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XVI Mostra del Libro Antico
57 tra le più importanti librerie antiquarie offrono l’occasione di ammirare migliaia di pregiati volumi, che percorrono ogni strada del sapere, fonti inesauribili di conoscenza, ma anche di divertenti curiosità
Comunicato stampa
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Torna a Milano il tradizionale appuntamento per gli appassionati bibliofili: la Mostra del Libro Antico, alla sua XVI edizione, si svolgerà dal 10 al 13 marzo 2005, nella sua cornice storica, il Palazzo della Permanente (via Turati 34).
Col patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia e del Comune di Milano, 57 tra le più importanti librerie antiquarie offrono l'occasione di ammirare migliaia di pregiati volumi, che percorrono ogni strada del sapere, fonti inesauribili di conoscenza, ma anche di divertenti curiosità. Dato il successo di visitatori dello scorso anno, la Mostra rimarrà aperta al pubblico per quattro giorni anche in occasione della sedicesima edizione.
L’elegante sito web interamente dedicato alla Mostra www.mostradellibroantico.it presenta una panoramica completa della rassegna e consente agli utenti di entrare in contatto diretto con gli espositori e di accedere alle pagine delle cento aziende sponsor della manifestazione.
La mostra si sviluppa su un'estensione temporale di oltre ottocento anni, partendo dai manoscritti miniati e dagli incunaboli, per giungere a libri di grande pregio del XIX secolo e ad importanti iniziative editoriali del XX secolo.
Fra i prestigiosi volumi che saranno in mostra, alcuni meritano un'attenzione particolare:
MANOSCRITTI
Sconosciuto fino ad oggi lo splendido libro d’ore, datato 1420-1430 circa, proposto da Les Enluminures di Parigi, che si compone di 14 miniature e 203 fogli manoscritti in latino su pergamena rilegati in marocchino bruno del 18° secolo. Le sontuose miniature si ispirano alle composizioni delle Belles Heures, conservate al Metropolitan Museum, dei fratelli Limbourg, celebri artisti che conobbero grande notorietà nel Nord Europa nel 1410 e che seppero portare questo nuovo stile gotico ai suoi massimi livelli.
Il Polifilo di Milano espone il documento originale, datato 1579, siglato da San Carlo Borromeo, in cui si nomina “Visitatore” ufficiale il canonico Luigi di San Pietro, incaricato di ispezionare le città e i villaggi della diocesi di Milano nelle veci del cardinale. L’ecclesiastico visiterà chiese, ospedali, Monti di Pietà, luoghi pii, scuole, librerie, ecc. per accertare che tutto vi si svolga secondo i dettami del diritto canonico e, soprattutto, secondo i decreti del Concilio di Trento (1545-63). Oltre ad inquisire crimini e comminare pene, egli dovrà mettere ordine nella gestione dei beni clericali a quel tempo in grave stato di trascuratezza.
INCUNABOLI
La seconda edizione di “De civitate Dei” di S. Agostino, stampata a Roma nel 1468 da Sweynheym e Pannartz - i primi ad introdurre in Italia l’arte della stampa - è l’incunabolo presentato da Alessandro Meda Riquier di Pavia. L’esemplare, completo di tutte le carte bianche e illuminato da grandi iniziali in oro e capilettera miniati, è appartenuto al cardinale Nicola Fieschi, della potente famiglia ligure che diede alla Chiesa due pontefici, Innocenzo IV e Adriano V.
Ermete Trismegisto, denominazione greca della divinità egizia Thoth, lo scriba degli dei, è secondo la tradizione, l’autore di trattati filosofico-religiosi che, composti in periodo ellenistico e di paternità incerta, rivestono uno straordinario interesse per il loro carattere sapienziale, espresso in uno stile enigmatico, volutamente oscuro. Tra questi “Liber de potestate et sapientia Dei”, proposto da Bernard Quaritch di Londra, tradotto in latino da Marsilio Ficino, preziosa terza edizione stampata a Venezia nel 1481. L’opera fu commissionata fin dal 1463 dal mecenate Cosimo de Medici, che era venuto in possesso del manoscritto in greco attraverso Leonardo da Pistoia che lo aveva portato dalla lontana Macedonia.
