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Wunderkammer
Dopo i lavori di restauro si apre al pubblico la VII sala dell’appartamento verde del Museo Diocesano. Affacciata sul giardino interno del palazzo vescovile, la sala gode di una vista mozzafiato sulla facciata della cattedrale. In essa trovano posto preziosi e rari arredi dal XVI al XIX secolo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
INAUGURAZIONE DEI RESTAURI
della VII sala dell’appartAmento verde
e del giardino pensile
Domenica 22 settembre 2019
******
Domenica 22 settembre alle ore 17.30, il prof. Roberto Balzani, presidente dell'Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, inaugura i restauri della VII sala dell'appartamento verde del Museo diocesano di Imola – la WUNDERKAMMER – e dell'annesso terrazzo/giardino pensile. L'apertura di questo nuovo spazio – impiegato un tempo come cucina e, successivamente, come magazzino – oggi completamente rinnovato a cura del Museo diocesano, amplia ulteriormente la fruizione della superficie adibita a museo all'interno del Palazzo vescovile di Imola: museo diocesano, chiostro, cortile d'onore, lapidarium e Museo delle carrozze divengono così un polo culturale unitario di grande suggestione a servizio dell'intera comunità cittadina.
Il cardinale Giacomo Giustiniani (vescovo di Imola dal 1826 al 1832) fece aggiustare le retrocamere dell’appartamento nobile e fece anche eseguire lavori alle stanze degli ospiti verso il giardino, che portano nei soffitti il suo stemma. A lui si debbono le delicate tempere di gusto neoclassico, parte in policromia parte a monocromo, che ornano i soffitti di sei delle sette sale dell’appartamento verde (la V e la VI sono state totalmente restaurate ed aperte al pubblico nell'autunno del 2016).
Con il restauro di quest'ultima sala – la VII – di dimensioni certamente ridotte e più “rustica” (non presenta decorazione alcuna sul soffitto in arellato, poiché originariamente nata con funzione di servizio alle altre sei costituenti l'appartamento Giustiniani vero e proprio) rispetto alle altre che la precedono, si completa così definitivamente la sistemazione e l'apertura al pubblico non solo dell'intero appartamento verde, ma anche di tutti gli spazi al piano nobile del Palazzo vescovile occupati dal Museo Diocesano, che passa da quindici a sedici unità allestite e aperte al pubblico.
Wunderkammer
Wunderkammer – camera delle meraviglie o gabinetto delle curiosità – è un'espressione in lingua tedesca usata per indicare particolari ambienti, di dimensioni perlopiù raccolte, in cui i collezionisti erano soliti conservare raccolte di oggetti straordinari per le loro caratteristiche intrinseche ed estrinseche. Fenomeno tipico del Cinquecento ebbe un ulteriore sviluppo nel secolo successivo, alimentandosi delle grandiosità barocche, e si protrasse fino al Settecento, favorito dal tipico amore per le curiosità scientifiche proprio dell'Illuminismo. La wunderkammer è all’origine del concetto moderno di museo (sebbene non abbia di quest'ultimo le caratteristiche della sistemazione e del metodo), poiché all’interesse per il “meraviglioso” unisce il bisogno di conoscenza sistematica.
Generalmente si trattò di raccolte di esemplari di storia naturale: rocce o pietre preziose rare, zanne di elefante, rami di corallo, perle deformi, piante o semi rari essiccati, piccoli coccodrilli, lucertole, oppure ossa e denti di pesci, uccelli e mammiferi, o ancora grandi conchiglie (naturalia). Ma non erano solo questi gli oggetti degni di far bella mostra di sé in una wunderkammer, ve ne erano altri, come libri e stampe rari, erbari, quadri, cammei, filigrane, collane di perle e coralli, vasi, monete antiche, strumenti, invenzioni meccaniche, carte geografiche, rarità archeologiche, miniature, avori, gioielli, piccole sculture rinascimentali, gemme, ecc. Tutti questi reperti erano mirabilia, ovvero oggetti che destavano meraviglia nell'osservatore. Possedere una wunderkammer era cosa da re, da nobili o, comunque, da chi se la poteva permettere, poiché le collezioni in essa esposte erano costituite da oggetti spesso e volentieri estremamente costosi.
