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Wolfgang Laib – Without time, without place, without body
Wolfgang Laib – uno dei protagonisti della ricerca contemporanea in arte – dialoga con i grandi maestri del passato, Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Benozzo Gozzoli e Beato Angelico, dando vita, all’interno del centro storico fiorentino, ad una delle mostre personali più estese degli ultimi anni. Le sue sculture dal linguaggio minimale e astratto realizzate con materiali naturali come la cera d’api e il polline saranno installate per la prima volta in quattro luoghi di straordinario valore storico artistico: Museo di San Marco, Cappella Magi, Cappella Rucellai e Cappella Pazzi, in una relazione giocata tutta sulla sensibilità e sulle sottili percezioni tra il visibile dell’arte e l’invisibile dello spirito, che lega idealmente la magnificenza rinascimentale con la ricerca artistica contemporanea.
La mostra Without Time, Without Place, Without Body, curata da Sergio Risaliti e prodotta da Museo Novecento – che dopo il Forte Belvedere quest’anno proietta ancora una volta la sua progettualità scientifica al di fuori dell’ex convento delle Leopoldine – inaugurerà al pubblico il 25 e 26 ottobre, offrendo ai cittadini e ai turisti la possibilità di vivere la città non come vetrina o come culla del Rinascimento, ma come laboratorio della contemporaneità, abolendo la distanza tra il passato storico e il presente artistico.
Le opere nel Complesso Monumentale di Santa Croce, in Palazzo Medici Riccardi e in San Pancrazio (Museo Marino Marini) resteranno visibili fino al 26 gennaio, mentre le due installazioni realizzate in polline, ospitate eccezionalmente in due celle del Museo di San Marco, potranno essere ammirate solo nelle giornate del 25, 26 e 27 ottobre.
Wolfgang Laib è nato a Metzingen nel sud della Germania nel 1950. Si avvicina all’arte dopo gli studi in medicina e nel 1975 realizza la sua prima Milkstone, una lastra di marmo bianco ricoperta di latte. Nel 1977 comincia a raccogliere polline nei campi attorno alla sua residenza, avviando una “pratica” che diventerà una pietra miliare della sua produzione artistica. Negli anni successivi, tra il 1978 e il 1981, presenta i suoi famosi quadrati di polline in varie mostre personali in Germania, in Italia, in Svizzera e negli Stati Uniti. Nel 1982 partecipa a Documenta 7 curata da Rudi Fuchs e alla Biennale di Venezia. In seguito ad un lungo viaggio che compie in quegli anni in India, inserisce il riso all’interno delle sue opere realizzando The Rice Meals for the Nine Planets e, in seguito, le prime Rice Houses. Sue mostre si sono svolte in musei, rassegne e istituzioni artistiche in tutto il mondo tra cui: l’ARC di Parigi, il CAPC Musée d’Art Contemporain di Bordeaux, la Biennale di Sidney, il Toyota Municipal Museum, il National Museum of Modern Art di Tokyo, il National Museum of Contemporary Art di Seul, la Fondation Beyeler di Basilea, il Macro di Roma, il complesso di Sant’Apollinare in Classe a Ravenna, il Kunstmuseum di Bonn, il Reina Sofia di Madrid, il Musée de Grenoble, il MoMA di New York e il Centre Pompidou a Parigi.
Wolfgang Laib – Without time, without place, without body
Firenze, (Firenze)