La Libreria Antiquaria Philobiblon di Milano e Roma espone la prima edizione di “Hypnerotomachia Poliphili” di Francesco Colonna, stampato da Aldo Manuzio nel 1499. L’opera - qui dedicata dal gentiluomo veronese Leonardo Crasso che ne finanziò la stampa a Guidobaldo da Montefeltro, duca di Urbino – è ancora oggetto di studi e interrogativi. Le incisioni, forse del miniatore e disegnatore padovano Benedetto Bordone, così come il testo, ascrivibile al presunto monaco Francesco Colonna, sono in realtà di incerta attribuzione. Considerato il più bel libro illustrato di tutto il Rinascimento, ha tra le sue particolarità l’uso di una personalissima prosa volgare, appesantita da neologismi e complicate invenzioni lessicali, e una perfetta proporzione aurea nel rapporto tra testo e incisioni.
Le qualità culturali, tipografiche e artistiche di quest’opera fanno si che ancora oggi essa rappresenti un unicum assoluto.
CINQUECENTO
Negli “Eroici Furori” Giordano Bruno celebra una sorta di amore platonico che unisce l'anima a Dio mediante la ragione: l’amore non segue il modello classicistico o cortigiano, ma diviene forza esaltante, esperienza stravolgente vissuta dal saggio per divenire altro da sé e poter attingere alla divinità. Bruno accentua la visione dell'infinito e la celebrazione dello sforzo che l'uomo fa per oltrepassare "eroicamente" tutti i limiti e tutti i confini. Sokol Books di Londra presenta in mostra la prima edizione stampata a Parigi nel 1585 di questi dieci dialoghi in prosa e in verso con idee neoplatoniche e antipetrarchiste del filosofo campano arso sul rogo in Campo dei Fiori il 17 febbraio 1600.
La prima edizione estremamente rara del più noto trattato italiano di enologia, “De naturali vinorum istoria de vinis italiane et de convivijs antiquorum libri septem”, di Andrea Bacci (Roma, 1596) è un volume, diviso in sette libri, che elenca regione per regione, zona per zona, tutti i vini italiani e le loro qualità. Si tratta di una “storia universale del vino” che si chiude con una compendiosa trattazione dei principali vini pregiati europei e russi e dei vini “artificiali” fra cui la birra e l’acquavite. Natale Saliceti, archiatra personale di papa Pio VI, fece rilegare con particolare sfarzo e di eleganza quest’opera per offrirla a Stefano Borgia in occasione della sua elevazione al cardinalato, mentre il bel frontespizio architettonico reca lo stemma del cardinale Ascanio Colonna a cui è dedicata l’edizione. (Fiammetta Soave – Roma)
SEICENTO e SETTECENTO
“Sidereus Nuncius Magna” è l’opera attraverso la quale Galileo Galilei, oltre a descrivere per la prima volta l’uso scientifico del telescopio, dà notizia della scoperta dei quattro satelliti principali di Giove: Io, Europa, Ganimede e Callisto, conosciuti anche come “medicei” in onore di Cosimo II de Medici, a cui l’opera fu dedicata. La libreria Sourget di Chartres presenta, per la prima volta sul mercato, l’edizione “princeps” di quest’opera, stampata a Venezia e datata 1610, di importanza assoluta per la storia delle scienze.
La rarissima seconda edizione della “Città del Sole” di Tommaso Campanella, edita a Parigi nel 1637 e presentata in mostra dalla Libreria Antiquaria Imago Mundi di Buenos Aires, è ancora più pregiata della prima edizione del 1623. Il filosofo calabrese, deciso a preparare un’organica collezione delle sue opere, mise mano alla rielaborazione della sua enciclopedica Philosophia realis apportando significative modifiche. La maggiore novità di questa edizione è rappresentata dall’inclusione delle Questiones morales, delle Questiones de politicis e di quelle oeconomicae. L’esemplare, in perfetto stato di conservazione, è arricchito da una legatura gesuitica.
