Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
X (2007-2017). 10 anni.
X è il decennale di Boccanera. In X Giorgia presenterà i lavori di tutti gli artisti che hanno partecipato ad una mostra in Boccanera negli ultimi 10 anni, con un allestimento che rispetta il pieno flusso di coscienza che rappresenta la passione e la libertà, l’anticonformismo della galleria.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Vorrei poter dire di aver fatto qualcosa, qualunque cosa, cosi a lungo nella vita, ma niente è mai durato tanto: non una relazione, un animale domestico, un appartamento, un lavoro, un’automobile. Niente. Tutto è passato in meno di dieci anni.
Le uniche due costanti nella mia esistenza durate più di una decade sono l'amore per l'arte, essere una donna.
Sono cresciuta in provincia, in collina e un giorno nella biblioteca della scuola ho trovato un libro di storia della’arte. Mi e’ piaciuto subito perché aveva tantissime figure. In una delle pagine ho trovato quella che mi ha infettato per sempre: un ritratto di Egon Schiele. Avevo sei anni. I miei genitori lavoravano le vigne per produrre vino prima che diventasse un trend e non sono mai entrati in un museo finché hanno visitato una delle mie mostre. Quell’immagine in bianco e nero di un ritratto di ragazza è stata l’elemento scatenante di questa patologia meravigliosa che porto con me da sempre. E come a me è successo a tanti.
L’arte è una scelta spesso dolorosa. Si deve fare i conti con un mondo che non capisce ma che in qualche modo tollera, con le piccole battaglie giornaliere:
“Paola Gallio…Professione?”
“ Curatore”
“Ah, è un medico!…e che specialistica?”
“…no, guardi, sono un curatore non un medico…organizzo mostre”.
“…ahhh, è un’artista…e beh, in effetti, si vede... ”.
“...no, non sono un’artista, sono un curatore. Organizzo mostre per gli artisti, scrivo…”.
“…mhhh. Metto scrittore?”
“…no, sono curatore, non sono uno scrittore, sono occupazioni diverse…”.
“…bene, però io voglio sapere qual’e’ il suo lavoro! Come si guadagna da vivere signora?”
…questo si, dura da dieci anni.
Ho conosciuto Giorgia di recente tramite un collezionista, amico caro e mentore, in un posto improbabile a un aperitivo a Milano. L’amicizia in comune unita a quel naturale magnetismo cosmico, che porta gli esemplari simili a fare branco, ci connesse immediatamente.
Giorgia mi dice che ha una galleria, da anni, che si sposta su di un mezzo commerciale che parcheggia in seconda fila, che è specializzata in artisti Est Europei e Sud Est Europei.
Sono perplessa e incuriosita perché ai tempi in cui ho studiato la mappa dell’Europa, il sud est europeo era la Jugoslavia, e ancora ora faccio fatica a ricordarmi dove siano dislocate geograficamente le varie nazioni dopo la pace.
Gorgia invece conosce gli artisti venuti fuori dal conflitto e dalla caduta del sogno tecnologico bolscevico.
Giorgia è Giorgia Lucchi da sempre, e Boccanera Gallery da dieci anni che non è a Sarajevo né a Venezia, o a Milano. Boccanera è a Trento, una zona di confine, dove le culture diverse s’incontrano e convivono.
Giorgia pensa a Trento come a New York, a Londra, a Berlino dove, nell’era di Instagram la centralità non è necessaria.
Boccanera si è trasferita dalla città in una zona periferica, all’uscita del casello Trento Nord a meta’ tra la Galleria Civica di Treno e in direzione Museion, Bolzano, scegliendo come un navigato marinaio, una posizione ideale per le rotte dei flussi migratori del sistema dell’arte.
Opta per un ampio spazio industriale a servizio degli artisti che rappresenta, fatto per “esporre”, perché è questo che un gallerista dovrebbe priorizzare nella scelta di una sede. Spesso nella corsa ceca al successo si perde di vista l’essenziale.
Avendo un’identità fluida occasionalmente scorre via dai 200 metri quadri di Via Alto Adige per riaffiorare in Via Ventura a Milano, In Via Beatrice d’Este per MI art, in Via Roberto da Sanseverino per MUSE.
