: accanto a labbra carnose e trecce nere appaiono occhi dall’iride azzurro, traccia di uno spontaneo miscuglio di geni e culture. L’impressione: l’incontro con creature nuove e innocenti che sondano spazi dai confini incerti. Una linea verticale taglia ogni dipinto, poche parole spazzolate fermano e nascondono un pensiero: la ricerca di Wilfred conserva coscienza del passato teso allo stacco, alla volontà di rintracciare e vivere il futuro. Grazie alla purezza dello sguardo dell’artista, forme, colori e materiali sorreggono il senso globale di un’apparizione, di un guscio rotto per mostrare la luce di una ritrovata e leggera realtà.