Dalle stamperie reali di Parma, per mano del noto Giambattista Bodoni, Erasmushaus di Basilea presenta “Descrizione delle feste celebrate in Parma l’anno 1769” di Paolo Maria Paciaudi. Il letterato, curatore della Regia Biblioteca parmense, si incaricò della realizzazione di quello che è stato definito, grazie anche alle illustrazioni di balli in costume, maschere cinesi e giostre medioevali, “il più bel libro di feste e il più ricercato” prodotto in occasione delle nozze “dell’infante Don Ferdinando colla reale arciduchessa Maria Amalia”. Il volume presente in mostra è una delle 62 sontuose copie rilegate in marocchino rosso e verde, omaggiate alle corti più importanti d’Italia e d’Europa.
OTTOCENTO e NOVECENTO
“Essai sur la préparation, la conservation, la désinfection des substances alimentaires et sur la construction des fournaux économiques” di J.B. Fournier, stampato a Parigi nel 1818, è l’interessante prima edizione di questo autore sconosciuto ai grandi biografi ma profondo conoscitore di temi gastronomici. L’opera, rilegata in marocchino rosso di Russia, descrive la struttura delle cucine del XIX secolo, le ricette di zuppe economiche, di piatti a base di verdure, legumi e cereali, ma, soprattutto, introduce per la prima volta concetti assolutamente moderni come la cottura a vapore, la conservazione dei cibi e la disinfezione degli alimenti rendendo questo trattato all’avanguardia per la sua epoca.
Di straordinaria rarità, non presente nei cataloghi delle librerie antiquarie da oltre 30 anni, è “Teatro araldico” illustrato da L. Tettoni e F. Saladini e stampato a Lodi negli anni 1841-1851: che è - si legge nel sottotitolo - una “raccolta generale delle armi et insegne gentilizie delle più illustri e nobili casate che esisterono un tempo e che tuttora fioriscono in tutta l’Italia”. Conservata nei fascicoli originali e illustrata da 649 tavole miniate a mano, si compone di ben 8 volumi. (Libreria Malavasi – Milano)
Numerata 858 di 1000 è la copia della prima limitata edizione di “Ulysses” di James Joyce, stampata a Parigi nel 1922. L’opera, presentata in mostra da Robert Frew di Londra è rilegata elegantemente in marocchino blu da Riviere & Son e, com’è noto, racchiude il principale romanzo dell’autore irlandese, scritto usando una tecnica narrativa molto ardita: ambientato a Dublino, si svolge in un’unica giornata (il 19 giugno 1904) ed è strutturato in modo da ricalcare l'Odissea di Omero.
La Libreria Pontremoli di Milano presenta il rarissimo primo libro di Giuseppe Ungaretti: “Porto sepolto”, stampato a Udine nel dicembre del 1916 in soli 80 esemplari numerati mentre l’autore combatteva al fronte. Fu proprio nelle trincee del Carso che nacque questa prima raccolta di versi che l’autore teneva nello zaino. L’esemplare proposto è arricchito da una bella e lunga dedica autografa a Gherardo Marone (narratore e traduttore, grande amico del poeta) datata “Zona di guerra” 23 dicembre 1916.
Il 2004 ha celebrato Salvador Dalì; Sims Reed di Londra rende omaggio all’artista spagnolo presentando una delle uniche 210 copie di “Les Chants de Maldoror” di Isidore Ducasse, Albert Skira Editore, datata 1934, illustrata e firmata dal celebre pittore. Solo un anno prima, nel laboratorio di Picasso, Dalì aveva conosciuto Skira ed era stato Picasso stesso a suggerire all'editore di affidargli l'illustrazione dei Chants de Maldoror. Dalì aveva solo 30 anni ma con le 42 incisioni su rame realizzò immagini che restano senza dubbio fra le più intense di tutta la sua opera d'artista, già in grado di esprimere appieno la sua personalità e la vivacità del suo genio.
La libreria americana Lame Duck Book presenta l’eccezionale copia della prima edizione di “El Aleph” di Jorge Luis Borges, stampata a Buenos Aires nel 1949. Questa brossura è di estremo valore in quanto si tratta della copia personale appartenuta all’autore stesso. Presenta infatti la firma dello scrittore argentino sulla copertina, oltre a numerose correzioni e sottolineature autografe nel testo, così annotato in vista della seconda, definitiva edizione di questa famosa raccolta di racconti.
