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World Wide Games
un’esposizione che presenta i lavori di sette artisti, tra cui giovani esordienti ed affermati, sul concetto di gioco associato alla problematica situazione contemporanea
Comunicato stampa
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Alla Galleria Arte ed Altro di Gattinara si inaugura la mostra collettiva World Wide Games a cura di Alessandro Trabucco. E' un'esposizione che presenta i lavori di sette artisti, tra cui giovani esordienti ed affermati, sul concetto di gioco associato alla problematica situazione contemporanea. World Wide Games come riflessione globale sui vari giochi di potere che in ogni epoca hanno regolato le sorti dell'intero pianeta condizionando la qualità della vita dei singoli individui in qualsiasi parte del globo. Dal testo in catalogo: "Il primato di questa 'virtù' spetta ovviamente alla politica e alle religioni che nelle varie epoche hanno dettato leggi a popolazioni intere, senza condizioni e senza alcuna possibilità di replica. Pochissime individualità sono state capaci di reagire a differenza di milioni e milioni di volontà deboli e passive, schiacciate dalla supremazia del dittatore di turno.
L'arte ha da sempre avuto il privilegio di agire come una sorta di termometro sociale in grado di misurare in anticipo le temperature delle varie epoche, ponendo il singolo individuo, disponibile ad accogliere i suoi messaggi, in condizione di valutare il giusto equilibrio delle cose. Ha spesso evidenziato malesseri, denunciato ingiustizie, ironizzato sulle miserie del potere costituito e sui suoi squallidi rappresentanti. Ha svolto un compito egregio nello sfottere ridicoli superuomini diventati tali solo per casuali coincidenze, personaggi capaci soltanto di svendere la libertà dell'essere umano in nome di fantomatiche entità superiori o solo per una debole ed umana sete di potere.
Michele Bella presenta una serie di fotografie che propongono una libera rielaborazione del gioco delle carte, attraverso la quale sostituisce ai segni e ai semi tradizionali le proprie immagini e i simboli dell'era contemporanea. Ne viene fuori una curiosa miscellanea di 'tipi', passando dal giocoso e divertente sino a problematiche molto più urgenti e gravi, sempre mantenendo un atteggiamento rigido ed imparziale. Fabrizio Braghieri utilizza agevolmente vari materiali, operando una selezione in grado di ottimizzare al meglio la tecnica più adatta al contenuto espresso. In questa esposizione il 'gioco' diventa anche la citazione di un passatempo infantile inserito in ambiente militare, ad indicare come anche in tempo di guerra i bambini riescano comunque a trovare spazio per vivere il loro sacrosanto diritto allo svago e alla spensieratezza, a costo di correre qualsiasi pericolo. Un pericolo espresso anche dal bambino Gesù adagiato su di una 'culla' composta da corone di spine, un immagine in grado di creare visivamente un forte shock, soprattutto in quanti ancora interpretano la religione come soluzione a tutti i mali del mondo.
Per Francesco De Molfetta l'ironia e il paradosso divengono linguaggi autonomi, mezzi attraverso i quali smascherare certe ridicole convinzioni e convenzioni ereditate dalla notte dei tempi. L'artista ci fornisce una visione alternativa della realtà, demolendo, a volte con un solo gesto, significati secolari, certezze ormai consolidate ed inattaccabili. Come nel caso del suo Angelo sterminatore, un tenero e rassicurante angioletto in legno, soltanto prelevato dalla sua posizione originale e privato della sua funzione decorativa e che, rivestito con un semplice shesh (il copricapo tuareg che si avvolge attorno al capo) si trasforma nell'incubo contemporaneo più temuto, un terrorista.