L'accumularsi di naturalia e artificialia nelle wunderkammer sfociò, verso la fine del '700, nella costituzione di veri e propri musei, allorché i possessori privati di “camere delle meraviglie” decisero di ordinare e catalogare la quantità incredibile del materiale in esse raccolto e di consentirne, sia pure inizialmente con una certa cautela, la fruizione anche al pubblico.
Mirabilia
Il Museo diocesano, dal 2015 a questa parte, ha intrapreso un vero e proprio cammino alla riscoperta di quei materiali artistici perlopiù sacri che, per consuetudine, vengono inseriti all'interno delle cosiddette arti minori, in particolare promuovendone conoscenza, tutela e restauro attraverso mostre monotematiche (oreficerie sacre, reliquiari, manufatti monastici, tabernacoli da viatico, cartegloria, piccola plastica devozionale in terracotta, scrigni e cofanetti, ecc.).
L'allestimento della wunderkammer rappresenta, dunque, l'ultimo virtuoso esempio di quanto sino ad ora affermato, laddove la fattiva collaborazione tra studiosi ed istituzioni museali non necessariamente del territorio, diviene strumento di promozione di un progetto culturale atto alla riscoperta, valorizzazione e conoscenza di materiali artistici di uso liturgico – da molti decenni caduti in disuso, ancorché spesso di pregevolissima fattura – sottraendoli ad un destino di oblio e sicura dispersione.
I mirabilia raccolti in questo nuovo spazio (in buona parte in prestito temporaneo dal tesoro della cattedrale, oltre che dai depositi del nostro museo), appartenenti tutti al novero delle arti minori – calici, fermagli di piviale e mitre tempestati di smalti e gemme, bastoni pastorali, doppieri e reliquiari in argento e vermeil, avori, bronzi, miniature, vetri e piccoli dipinti su rame, corone di statua, rosari in avorio e corallo, ecc. – ogni sei mesi saranno rinnovati con altri in prestito temporaneo dalle chiese della nostra diocesi, in modo da offrire al visitatore sempre nuovi stimoli di visita.
In questo primo allestimento, a titolo puramente esemplificativo, tra le rarità in mostra scegliamo di segnalare: la serie delle mitre, in seta ricamata in oro e argento con castoni di pietre semi preziose, appartenute al cardinale Giovanni Angelo Braschi (poi Pio VI), ai vescovi di Imola Bandi, Mastai Ferretti (poi Pio IX), Tesorieri e Baldassarri; una preziosa serie di calici tra i quali figurano quello di Placide Poussielgue Rusand e quello in oro e diamanti della bottega dei Valadier, dono di Pio VII al Capitolo della cattedrale di Imola; una raffinatissima e rara coppia di doppieri in argento eseguiti dal celebre orafo romano Belli (in pendant con l'altrettanto celebre residenza eucaristica di Pio VII); la cassa del cardinale imolese Anton Domenico Gamberini e, infine, un suo servizio di bicchieri di manifattura tedesca in vetro façon de Venise con stemma in smalto policromo.
Il giardino pensile
L'appartamento verde è detto anche “estivo” o “al giardino”. Per la sua peculiare esposizione e l'affaccio sul giardino interno del palazzo vescovile, veniva abitato dal vescovo durante i mesi estivi poiché effettivamente ritenuto più fresco rispetto a quello rosso e a quello domestico. La nuova sala si apre su di un terrazzo pensile di discrete dimensioni, il quale – a sua volta – offre una suggestiva visione dall'alto non solo dell'orto-giardino interno del vescovado, ma anche del campanile e (in parte) del fronte della Cattedrale.
Si è ritenuto opportuno, nel contesto di questa opera di riqualificazione interna, valorizzare anche questo spazio esterno trasformandolo in giardino pensile: una sorta di proemio sopraelevato al giardino vero e proprio su cui s'affaccia. Una guida scarlatta è stata dipinta sul pavimento del terrazzo: parte dalla soglia della porta finestra d'ingresso e termina nel vuoto, poiché la fantasia – come la bellezza – non deve avere limiti spazio-temporali. Lateralmente la guida dipinta è delimitata da rampicanti (trachelospermum jasminoides, dai profumatissimi fiori bianchi) e grandi arbusti (ilex aquifoluim dalle belle bacche rosse, ilex crenata e loropetalum chinense dalla smagliante fioritura viola-paonazzo), potati in forma di cono e sfera a richiamare l'antico obelisco in pietra, posto al centro del giardino del palazzo.
