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Willi Baumeister (1889-1955). Dipinti e disegni
la prima mostra monografica in Italia dedicata a un grande maestro dell’arte astratta degli anni Trenta del novecento
Comunicato stampa
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Dal 24 luglio al 23 settembre 2012 il Mart, in collaborazione con la Fundación Juan March di Barcellona, con l’Archivio Baumeister del Kunstmuseum Stuttgart, con il Kunstmuseum Winterthur e con il sostegno della Willi Baumeister Stiftung GmbH, presenta “Willi Baumeister (1889-1955). Dipinti e disegni”.
La mostra raccoglie circa ottanta opere tra dipinti e disegni, provenienti dal Kunstmuseum Stuttgart e dalla collezione della figlia dell’artista, Felicita Baumeister.
Sono datate dal 1913 al 1955, anno della morte dell’artista, e offrono quindi una panoramica completa della produzione artistica di Baumeister. I disegni – tanto numerosi quanto i dipinti nonostante molti siano stati distrutti dall’artista stesso – vanno considerati come opere a se stanti, e solo in rari casi come strumenti preparatori.
Il percorso artistico di Willi Baumeister verso un totale abbandono della figurazione è in gran parte rappresentativo dell’evoluzione della pittura astratta in Germania e nel resto dell’Europa.
Fin dalle prime opere, principalmente quadri-parete e collages non figurativi sul tema dell’uomo e della macchina, traspare un desiderio di astrazione e di ricerca dell’autonomia di forma e colore che accompagnerà tutta la sua attività artistica.
Baumeister porta avanti un’indagine del tutto personale tra forma, colore e superficie a discapito del Naturalismo e dell’Espressionismo in voga in Germania nei primi decenni del novecento. Si nota in questa tendenza l’influenza esercitata da Oskar Schlemmer, Oskar Kokoscka e Alfred Loos, il primo conosciuto alle lezioni di Adolf Hölzel, gli altri durante un viaggio a Vienna.
La sua ricerca è rivolta alle forme geometriche fondamentali – rettangoli, triangoli e cerchi – combinate in strutture a rilievo che rinforza con contrasti di colore e con l’impiego di materiali quali cartone, compensato e lamiere di metallo che ne rendono evidente l’affinità al cubismo e al purismo di Le Corbusier, conosciuto a Parigi nel 1924 assieme a Fernard Léger.
Questa fase creativa è perfettamente rappresentata in mostra da opere come “Figura inclinata” e “Testa”, entrambe del 1920, nelle quali elementi orizzontali, verticali e diagonali, rotondi e spigolosi, si combinano per creare forme umane ideali.
Attorno al 1930 inizia una fase per l’artista tedesco nella quale si dedica con sempre maggiore frequenza a sperimentare la pittura ad olio su sabbia, dove il tratto si fa più morbido e le composizioni più ritmiche e dinamiche.
La relazione tra uomo e macchina e le scene sportive diventano le tematiche centrali della sua attività artistica. In “Calciatore”, “Corridore Valltorta” e “Ginnasta alle parallele”, realizzati nel 1934, sagome umane fortemente semplificate si stagliano su sfondi marroni dall’aspetto granulare.
Sono pochi i pittori tedeschi che, nonostante le persecuzioni naziste, tra il 1933 e il 1945, riescono a sperimentare. Baumeister continua a lavorare, esplorando nuove forme espressive, anche dopo la presa del potere da parte dei nazisti, dedicandosi sempre più al disegno.
Da un lato si tratta di una strada obbligata: il regime nazista lo classifica come “artista degenerato”, mettendolo così in una condizione di isolamento in cui, anche procurarsi gli strumenti per dipingere risultava difficile. Dall’altra Baumeister trova nel disegno il mezzo per concretizzare la propria idea di “arte primigenia”, dove è evidente l’influenza delle pitture rupestri preistoriche.
Una concezione, questa, che l’artista teorizza nel saggio “L’ignoto nell’arte” pubblicato a Stoccarda nel 1947 e che la mostra documenta con disegni come “Racconto africano”, del 1942 e “Figure arcaiche” del 1943.
Il percorso espositivo si conclude con una selezione di opere dell’ultimo periodo: una sorta di testamento in cui Baumeister reinterpreta aspetti della produzione precedente per crearne nuovi percorsi di astrazione. Grazie alla litografia, e a partire dal 1950 alla serigrafia, traspone su carta stampata numerosi motivi della sua precedente produzione di pittura e disegno in modo da poterli rendere più popolari e accessibili.
La visione completa dell’opera di Willi Baumeister, per la prima volta in una mostra in Italia, ci permette di scoprire un artista che – in circostanze anche drammatiche – è rimasto fedele a una folgorante intuizione: usare l’astrattismo per raccontare la tensione tra realtà esterna e mondo interiore.