I dipinti di Francesca Fornasari sono tanto delicati nell'esecuzione quanto feroci nei contenuti. Con pochi tratti l'artista rappresenta, con crudele ironia, il peggio che può nascondersi in ogni essere umano, il lato più o meno oscuro ma per questo non meno determinante per gli andamenti degli eventi sociali. Nei lavori presentati in mostra l’artista riflette sul problema delle mine anti-uomo (paradossale arma quanto paradossale è il nome). Nel lavoro di Andrej Mussa non è prevista la presenza di contenuti ironici, per l'artista la condizione umana attuale è gravemente minata dalla "pazzia" che alberga sia nelle menti dei grandi burattinai che governano il mondo, sia nella psiche del singolo individuo alle prese con le consuete difficoltà quotidiane. La guerra è un male atavico, un crudele 'gioco di ruolo' a volte tanto necessario quanto evitabile, se solo si volesse. Tom Porta, dopo una profonda analisi, tutt'ora in pieno sviluppo, sull'incomprensibile (per noi occidentali) fenomeno dei Kamikaze giapponesi, presenta due tele, di cui una di grandi dimensioni, dedicate allo Sbarco in Normandia. Un evento che ha cambiato le sorti della guerra e ha determinato la disfatta dell'esercito nazista. Ma con questi quadri Tom Porta non solo ha reso omaggio all'esercito salvatore, ha anche indicato quella che sarebbe stata la conseguenza naturale di questa liberazione: l'invasione culturale e commerciale made in USA.
Anche Gabriele Silvi riflette sul ruolo fondamentale che l'America svolge da ormai più di mezzo secolo quale 'poliziotto globale', regolatore di equilibri e disequilibri, periodi di 'semi pace' e anni di 'mezze guerre'. L'artista prende un oggetto da Luna Park, il toro da rodeo, e lo riveste con la bandiera americana. Come afferma l’artista: “saltiamo sul toro (trono) dell'America, prendendoci gioco di tradizioni e simboli, calpestando tutto e tutti, tanto ci sarà sempre un bene superiore a giustificare le nostre azioni”. In più l'artista propone la rivisitazione in chiave gangster di un flipper vero dedicato alla storia di John Dillinger, il rapinatore di banche che, negli anni ’30, evase prendendosi gioco dei suoi carcerieri fabbricandosi una pistola di legno, una breve fuga: fu ucciso dall'FBI mentre aspettava di entrare in un cinema con la sua fidanzata a vedere un film poliziesco. Ci facciamo una giocata a guardie e ladri senza avere dubbi su chi sia veramente guardia e chi ladro, tanto l'importante è essere il più forte, e la ragione sarà sempre dalla tua parte.
Gli artisti presenti in mostra rivelano quindi nature differenti su riflessioni simili, smascherando 'il ridicolo che c'è in noi', evidenziando incongruenze, assurdità, ironizzando su quei 'giochi di potere su scala mondiale' che stabiliscono ordini e disordini, guerre e amnistie. È inevitabilmente la classica goccia nell'oceano, ma nessuno può ovviamente vietargli di dire la loro".
L'arte ha da sempre avuto il privilegio di agire come una sorta di termometro sociale in grado di misurare in anticipo le temperature delle varie epoche, ponendo il singolo individuo, disponibile ad accogliere i suoi messaggi, in condizione di valutare il giusto equilibrio delle cose. Ha spesso evidenziato malesseri, denunciato ingiustizie, ironizzato sulle miserie del potere costituito e sui suoi squallidi rappresentanti. Ha svolto un compito egregio nello sfottere ridicoli superuomini diventati tali solo per casuali coincidenze, personaggi capaci soltanto di svendere la libertà dell'essere umano in nome di fantomatiche entità superiori o solo per una debole ed umana sete di potere.
Michele Bella presenta una serie di fotografie che propongono una libera rielaborazione del gioco delle carte, attraverso la quale sostituisce ai segni e ai semi tradizionali le proprie immagini e i simboli dell'era contemporanea. Ne viene fuori una curiosa miscellanea di 'tipi', passando dal giocoso e divertente sino a problematiche molto più urgenti e gravi, sempre mantenendo un atteggiamento rigido ed imparziale. Fabrizio Braghieri utilizza agevolmente vari materiali, operando una selezione in grado di ottimizzare al meglio la tecnica più adatta al contenuto espresso. In questa esposizione il 'gioco' diventa anche la citazione di un passatempo infantile inserito in ambiente militare, ad indicare come anche in tempo di guerra i bambini riescano comunque a trovare spazio per vivere il loro sacrosanto diritto allo svago e alla spensieratezza, a costo di correre qualsiasi pericolo. Un pericolo espresso anche dal bambino Gesù adagiato su di una 'culla' composta da corone di spine, un immagine in grado di creare visivamente un forte shock, soprattutto in quanti ancora interpretano la religione come soluzione a tutti i mali del mondo.