Col patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia e del Comune di Milano, 57 tra le più importanti librerie antiquarie offrono l'occasione di ammirare migliaia di pregiati volumi, che percorrono ogni strada del sapere, fonti inesauribili di conoscenza, ma anche di divertenti curiosità. Dato il successo di visitatori dello scorso anno, la Mostra rimarrà aperta al pubblico per quattro giorni anche in occasione della sedicesima edizione.
L’elegante sito web interamente dedicato alla Mostra www.mostradellibroantico.it presenta una panoramica completa della rassegna e consente agli utenti di entrare in contatto diretto con gli espositori e di accedere alle pagine delle cento aziende sponsor della manifestazione.
La mostra si sviluppa su un'estensione temporale di oltre ottocento anni, partendo dai manoscritti miniati e dagli incunaboli, per giungere a libri di grande pregio del XIX secolo e ad importanti iniziative editoriali del XX secolo.
Fra i prestigiosi volumi che saranno in mostra, alcuni meritano un'attenzione particolare:
MANOSCRITTI
Sconosciuto fino ad oggi lo splendido libro d’ore, datato 1420-1430 circa, proposto da Les Enluminures di Parigi, che si compone di 14 miniature e 203 fogli manoscritti in latino su pergamena rilegati in marocchino bruno del 18° secolo. Le sontuose miniature si ispirano alle composizioni delle Belles Heures, conservate al Metropolitan Museum, dei fratelli Limbourg, celebri artisti che conobbero grande notorietà nel Nord Europa nel 1410 e che seppero portare questo nuovo stile gotico ai suoi massimi livelli.
Il Polifilo di Milano espone il documento originale, datato 1579, siglato da San Carlo Borromeo, in cui si nomina “Visitatore” ufficiale il canonico Luigi di San Pietro, incaricato di ispezionare le città e i villaggi della diocesi di Milano nelle veci del cardinale. L’ecclesiastico visiterà chiese, ospedali, Monti di Pietà, luoghi pii, scuole, librerie, ecc. per accertare che tutto vi si svolga secondo i dettami del diritto canonico e, soprattutto, secondo i decreti del Concilio di Trento (1545-63). Oltre ad inquisire crimini e comminare pene, egli dovrà mettere ordine nella gestione dei beni clericali a quel tempo in grave stato di trascuratezza.
INCUNABOLI
La seconda edizione di “De civitate Dei” di S. Agostino, stampata a Roma nel 1468 da Sweynheym e Pannartz - i primi ad introdurre in Italia l’arte della stampa - è l’incunabolo presentato da Alessandro Meda Riquier di Pavia. L’esemplare, completo di tutte le carte bianche e illuminato da grandi iniziali in oro e capilettera miniati, è appartenuto al cardinale Nicola Fieschi, della potente famiglia ligure che diede alla Chiesa due pontefici, Innocenzo IV e Adriano V.
Ermete Trismegisto, denominazione greca della divinità egizia Thoth, lo scriba degli dei, è secondo la tradizione, l’autore di trattati filosofico-religiosi che, composti in periodo ellenistico e di paternità incerta, rivestono uno straordinario interesse per il loro carattere sapienziale, espresso in uno stile enigmatico, volutamente oscuro. Tra questi “Liber de potestate et sapientia Dei”, proposto da Bernard Quaritch di Londra, tradotto in latino da Marsilio Ficino, preziosa terza edizione stampata a Venezia nel 1481. L’opera fu commissionata fin dal 1463 dal mecenate Cosimo de Medici, che era venuto in possesso del manoscritto in greco attraverso Leonardo da Pistoia che lo aveva portato dalla lontana Macedonia.
La Libreria Antiquaria Philobiblon di Milano e Roma espone la prima edizione di “Hypnerotomachia Poliphili” di Francesco Colonna, stampato da Aldo Manuzio nel 1499. L’opera - qui dedicata dal gentiluomo veronese Leonardo Crasso che ne finanziò la stampa a Guidobaldo da Montefeltro, duca di Urbino – è ancora oggetto di studi e interrogativi. Le incisioni, forse del miniatore e disegnatore padovano Benedetto Bordone, così come il testo, ascrivibile al presunto monaco Francesco Colonna, sono in realtà di incerta attribuzione. Considerato il più bel libro illustrato di tutto il Rinascimento, ha tra le sue particolarità l’uso di una personalissima prosa volgare, appesantita da neologismi e complicate invenzioni lessicali, e una perfetta proporzione aurea nel rapporto tra testo e incisioni.