Enti patrocinatori e sostenitori
L'evento gode del patrocinio dell'Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.
Il restauro della VII sala dell’appartamento verde e la realizzazione del giardino pensile sono stati resi possibili con il contributo determinante di:
FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI IMOLA
COOPERATIVA CLAI di Sasso Morelli
e con il contributo di:
ECA
Garden Center la Serra
PMVC Lavori Edili s.r.l.
Blu Impianti
Decor Casa
Studi Legali Riuniti avv. Edore e Filippo Campagnoli
Zafferano Vespertino
Editrice La Mandragora
Media partner: Il nuovo Diario Messaggero.
L'inaugurazione
È fissata per domenica 22 settembre 2019 alle ore 17.30 nella Sala grande del Museo Diocesano.
Saluti
S.E. Mons. Giovanni Mosciatti
Vescovo di Imola
Fabio Bacchilega
Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola
Intervengono
Roberto Balzani
Presidente dell’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna
Lorenzo Lorenzini
Storico dell’arte, Museo Civico d’Arte di Modena
Marco Violi
Vicedirettore del Museo Diocesano di Imola
A seguire
- Inaugurazione della sala, visita guidata e brindisi
- Primo chiostro del palazzo vescovile, ore 21
Emilia Romagna Festival
CONCERTI AL MUSEO DIOCESANO 2019
Viaggio attraverso l’Europa
Musiche di J. Haydn, G. M. Cambini, P. Hyndemith, F. Farkas, J. Ibert
Ensemble strumentale Recondite Armonie
Sede | orari di apertura | info
MUSEO E PINACOTECA DIOCESANI DI IMOLA e DELLE CARROZZE
Palazzo Vescovile | Piazza Duomo, 1 - 40026 Imola (Bo)
Orari di apertura
martedì, mercoledì e giovedì: ore 9-12
martedì e giovedì: ore 14-17
sabato: ore 10-13 / 15.30-18.30
domenica: ore 15.30-18.30
Info
tel. 0542 25000
museo@imola.chiesacattolica.it
www.facebook.com/museodiocesanoimola
della VII sala dell’appartAmento verde
e del giardino pensile
Domenica 22 settembre 2019
******
Domenica 22 settembre alle ore 17.30, il prof. Roberto Balzani, presidente dell'Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, inaugura i restauri della VII sala dell'appartamento verde del Museo diocesano di Imola – la WUNDERKAMMER – e dell'annesso terrazzo/giardino pensile. L'apertura di questo nuovo spazio – impiegato un tempo come cucina e, successivamente, come magazzino – oggi completamente rinnovato a cura del Museo diocesano, amplia ulteriormente la fruizione della superficie adibita a museo all'interno del Palazzo vescovile di Imola: museo diocesano, chiostro, cortile d'onore, lapidarium e Museo delle carrozze divengono così un polo culturale unitario di grande suggestione a servizio dell'intera comunità cittadina.
Il cardinale Giacomo Giustiniani (vescovo di Imola dal 1826 al 1832) fece aggiustare le retrocamere dell’appartamento nobile e fece anche eseguire lavori alle stanze degli ospiti verso il giardino, che portano nei soffitti il suo stemma. A lui si debbono le delicate tempere di gusto neoclassico, parte in policromia parte a monocromo, che ornano i soffitti di sei delle sette sale dell’appartamento verde (la V e la VI sono state totalmente restaurate ed aperte al pubblico nell'autunno del 2016).
Con il restauro di quest'ultima sala – la VII – di dimensioni certamente ridotte e più “rustica” (non presenta decorazione alcuna sul soffitto in arellato, poiché originariamente nata con funzione di servizio alle altre sei costituenti l'appartamento Giustiniani vero e proprio) rispetto alle altre che la precedono, si completa così definitivamente la sistemazione e l'apertura al pubblico non solo dell'intero appartamento verde, ma anche di tutti gli spazi al piano nobile del Palazzo vescovile occupati dal Museo Diocesano, che passa da quindici a sedici unità allestite e aperte al pubblico.