Per Francesco De Molfetta l'ironia e il paradosso divengono linguaggi autonomi, mezzi attraverso i quali smascherare certe ridicole convinzioni e convenzioni ereditate dalla notte dei tempi. L'artista ci fornisce una visione alternativa della realtà, demolendo, a volte con un solo gesto, significati secolari, certezze ormai consolidate ed inattaccabili. Come nel caso del suo Angelo sterminatore, un tenero e rassicurante angioletto in legno, soltanto prelevato dalla sua posizione originale e privato della sua funzione decorativa e che, rivestito con un semplice shesh (il copricapo tuareg che si avvolge attorno al capo) si trasforma nell'incubo contemporaneo più temuto, un terrorista.
I dipinti di Francesca Fornasari sono tanto delicati nell'esecuzione quanto feroci nei contenuti. Con pochi tratti l'artista rappresenta, con crudele ironia, il peggio che può nascondersi in ogni essere umano, il lato più o meno oscuro ma per questo non meno determinante per gli andamenti degli eventi sociali. Nei lavori presentati in mostra l’artista riflette sul problema delle mine anti-uomo (paradossale arma quanto paradossale è il nome). Nel lavoro di Andrej Mussa non è prevista la presenza di contenuti ironici, per l'artista la condizione umana attuale è gravemente minata dalla "pazzia" che alberga sia nelle menti dei grandi burattinai che governano il mondo, sia nella psiche del singolo individuo alle prese con le consuete difficoltà quotidiane. La guerra è un male atavico, un crudele 'gioco di ruolo' a volte tanto necessario quanto evitabile, se solo si volesse. Tom Porta, dopo una profonda analisi, tutt'ora in pieno sviluppo, sull'incomprensibile (per noi occidentali) fenomeno dei Kamikaze giapponesi, presenta due tele, di cui una di grandi dimensioni, dedicate allo Sbarco in Normandia. Un evento che ha cambiato le sorti della guerra e ha determinato la disfatta dell'esercito nazista. Ma con questi quadri Tom Porta non solo ha reso omaggio all'esercito salvatore, ha anche indicato quella che sarebbe stata la conseguenza naturale di questa liberazione: l'invasione culturale e commerciale made in USA.
Anche Gabriele Silvi riflette sul ruolo fondamentale che l'America svolge da ormai più di mezzo secolo quale 'poliziotto globale', regolatore di equilibri e disequilibri, periodi di 'semi pace' e anni di 'mezze guerre'. L'artista prende un oggetto da Luna Park, il toro da rodeo, e lo riveste con la bandiera americana. Come afferma l’artista: “saltiamo sul toro (trono) dell'America, prendendoci gioco di tradizioni e simboli, calpestando tutto e tutti, tanto ci sarà sempre un bene superiore a giustificare le nostre azioni”. In più l'artista propone la rivisitazione in chiave gangster di un flipper vero dedicato alla storia di John Dillinger, il rapinatore di banche che, negli anni ’30, evase prendendosi gioco dei suoi carcerieri fabbricandosi una pistola di legno, una breve fuga: fu ucciso dall'FBI mentre aspettava di entrare in un cinema con la sua fidanzata a vedere un film poliziesco. Ci facciamo una giocata a guardie e ladri senza avere dubbi su chi sia veramente guardia e chi ladro, tanto l'importante è essere il più forte, e la ragione sarà sempre dalla tua parte.
Gli artisti presenti in mostra rivelano quindi nature differenti su riflessioni simili, smascherando 'il ridicolo che c'è in noi', evidenziando incongruenze, assurdità, ironizzando su quei 'giochi di potere su scala mondiale' che stabiliscono ordini e disordini, guerre e amnistie. È inevitabilmente la classica goccia nell'oceano, ma nessuno può ovviamente vietargli di dire la loro".
25
novembre 2006
World Wide Games
Dal 25 novembre 2006 al 27 gennaio 2007
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
GALLERIA ARTE & ALTRO
Gattinara, Piazza Italia, 24, (Vercelli)
Gattinara, Piazza Italia, 24, (Vercelli)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 16-19, sabato ore 10-12.30/16-19
Vernissage
25 Novembre 2006, ore 18
Autore
Curatore