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Wolfgang Stahr – Velvet Revolution
Il lavoro di Wolfgang Stahr si inserisce a pieno titolo tra le ricerche
di artisti-fotografi come William Eggleston e Wilmar Koenig che hanno
scelto il mezzo fotografico subendo la fascinazione del colore
Comunicato stampa
Segnala l'evento
PIAC/Piattaforma Internazionale Arte Contemporanea è lieta di
presentare Velvet Revolution, la prima mostra personale in Italia
dell’artista tedesco Wolfgang Stahr (1969).
Il lavoro di Wolfgang Stahr si inserisce a pieno titolo tra le ricerche
di artisti-fotografi come William Eggleston e Wilmar Koenig che hanno
scelto il mezzo fotografico subendo la fascinazione del colore e della
forma come strumenti fondamentali di espressione estetica.
I cicli di opere realizzati a partire dal 1995 – Employees Must Wash
Hands Before They Return To Work (1995-1996), Liquid Summer (1999) e
Apart From L.A. (2000) – raccontano di un interesse dell’artista per la
vita urbana dei luoghi e per gli spazi e i dettagli di interni, così
come per l’individuo che in essi transita.
Si tratta, nel caso di Stahr, di uno spazio spesso urbano, il più delle
volte istituzionale e pubblico, fatto di hall di alberghi, edifici per
uffici e architetture moderniste, con il quale l’uomo entra in
relazione assumendo un ruolo professionale, una funzione sociale e, pur
sempre, una maschera.
Lo sguardo dell’artista è freddo e analitico. Si muove sulla superficie
delle cose e si sofferma laddove rileva un linguaggio di segni fatto di
pure linee, pura forma e colore. Se, infatti, l’approccio di Stahr è
documentario, intento a catturare isolati momenti della realtà, egli
subisce tuttavia la fascinazione dell’ambivalenza tra realtà e
finzione, tra natura e artificio, che manifesta in immagini che
sembrerebbero costruite, avvolte come sono in atmosfere immobili,
chiuse, quasi asfittiche. Wolfgang Stahr predilige infatti quelle
superfici architettoniche che possono diventare quinte teatrali, quelle
figure umane che a tal punto si integrano nel contesto da divenirne
esse stesse oggetto indistinto, immobile comparsa.
Anche in Velvet Revolution, la serie di lavori fotografici realizzati
tra il 2000 e il 2003 in Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca,
Ungheria, Polonia e Slovenia e oggi presentata al PIAC, lo sguardo
dell’artista resta in bilico tra realtà e finzione, tra i dettagli
architettonici di edifici che emanano il fascino di un’utopia da lungo
tempo sbiadita e figure umane che, di quei luoghi, sembrano assumere
involontariamente linee e contorni.
Non c’è mai frontalità nella scelta delle inquadrature, né incontro tra
lo sguardo del soggetto e l’osservatore. Colori e luce al massimo della
saturazione contribuiscono alla teatralità della rappresentazione. Ma
al di là di quelle quinte architettoniche, al di là di quelle maschere,
si cela un mondo aperto a infiniti possibili.
Wolfgang Stahr è nato a Würzburg nel 1969. Vive e lavora a Berlino. La
sua opera fotografica è stata premiata e menzionata più volte in Europa
(Ville de Vevey, 2000; ZKM Karlsruhe, 2003) e in Giappone (1st Tokyo
International Photo Biennale) ed esposta in numerose mostre collettive,
tra le quali ricordiamo 10 Years Aenne Biermann Award al Reykyavik
Museum of Photography (2002), Young Photo Art from Berlin al Martin
Gropius Bau a Berlino (2003), Berlinskaya Lazur alla House of
Photography di Mosca (2004) e InterCity Berlin-Praha alla Galleria
Manes di Praga (2005).
presentare Velvet Revolution, la prima mostra personale in Italia
dell’artista tedesco Wolfgang Stahr (1969).
Il lavoro di Wolfgang Stahr si inserisce a pieno titolo tra le ricerche
di artisti-fotografi come William Eggleston e Wilmar Koenig che hanno
scelto il mezzo fotografico subendo la fascinazione del colore e della
forma come strumenti fondamentali di espressione estetica.
I cicli di opere realizzati a partire dal 1995 – Employees Must Wash
Hands Before They Return To Work (1995-1996), Liquid Summer (1999) e
Apart From L.A. (2000) – raccontano di un interesse dell’artista per la
vita urbana dei luoghi e per gli spazi e i dettagli di interni, così
come per l’individuo che in essi transita.
Si tratta, nel caso di Stahr, di uno spazio spesso urbano, il più delle
volte istituzionale e pubblico, fatto di hall di alberghi, edifici per
uffici e architetture moderniste, con il quale l’uomo entra in
relazione assumendo un ruolo professionale, una funzione sociale e, pur
sempre, una maschera.
Lo sguardo dell’artista è freddo e analitico. Si muove sulla superficie
delle cose e si sofferma laddove rileva un linguaggio di segni fatto di
pure linee, pura forma e colore. Se, infatti, l’approccio di Stahr è
documentario, intento a catturare isolati momenti della realtà, egli
subisce tuttavia la fascinazione dell’ambivalenza tra realtà e
finzione, tra natura e artificio, che manifesta in immagini che
sembrerebbero costruite, avvolte come sono in atmosfere immobili,
chiuse, quasi asfittiche. Wolfgang Stahr predilige infatti quelle
superfici architettoniche che possono diventare quinte teatrali, quelle
figure umane che a tal punto si integrano nel contesto da divenirne
esse stesse oggetto indistinto, immobile comparsa.
Anche in Velvet Revolution, la serie di lavori fotografici realizzati
tra il 2000 e il 2003 in Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca,
Ungheria, Polonia e Slovenia e oggi presentata al PIAC, lo sguardo
dell’artista resta in bilico tra realtà e finzione, tra i dettagli
architettonici di edifici che emanano il fascino di un’utopia da lungo
tempo sbiadita e figure umane che, di quei luoghi, sembrano assumere
involontariamente linee e contorni.
Non c’è mai frontalità nella scelta delle inquadrature, né incontro tra
lo sguardo del soggetto e l’osservatore. Colori e luce al massimo della
saturazione contribuiscono alla teatralità della rappresentazione. Ma
al di là di quelle quinte architettoniche, al di là di quelle maschere,
si cela un mondo aperto a infiniti possibili.
Wolfgang Stahr è nato a Würzburg nel 1969. Vive e lavora a Berlino. La
sua opera fotografica è stata premiata e menzionata più volte in Europa
(Ville de Vevey, 2000; ZKM Karlsruhe, 2003) e in Giappone (1st Tokyo
International Photo Biennale) ed esposta in numerose mostre collettive,
tra le quali ricordiamo 10 Years Aenne Biermann Award al Reykyavik
Museum of Photography (2002), Young Photo Art from Berlin al Martin
Gropius Bau a Berlino (2003), Berlinskaya Lazur alla House of
Photography di Mosca (2004) e InterCity Berlin-Praha alla Galleria
Manes di Praga (2005).
04
marzo 2006
Wolfgang Stahr – Velvet Revolution
Dal 04 marzo al 30 aprile 2006
arte contemporanea
Location
PIAC GALLERIA
Ragusa, Via Torrenuova, 16, (Ragusa)
Ragusa, Via Torrenuova, 16, (Ragusa)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle 15 alle 19.30
Vernissage
4 Marzo 2006, dalle ore 18 alle 21
Autore