Wunderkammer
Wunderkammer – camera delle meraviglie o gabinetto delle curiosità – è un'espressione in lingua tedesca usata per indicare particolari ambienti, di dimensioni perlopiù raccolte, in cui i collezionisti erano soliti conservare raccolte di oggetti straordinari per le loro caratteristiche intrinseche ed estrinseche. Fenomeno tipico del Cinquecento ebbe un ulteriore sviluppo nel secolo successivo, alimentandosi delle grandiosità barocche, e si protrasse fino al Settecento, favorito dal tipico amore per le curiosità scientifiche proprio dell'Illuminismo. La wunderkammer è all’origine del concetto moderno di museo (sebbene non abbia di quest'ultimo le caratteristiche della sistemazione e del metodo), poiché all’interesse per il “meraviglioso” unisce il bisogno di conoscenza sistematica.
Generalmente si trattò di raccolte di esemplari di storia naturale: rocce o pietre preziose rare, zanne di elefante, rami di corallo, perle deformi, piante o semi rari essiccati, piccoli coccodrilli, lucertole, oppure ossa e denti di pesci, uccelli e mammiferi, o ancora grandi conchiglie (naturalia). Ma non erano solo questi gli oggetti degni di far bella mostra di sé in una wunderkammer, ve ne erano altri, come libri e stampe rari, erbari, quadri, cammei, filigrane, collane di perle e coralli, vasi, monete antiche, strumenti, invenzioni meccaniche, carte geografiche, rarità archeologiche, miniature, avori, gioielli, piccole sculture rinascimentali, gemme, ecc. Tutti questi reperti erano mirabilia, ovvero oggetti che destavano meraviglia nell'osservatore. Possedere una wunderkammer era cosa da re, da nobili o, comunque, da chi se la poteva permettere, poiché le collezioni in essa esposte erano costituite da oggetti spesso e volentieri estremamente costosi.
L'accumularsi di naturalia e artificialia nelle wunderkammer sfociò, verso la fine del '700, nella costituzione di veri e propri musei, allorché i possessori privati di “camere delle meraviglie” decisero di ordinare e catalogare la quantità incredibile del materiale in esse raccolto e di consentirne, sia pure inizialmente con una certa cautela, la fruizione anche al pubblico.
Mirabilia
Il Museo diocesano, dal 2015 a questa parte, ha intrapreso un vero e proprio cammino alla riscoperta di quei materiali artistici perlopiù sacri che, per consuetudine, vengono inseriti all'interno delle cosiddette arti minori, in particolare promuovendone conoscenza, tutela e restauro attraverso mostre monotematiche (oreficerie sacre, reliquiari, manufatti monastici, tabernacoli da viatico, cartegloria, piccola plastica devozionale in terracotta, scrigni e cofanetti, ecc.).
L'allestimento della wunderkammer rappresenta, dunque, l'ultimo virtuoso esempio di quanto sino ad ora affermato, laddove la fattiva collaborazione tra studiosi ed istituzioni museali non necessariamente del territorio, diviene strumento di promozione di un progetto culturale atto alla riscoperta, valorizzazione e conoscenza di materiali artistici di uso liturgico – da molti decenni caduti in disuso, ancorché spesso di pregevolissima fattura – sottraendoli ad un destino di oblio e sicura dispersione.
I mirabilia raccolti in questo nuovo spazio (in buona parte in prestito temporaneo dal tesoro della cattedrale, oltre che dai depositi del nostro museo), appartenenti tutti al novero delle arti minori – calici, fermagli di piviale e mitre tempestati di smalti e gemme, bastoni pastorali, doppieri e reliquiari in argento e vermeil, avori, bronzi, miniature, vetri e piccoli dipinti su rame, corone di statua, rosari in avorio e corallo, ecc. – ogni sei mesi saranno rinnovati con altri in prestito temporaneo dalle chiese della nostra diocesi, in modo da offrire al visitatore sempre nuovi stimoli di visita.
In questo primo allestimento, a titolo puramente esemplificativo, tra le rarità in mostra scegliamo di segnalare: la serie delle mitre, in seta ricamata in oro e argento con castoni di pietre semi preziose, appartenute al cardinale Giovanni Angelo Braschi (poi Pio VI), ai vescovi di Imola Bandi, Mastai Ferretti (poi Pio IX), Tesorieri e Baldassarri; una preziosa serie di calici tra i quali figurano quello di Placide Poussielgue Rusand e quello in oro e diamanti della bottega dei Valadier, dono di Pio VII al Capitolo della cattedrale di Imola; una raffinatissima e rara coppia di doppieri in argento eseguiti dal celebre orafo romano Belli (in pendant con l'altrettanto celebre residenza eucaristica di Pio VII); la cassa del cardinale imolese Anton Domenico Gamberini e, infine, un suo servizio di bicchieri di manifattura tedesca in vetro façon de Venise con stemma in smalto policromo.