La mostra raccoglie circa ottanta opere tra dipinti e disegni, provenienti dal Kunstmuseum Stuttgart e dalla collezione della figlia dell’artista, Felicita Baumeister.
Sono datate dal 1913 al 1955, anno della morte dell’artista, e offrono quindi una panoramica completa della produzione artistica di Baumeister. I disegni – tanto numerosi quanto i dipinti nonostante molti siano stati distrutti dall’artista stesso – vanno considerati come opere a se stanti, e solo in rari casi come strumenti preparatori.
Il percorso artistico di Willi Baumeister verso un totale abbandono della figurazione è in gran parte rappresentativo dell’evoluzione della pittura astratta in Germania e nel resto dell’Europa.
Fin dalle prime opere, principalmente quadri-parete e collages non figurativi sul tema dell’uomo e della macchina, traspare un desiderio di astrazione e di ricerca dell’autonomia di forma e colore che accompagnerà tutta la sua attività artistica.
Baumeister porta avanti un’indagine del tutto personale tra forma, colore e superficie a discapito del Naturalismo e dell’Espressionismo in voga in Germania nei primi decenni del novecento. Si nota in questa tendenza l’influenza esercitata da Oskar Schlemmer, Oskar Kokoscka e Alfred Loos, il primo conosciuto alle lezioni di Adolf Hölzel, gli altri durante un viaggio a Vienna.
La sua ricerca è rivolta alle forme geometriche fondamentali – rettangoli, triangoli e cerchi – combinate in strutture a rilievo che rinforza con contrasti di colore e con l’impiego di materiali quali cartone, compensato e lamiere di metallo che ne rendono evidente l’affinità al cubismo e al purismo di Le Corbusier, conosciuto a Parigi nel 1924 assieme a Fernard Léger.
Questa fase creativa è perfettamente rappresentata in mostra da opere come “Figura inclinata” e “Testa”, entrambe del 1920, nelle quali elementi orizzontali, verticali e diagonali, rotondi e spigolosi, si combinano per creare forme umane ideali.
Attorno al 1930 inizia una fase per l’artista tedesco nella quale si dedica con sempre maggiore frequenza a sperimentare la pittura ad olio su sabbia, dove il tratto si fa più morbido e le composizioni più ritmiche e dinamiche.
La relazione tra uomo e macchina e le scene sportive diventano le tematiche centrali della sua attività artistica. In “Calciatore”, “Corridore Valltorta” e “Ginnasta alle parallele”, realizzati nel 1934, sagome umane fortemente semplificate si stagliano su sfondi marroni dall’aspetto granulare.
Sono pochi i pittori tedeschi che, nonostante le persecuzioni naziste, tra il 1933 e il 1945, riescono a sperimentare. Baumeister continua a lavorare, esplorando nuove forme espressive, anche dopo la presa del potere da parte dei nazisti, dedicandosi sempre più al disegno.
Da un lato si tratta di una strada obbligata: il regime nazista lo classifica come “artista degenerato”, mettendolo così in una condizione di isolamento in cui, anche procurarsi gli strumenti per dipingere risultava difficile. Dall’altra Baumeister trova nel disegno il mezzo per concretizzare la propria idea di “arte primigenia”, dove è evidente l’influenza delle pitture rupestri preistoriche.
Una concezione, questa, che l’artista teorizza nel saggio “L’ignoto nell’arte” pubblicato a Stoccarda nel 1947 e che la mostra documenta con disegni come “Racconto africano”, del 1942 e “Figure arcaiche” del 1943.
Il percorso espositivo si conclude con una selezione di opere dell’ultimo periodo: una sorta di testamento in cui Baumeister reinterpreta aspetti della produzione precedente per crearne nuovi percorsi di astrazione. Grazie alla litografia, e a partire dal 1950 alla serigrafia, traspone su carta stampata numerosi motivi della sua precedente produzione di pittura e disegno in modo da poterli rendere più popolari e accessibili.
La visione completa dell’opera di Willi Baumeister, per la prima volta in una mostra in Italia, ci permette di scoprire un artista che – in circostanze anche drammatiche – è rimasto fedele a una folgorante intuizione: usare l’astrattismo per raccontare la tensione tra realtà esterna e mondo interiore.
24
luglio 2012
Willi Baumeister (1889-1955). Dipinti e disegni
Dal 24 luglio al 23 settembre 2012
arte contemporanea
Location
MART – Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Rovereto, Corso Angelo Bettini, 43, (Trento)
Rovereto, Corso Angelo Bettini, 43, (Trento)
Biglietti
Intero 11 Euro
Ridotto: 7 Euro
Gratuito fino ai 14 anni
Orario di apertura
mar-dom 10.00-18.00
ven 10.00-21.00
Vernissage
24 Luglio 2012, ore 18
Autore
Curatore