Boccanera è una galleria che ha una passione sfrenata per gli spazi indipendenti e spesso, ne assume i connotati. Si è costruita la possibilità di essere entrambe le cose per una serie di fattori che sono maturati nel tempo e che hanno fatto si che potesse crescere in questo senso.
Vivendo da anni a New York ho imparato che essere galleristi alternativi è sempre “cool”, ma senza mercato, forse si è sbagliato mestiere. Giorgia usa Boccanera come Spazio Espositivo Trasversale con un forte impianto curatoriale perfettamente calibrato sulla sua attività galleristica, facendo un lavoro di ricerca specifico per la natura commerciale dello spazio.
Giorgia è nomade e spesso si spinge negli atenei, e in veste di GALLERIA di ricerca colma quella lacuna inestinguibile tipica delle istituzioni accademiche italiane, dove gli studenti d’arte non hanno nessun outlet sul mondo. Boccanera li scova e in alcune occasioni li porta fuori, perche’ in tutto quello spazio c’e’ anche una project room per progetti più audaci e per gli artisti anche più giovani, dei giovani che già rappresenta.
X è il suo decennale. Un compleanno importante. X è il capitolo successivo a IX, la mostra di apertura di Boccanera nel 2007.
In X Giorgia presenterà i lavori di tutti gli artisti che hanno partecipato ad una mostra in Boccanera negli ultimi 10 anni, con un allestimento in stile Salon, rispettando il pieno flusso di coscienza che rappresenta la passione e la libertà, l’anticonformismo della galleria.
L'arte è cronica per alcuni. Arriva inaspettata, è un’inclinazione mentale. Non importano le origini o la provenienza geografica, l’arte s’insinua e colpisce in modo incurabile. Alcuni, i più forti riescono a reprimere, altri mediano e agiscono al coperto, la maggior parte ci si tuffa senza vergogna, e con orgoglio ne porta la bandiera.
Da IX a X è un grande passo. Una vittoria.
X è il segno tangibile che la vita ti insegna come viverla, se si sopravvive sufficientemente a lungo.
Le uniche due costanti nella mia esistenza durate più di una decade sono l'amore per l'arte, essere una donna.
Sono cresciuta in provincia, in collina e un giorno nella biblioteca della scuola ho trovato un libro di storia della’arte. Mi e’ piaciuto subito perché aveva tantissime figure. In una delle pagine ho trovato quella che mi ha infettato per sempre: un ritratto di Egon Schiele. Avevo sei anni. I miei genitori lavoravano le vigne per produrre vino prima che diventasse un trend e non sono mai entrati in un museo finché hanno visitato una delle mie mostre. Quell’immagine in bianco e nero di un ritratto di ragazza è stata l’elemento scatenante di questa patologia meravigliosa che porto con me da sempre. E come a me è successo a tanti.
L’arte è una scelta spesso dolorosa. Si deve fare i conti con un mondo che non capisce ma che in qualche modo tollera, con le piccole battaglie giornaliere:
“Paola Gallio…Professione?”
“ Curatore”
“Ah, è un medico!…e che specialistica?”
“…no, guardi, sono un curatore non un medico…organizzo mostre”.
“…ahhh, è un’artista…e beh, in effetti, si vede... ”.
“...no, non sono un’artista, sono un curatore. Organizzo mostre per gli artisti, scrivo…”.
“…mhhh. Metto scrittore?”
“…no, sono curatore, non sono uno scrittore, sono occupazioni diverse…”.
“…bene, però io voglio sapere qual’e’ il suo lavoro! Come si guadagna da vivere signora?”
…questo si, dura da dieci anni.
Ho conosciuto Giorgia di recente tramite un collezionista, amico caro e mentore, in un posto improbabile a un aperitivo a Milano. L’amicizia in comune unita a quel naturale magnetismo cosmico, che porta gli esemplari simili a fare branco, ci connesse immediatamente.
Giorgia mi dice che ha una galleria, da anni, che si sposta su di un mezzo commerciale che parcheggia in seconda fila, che è specializzata in artisti Est Europei e Sud Est Europei.