Il giardino pensile
L'appartamento verde è detto anche “estivo” o “al giardino”. Per la sua peculiare esposizione e l'affaccio sul giardino interno del palazzo vescovile, veniva abitato dal vescovo durante i mesi estivi poiché effettivamente ritenuto più fresco rispetto a quello rosso e a quello domestico. La nuova sala si apre su di un terrazzo pensile di discrete dimensioni, il quale – a sua volta – offre una suggestiva visione dall'alto non solo dell'orto-giardino interno del vescovado, ma anche del campanile e (in parte) del fronte della Cattedrale.
Si è ritenuto opportuno, nel contesto di questa opera di riqualificazione interna, valorizzare anche questo spazio esterno trasformandolo in giardino pensile: una sorta di proemio sopraelevato al giardino vero e proprio su cui s'affaccia. Una guida scarlatta è stata dipinta sul pavimento del terrazzo: parte dalla soglia della porta finestra d'ingresso e termina nel vuoto, poiché la fantasia – come la bellezza – non deve avere limiti spazio-temporali. Lateralmente la guida dipinta è delimitata da rampicanti (trachelospermum jasminoides, dai profumatissimi fiori bianchi) e grandi arbusti (ilex aquifoluim dalle belle bacche rosse, ilex crenata e loropetalum chinense dalla smagliante fioritura viola-paonazzo), potati in forma di cono e sfera a richiamare l'antico obelisco in pietra, posto al centro del giardino del palazzo.
Enti patrocinatori e sostenitori
L'evento gode del patrocinio dell'Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.
Il restauro della VII sala dell’appartamento verde e la realizzazione del giardino pensile sono stati resi possibili con il contributo determinante di:
FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI IMOLA
COOPERATIVA CLAI di Sasso Morelli
e con il contributo di:
ECA
Garden Center la Serra
PMVC Lavori Edili s.r.l.
Blu Impianti
Decor Casa
Studi Legali Riuniti avv. Edore e Filippo Campagnoli
Zafferano Vespertino
Editrice La Mandragora
Media partner: Il nuovo Diario Messaggero.
L'inaugurazione
È fissata per domenica 22 settembre 2019 alle ore 17.30 nella Sala grande del Museo Diocesano.
Saluti
S.E. Mons. Giovanni Mosciatti
Vescovo di Imola
Fabio Bacchilega
Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola
Intervengono
Roberto Balzani
Presidente dell’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna
Lorenzo Lorenzini
Storico dell’arte, Museo Civico d’Arte di Modena
Marco Violi
Vicedirettore del Museo Diocesano di Imola
A seguire
- Inaugurazione della sala, visita guidata e brindisi
- Primo chiostro del palazzo vescovile, ore 21
Emilia Romagna Festival
CONCERTI AL MUSEO DIOCESANO 2019
Viaggio attraverso l’Europa
Musiche di J. Haydn, G. M. Cambini, P. Hyndemith, F. Farkas, J. Ibert
Ensemble strumentale Recondite Armonie
Sede | orari di apertura | info
MUSEO E PINACOTECA DIOCESANI DI IMOLA e DELLE CARROZZE
Palazzo Vescovile | Piazza Duomo, 1 - 40026 Imola (Bo)
Orari di apertura
martedì, mercoledì e giovedì: ore 9-12
martedì e giovedì: ore 14-17
sabato: ore 10-13 / 15.30-18.30
domenica: ore 15.30-18.30
Info
tel. 0542 25000
museo@imola.chiesacattolica.it
www.facebook.com/museodiocesanoimola
22
settembre 2019
Wunderkammer
Dal 22 settembre 2019 al primo settembre 2029
arte antica
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
MUSEO E PINACOTECA DIOCESANI DI IMOLA E DELLE CARROZZE
Imola, Piazza Del Duomo, 1, (Bologna)
Imola, Piazza Del Duomo, 1, (Bologna)
Orario di apertura
martedì e giovedì ore 9-12 e 14-17
mercoledì ore 9-12
sabato ore 10-13 e 15.30-18.30
domenica ore 15.30-18.30
Vernissage
22 Settembre 2019, ore 17.30
Autore
Curatore
Progetto grafico
Media partner
Sponsor
Patrocini