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Wunderkammer
Il 26 settembre 2024, dalle ore 18.30, Studio Quipu inaugura “Wunderkammer”, una collettiva che presenta le opere di Carlos Atoche, fondatore dello spazio espositivo romano, insieme a quelle di altri tre artisti peruviani: Camila Figallo, Jhoel Mamani e Hugo Salazar Chuquimango.
Comunicato stampa
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C’erano una volta le Wunderkammer, le stanze delle meraviglie sfoggio di sovrani d’Europa e studioli dei più importanti umanisti del Rinascimento, poi arricchite dalle grandiosità barocche del Seicento e dalle novità scientifiche dell’Età dei Lumi. Ritenute una sorta di musei ante-litteram, le Wunderkammer sancirono un nuovo modo di collezionare, accostando opere d’arte tradizionali a pezzi rari ed oggetti esotici. Naturalia et artificialia appunto.
Gli artisti in mostra, ispirandosi alla concezione delle stanze delle meraviglie, nascondono nelle loro opere simboli e ogni tipo di “curiosità”, fondendo la saggezza ancestrale del Perù con il patrimonio europeo e i propri immaginari. Un altro punto di contatto tra i quattro artisti è il ricorso alla pittura figurativa come rappresentazione di una dimensione universale e astorica, una “surrealtà”, che può essere generata dalla fusione di sogno e veglia o dalla riscoperta della immaginazione dei bambini. E poi il fantastico, l’irrazionale, il meraviglioso, l’enigmatico e l’onirico che, come intendeva André Breton per il surrealismo, servono ad infrangere gli schemi precostituiti e a liberare l’uomo, in quanto “animale sociale”, dalle costrizioni imposte dalla società.
Le stanze delle curiosità che un tempo erano porte verso l'ignoto sono ora reimmaginate come spazi di esplorazione e conoscenza, dove ogni elemento rivela un frammento del mondo dell’artista.
Nelle opere di Hugo Salazar Chuquimango emerge l’influenza della dimensione onirica. Figure umane - spesso nude e di forte carica erotica - uccelli, pesci e teschi riemergono dall’inconscio come un mondo primordiale generatosi al di là del visibile o come un semplice pezzetto dell’immaginazione dell’artista. È una pittura veggente rivelatrice di simboli e antichi codici.
L’influenza del linguaggio surrealista si individua nelle opere Jhoel Mamani, dove troviamo ambientazioni irreali, simboli onirici ed elementi alchemici. È un mondo atemporale popolato da misteriose figure femminili zoomorfe e animali antropomorfi, da foreste lussureggianti e da paesaggi sospesi di città pietrificate.
Carlos Atoche, invece, con una sensibilità “infantile” e “primitiva” rielabora le mitologie andine in ambientazioni sottomarine, in una sorta di archeologia ritrovata: antichi guerrieri, mostri marini, pesci multicolori e divinità preincaiche si inseriscono sulle superfici delle tele dialogando con elementi provenienti dall’arte classica, dalle antiche culture sudamericane e dalle forme morbide e arrotondate dei Maestri dell’arte italiana.
Nelle opere di Camila Figallo vengono dissotterrate in maniera ossessiva paure, desideri, conflitti, autocensure e pulsioni che si manifestano nella complessa relazione tra predatore e preda. L’artista è solita inserire i personaggi, quasi sempre femminili, all’interno di sovraccarichi ambienti domestici, potremmo dire “barocchi”, o all’interno di paesaggi selvaggi abitati da fauna bellicosa. Lo spirito “primitivo” guida così il magico potere della figurazione nella continua danza tra vita e morte.
Gli artisti in mostra, ispirandosi alla concezione delle stanze delle meraviglie, nascondono nelle loro opere simboli e ogni tipo di “curiosità”, fondendo la saggezza ancestrale del Perù con il patrimonio europeo e i propri immaginari. Un altro punto di contatto tra i quattro artisti è il ricorso alla pittura figurativa come rappresentazione di una dimensione universale e astorica, una “surrealtà”, che può essere generata dalla fusione di sogno e veglia o dalla riscoperta della immaginazione dei bambini. E poi il fantastico, l’irrazionale, il meraviglioso, l’enigmatico e l’onirico che, come intendeva André Breton per il surrealismo, servono ad infrangere gli schemi precostituiti e a liberare l’uomo, in quanto “animale sociale”, dalle costrizioni imposte dalla società.
Le stanze delle curiosità che un tempo erano porte verso l'ignoto sono ora reimmaginate come spazi di esplorazione e conoscenza, dove ogni elemento rivela un frammento del mondo dell’artista.
Nelle opere di Hugo Salazar Chuquimango emerge l’influenza della dimensione onirica. Figure umane - spesso nude e di forte carica erotica - uccelli, pesci e teschi riemergono dall’inconscio come un mondo primordiale generatosi al di là del visibile o come un semplice pezzetto dell’immaginazione dell’artista. È una pittura veggente rivelatrice di simboli e antichi codici.
L’influenza del linguaggio surrealista si individua nelle opere Jhoel Mamani, dove troviamo ambientazioni irreali, simboli onirici ed elementi alchemici. È un mondo atemporale popolato da misteriose figure femminili zoomorfe e animali antropomorfi, da foreste lussureggianti e da paesaggi sospesi di città pietrificate.
Carlos Atoche, invece, con una sensibilità “infantile” e “primitiva” rielabora le mitologie andine in ambientazioni sottomarine, in una sorta di archeologia ritrovata: antichi guerrieri, mostri marini, pesci multicolori e divinità preincaiche si inseriscono sulle superfici delle tele dialogando con elementi provenienti dall’arte classica, dalle antiche culture sudamericane e dalle forme morbide e arrotondate dei Maestri dell’arte italiana.
Nelle opere di Camila Figallo vengono dissotterrate in maniera ossessiva paure, desideri, conflitti, autocensure e pulsioni che si manifestano nella complessa relazione tra predatore e preda. L’artista è solita inserire i personaggi, quasi sempre femminili, all’interno di sovraccarichi ambienti domestici, potremmo dire “barocchi”, o all’interno di paesaggi selvaggi abitati da fauna bellicosa. Lo spirito “primitivo” guida così il magico potere della figurazione nella continua danza tra vita e morte.
26
settembre 2024
Wunderkammer
Dal 26 settembre al 12 ottobre 2024
arte contemporanea
Location
Studio Quipu
Roma, Via Romanello da Forlì, 24, (RM)
Roma, Via Romanello da Forlì, 24, (RM)
Orario di apertura
dal martedì al sabato, ore 15.00-19.30
Vernissage
26 Settembre 2024, ore 18.30
Autore
Curatore