Le qualità culturali, tipografiche e artistiche di quest’opera fanno si che ancora oggi essa rappresenti un unicum assoluto.
CINQUECENTO
Negli “Eroici Furori” Giordano Bruno celebra una sorta di amore platonico che unisce l'anima a Dio mediante la ragione: l’amore non segue il modello classicistico o cortigiano, ma diviene forza esaltante, esperienza stravolgente vissuta dal saggio per divenire altro da sé e poter attingere alla divinità. Bruno accentua la visione dell'infinito e la celebrazione dello sforzo che l'uomo fa per oltrepassare "eroicamente" tutti i limiti e tutti i confini. Sokol Books di Londra presenta in mostra la prima edizione stampata a Parigi nel 1585 di questi dieci dialoghi in prosa e in verso con idee neoplatoniche e antipetrarchiste del filosofo campano arso sul rogo in Campo dei Fiori il 17 febbraio 1600.
La prima edizione estremamente rara del più noto trattato italiano di enologia, “De naturali vinorum istoria de vinis italiane et de convivijs antiquorum libri septem”, di Andrea Bacci (Roma, 1596) è un volume, diviso in sette libri, che elenca regione per regione, zona per zona, tutti i vini italiani e le loro qualità. Si tratta di una “storia universale del vino” che si chiude con una compendiosa trattazione dei principali vini pregiati europei e russi e dei vini “artificiali” fra cui la birra e l’acquavite. Natale Saliceti, archiatra personale di papa Pio VI, fece rilegare con particolare sfarzo e di eleganza quest’opera per offrirla a Stefano Borgia in occasione della sua elevazione al cardinalato, mentre il bel frontespizio architettonico reca lo stemma del cardinale Ascanio Colonna a cui è dedicata l’edizione. (Fiammetta Soave – Roma)
SEICENTO e SETTECENTO
“Sidereus Nuncius Magna” è l’opera attraverso la quale Galileo Galilei, oltre a descrivere per la prima volta l’uso scientifico del telescopio, dà notizia della scoperta dei quattro satelliti principali di Giove: Io, Europa, Ganimede e Callisto, conosciuti anche come “medicei” in onore di Cosimo II de Medici, a cui l’opera fu dedicata. La libreria Sourget di Chartres presenta, per la prima volta sul mercato, l’edizione “princeps” di quest’opera, stampata a Venezia e datata 1610, di importanza assoluta per la storia delle scienze.
La rarissima seconda edizione della “Città del Sole” di Tommaso Campanella, edita a Parigi nel 1637 e presentata in mostra dalla Libreria Antiquaria Imago Mundi di Buenos Aires, è ancora più pregiata della prima edizione del 1623. Il filosofo calabrese, deciso a preparare un’organica collezione delle sue opere, mise mano alla rielaborazione della sua enciclopedica Philosophia realis apportando significative modifiche. La maggiore novità di questa edizione è rappresentata dall’inclusione delle Questiones morales, delle Questiones de politicis e di quelle oeconomicae. L’esemplare, in perfetto stato di conservazione, è arricchito da una legatura gesuitica.
Dalle stamperie reali di Parma, per mano del noto Giambattista Bodoni, Erasmushaus di Basilea presenta “Descrizione delle feste celebrate in Parma l’anno 1769” di Paolo Maria Paciaudi. Il letterato, curatore della Regia Biblioteca parmense, si incaricò della realizzazione di quello che è stato definito, grazie anche alle illustrazioni di balli in costume, maschere cinesi e giostre medioevali, “il più bel libro di feste e il più ricercato” prodotto in occasione delle nozze “dell’infante Don Ferdinando colla reale arciduchessa Maria Amalia”. Il volume presente in mostra è una delle 62 sontuose copie rilegate in marocchino rosso e verde, omaggiate alle corti più importanti d’Italia e d’Europa.