Sono perplessa e incuriosita perché ai tempi in cui ho studiato la mappa dell’Europa, il sud est europeo era la Jugoslavia, e ancora ora faccio fatica a ricordarmi dove siano dislocate geograficamente le varie nazioni dopo la pace.
Gorgia invece conosce gli artisti venuti fuori dal conflitto e dalla caduta del sogno tecnologico bolscevico.
Giorgia è Giorgia Lucchi da sempre, e Boccanera Gallery da dieci anni che non è a Sarajevo né a Venezia, o a Milano. Boccanera è a Trento, una zona di confine, dove le culture diverse s’incontrano e convivono.
Giorgia pensa a Trento come a New York, a Londra, a Berlino dove, nell’era di Instagram la centralità non è necessaria.
Boccanera si è trasferita dalla città in una zona periferica, all’uscita del casello Trento Nord a meta’ tra la Galleria Civica di Treno e in direzione Museion, Bolzano, scegliendo come un navigato marinaio, una posizione ideale per le rotte dei flussi migratori del sistema dell’arte.
Opta per un ampio spazio industriale a servizio degli artisti che rappresenta, fatto per “esporre”, perché è questo che un gallerista dovrebbe priorizzare nella scelta di una sede. Spesso nella corsa ceca al successo si perde di vista l’essenziale.
Avendo un’identità fluida occasionalmente scorre via dai 200 metri quadri di Via Alto Adige per riaffiorare in Via Ventura a Milano, In Via Beatrice d’Este per MI art, in Via Roberto da Sanseverino per MUSE.
Boccanera è una galleria che ha una passione sfrenata per gli spazi indipendenti e spesso, ne assume i connotati. Si è costruita la possibilità di essere entrambe le cose per una serie di fattori che sono maturati nel tempo e che hanno fatto si che potesse crescere in questo senso.
Vivendo da anni a New York ho imparato che essere galleristi alternativi è sempre “cool”, ma senza mercato, forse si è sbagliato mestiere. Giorgia usa Boccanera come Spazio Espositivo Trasversale con un forte impianto curatoriale perfettamente calibrato sulla sua attività galleristica, facendo un lavoro di ricerca specifico per la natura commerciale dello spazio.
Giorgia è nomade e spesso si spinge negli atenei, e in veste di GALLERIA di ricerca colma quella lacuna inestinguibile tipica delle istituzioni accademiche italiane, dove gli studenti d’arte non hanno nessun outlet sul mondo. Boccanera li scova e in alcune occasioni li porta fuori, perche’ in tutto quello spazio c’e’ anche una project room per progetti più audaci e per gli artisti anche più giovani, dei giovani che già rappresenta.
X è il suo decennale. Un compleanno importante. X è il capitolo successivo a IX, la mostra di apertura di Boccanera nel 2007.
In X Giorgia presenterà i lavori di tutti gli artisti che hanno partecipato ad una mostra in Boccanera negli ultimi 10 anni, con un allestimento in stile Salon, rispettando il pieno flusso di coscienza che rappresenta la passione e la libertà, l’anticonformismo della galleria.
L'arte è cronica per alcuni. Arriva inaspettata, è un’inclinazione mentale. Non importano le origini o la provenienza geografica, l’arte s’insinua e colpisce in modo incurabile. Alcuni, i più forti riescono a reprimere, altri mediano e agiscono al coperto, la maggior parte ci si tuffa senza vergogna, e con orgoglio ne porta la bandiera.
Da IX a X è un grande passo. Una vittoria.
X è il segno tangibile che la vita ti insegna come viverla, se si sopravvive sufficientemente a lungo.
28
maggio 2017
X (2007-2017). 10 anni.
Dal 28 maggio al 28 giugno 2017
arte contemporanea
Location
BOCCANERA GALLERY
Trento, Via Alto Adige, 176, (Trento)
Trento, Via Alto Adige, 176, (Trento)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato ore 13-19
Vernissage
28 Maggio 2017, ore 11.00- mezzanotte.
Autore
Curatore