OTTOCENTO e NOVECENTO
“Essai sur la préparation, la conservation, la désinfection des substances alimentaires et sur la construction des fournaux économiques” di J.B. Fournier, stampato a Parigi nel 1818, è l’interessante prima edizione di questo autore sconosciuto ai grandi biografi ma profondo conoscitore di temi gastronomici. L’opera, rilegata in marocchino rosso di Russia, descrive la struttura delle cucine del XIX secolo, le ricette di zuppe economiche, di piatti a base di verdure, legumi e cereali, ma, soprattutto, introduce per la prima volta concetti assolutamente moderni come la cottura a vapore, la conservazione dei cibi e la disinfezione degli alimenti rendendo questo trattato all’avanguardia per la sua epoca.
Di straordinaria rarità, non presente nei cataloghi delle librerie antiquarie da oltre 30 anni, è “Teatro araldico” illustrato da L. Tettoni e F. Saladini e stampato a Lodi negli anni 1841-1851: che è - si legge nel sottotitolo - una “raccolta generale delle armi et insegne gentilizie delle più illustri e nobili casate che esisterono un tempo e che tuttora fioriscono in tutta l’Italia”. Conservata nei fascicoli originali e illustrata da 649 tavole miniate a mano, si compone di ben 8 volumi. (Libreria Malavasi – Milano)
Numerata 858 di 1000 è la copia della prima limitata edizione di “Ulysses” di James Joyce, stampata a Parigi nel 1922. L’opera, presentata in mostra da Robert Frew di Londra è rilegata elegantemente in marocchino blu da Riviere & Son e, com’è noto, racchiude il principale romanzo dell’autore irlandese, scritto usando una tecnica narrativa molto ardita: ambientato a Dublino, si svolge in un’unica giornata (il 19 giugno 1904) ed è strutturato in modo da ricalcare l'Odissea di Omero.
La Libreria Pontremoli di Milano presenta il rarissimo primo libro di Giuseppe Ungaretti: “Porto sepolto”, stampato a Udine nel dicembre del 1916 in soli 80 esemplari numerati mentre l’autore combatteva al fronte. Fu proprio nelle trincee del Carso che nacque questa prima raccolta di versi che l’autore teneva nello zaino. L’esemplare proposto è arricchito da una bella e lunga dedica autografa a Gherardo Marone (narratore e traduttore, grande amico del poeta) datata “Zona di guerra” 23 dicembre 1916.
Il 2004 ha celebrato Salvador Dalì; Sims Reed di Londra rende omaggio all’artista spagnolo presentando una delle uniche 210 copie di “Les Chants de Maldoror” di Isidore Ducasse, Albert Skira Editore, datata 1934, illustrata e firmata dal celebre pittore. Solo un anno prima, nel laboratorio di Picasso, Dalì aveva conosciuto Skira ed era stato Picasso stesso a suggerire all'editore di affidargli l'illustrazione dei Chants de Maldoror. Dalì aveva solo 30 anni ma con le 42 incisioni su rame realizzò immagini che restano senza dubbio fra le più intense di tutta la sua opera d'artista, già in grado di esprimere appieno la sua personalità e la vivacità del suo genio.
La libreria americana Lame Duck Book presenta l’eccezionale copia della prima edizione di “El Aleph” di Jorge Luis Borges, stampata a Buenos Aires nel 1949. Questa brossura è di estremo valore in quanto si tratta della copia personale appartenuta all’autore stesso. Presenta infatti la firma dello scrittore argentino sulla copertina, oltre a numerose correzioni e sottolineature autografe nel testo, così annotato in vista della seconda, definitiva edizione di questa famosa raccolta di racconti.
09
marzo 2005
XVI Mostra del Libro Antico
Dal 09 al 13 marzo 2005
arte antica
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
MUSEO DELLA PERMANENTE
Milano, Via Filippo Turati, 34, (Milano)
Milano, Via Filippo Turati, 34, (Milano)
Biglietti
€ 8 intero; € 4 ridotto per studenti
Orario di apertura
10-19 continuato, domenica 10-15
Vernissage
9 Marzo 2005, ore 18
Sito web
www.mostradellibroantico.it
Ufficio stampa
UESSEARTE