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Yoko Okuyama – Zen
Yoko Okuyama è nata a Tokyo e vive a Verona da una decina d’anni, ma la sua patria si chiama arte.
Se la vita, per tutti, è un sentiero che passa per ponti rotti, l’amore per l’attività creativa, di qualsiasi tipo, riesce a riparare le crepe e rendere più agile ogni passaggio.
Comunicato stampa
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YOKO OKUYAMA
Su carta e cellulosa, il respiro dell’anima
Yoko Okuyama è nata a Tokyo e vive a Verona da una decina d’anni, ma la sua patria si chiama arte.
Se la vita, per tutti, è un sentiero che passa per ponti rotti, l’amore per l’attività creativa, di qualsiasi tipo, riesce a riparare le crepe e rendere più agile ogni passaggio.
Yoko non è mai stata una stella perduta che non sapeva dove sostare, perché il suo luogo risiede là dove ella genera i suoi intensissimi lavori.
Singolare la tecnica che si basa su materiali come cellulosa giapponese, carta di riso fatta da lei stessa, carta a mano.
<> dice Yoko. << Confesso che io, per prima, mi sono meravigliata del risultato raggiunto: non solo novità, ma quadri mai visti prima. In questo modo è iniziato il mio viaggio nell’arte, e continua nella ricerca di nuove forme di espressione. Mi piacerebbe tanto trasmettere a Voi sensazioni e percezioni nuove e fresche>>.
Inoltre, riguardo al materiale, aggiunge << La cellulosa dà sempre una nuova possibilità>>.
Una dimostrazione, nel movimento costante che magicamente emerge da questo poliedrica sostanza. Il percorso artistico ha attraversato però anche la fase figurativa e astratta.
Allo “Spazio 6”, l’autrice presenta numerosi monocromi, ottenuti con tecniche diverse, e impressi da una specie di battito di cuore ritmato sulle gioie e sulle sofferenze di ogni vita.
Ma Yoko ricerca soprattutto l’anima. E il monocromo, che è l’dea base della mostra, l’aiuta ad andare alla sintesi della spiritualità. Le pezzature danno infatti l’impressione di una profonda esplorazione interiore.
L’artista è fermamente convinta che l’atto creativo sia un ricongiungersi all’essenzialità. Secondo i dettati dello Zen. Che ritengono come dalla molteplicità della creazione, si ritorni, in una circolarità continua, all’unicità del principio vitale.
Questo concetto si rifletteva anche sul lavoro di architetto di Yoko.
La scelta del monocromo non è puramente estetica. E’ necessario spiegare che è proprio l’abbandono del colore a portare l’artista ad accostarsi il più possibile all’ideale visione dello Zen.
Prendiamo in analisi alcune opere.
Su una tela bianca, fremono piccole forme geometriche in cellulosa, dai colori grigio, nero e bianco, che sembrano staccarsi e sfogliarsi al vento per incontrare il destino.
Sempre in cellulosa, in un’ altra opera si addensano grumi di colore grigio, bianco e nero che paiono desiderare una nuova terra.
Su un cartoncino, fili sottili di cellulosa scura compongono una sorta di rete, come se l’artista volesse catturare i pensieri che rendono più sereno il nostro vivere.
In un altro lavoro, delicati fogli in cellulosa nera si aprono a guisa di ventaglio forse per nascondere segreti rossori.
Straordinaria anche la composizione, dai molti toni di grigio, a forma di foglia, caratterizzata da fili di carta che formano, sul velluto nero, un disegno enigmatico. Perché la natura è arcana, e solo il tocco di un artista può svelarne alcune misteriosità.
Fili di carta bianca anche per onde di mare, in perenne sciabordio, immagine dello spirito che non deve conoscere posa per avvicinarsi all’Assoluto.
In mostra anche opere colorate, nei vari solfeggi del rosa, del verde, del giallo, del rosso, dell’azzurro che intraprendono sempre movimenti circolari. E’ tutto un arcobaleno che abbraccia gli esseri umani in un cantico di pace.
Tutta l’arte di Yoko è eseguita con estrema raffinatezza, e con una sentita compenetrazione con i grandi valori contemplativi, come se a muovere le dita dell’artista fosse l’anima.
Si chiede agli spettatori, dopo la visita della mostra, << Siete riusciti ad entrare in sintonia con lo Zen di Yoko?>>
Yoko Okuyama si è laureata in architettura con Kenzo Tange con il quale ha collaborato ad opere importanti, quali la cattedrale di Tokyo e l’Università del Sacro Cuore.
Ha fondato lo studio di architettura e progettazione Sohseisha, di cui è tuttora presidente.
Per oltre quindici anni ha tenuto la cattedra di Interior Design presso la Tokyo Academy.
Artista ha tutto tondo, riesce sempre ad evocare nuove emozioni e riflessioni fra noi e gli altri, fra la terra e il Cielo.
Vera Meneguzzo
Su carta e cellulosa, il respiro dell’anima
Yoko Okuyama è nata a Tokyo e vive a Verona da una decina d’anni, ma la sua patria si chiama arte.
Se la vita, per tutti, è un sentiero che passa per ponti rotti, l’amore per l’attività creativa, di qualsiasi tipo, riesce a riparare le crepe e rendere più agile ogni passaggio.
Yoko non è mai stata una stella perduta che non sapeva dove sostare, perché il suo luogo risiede là dove ella genera i suoi intensissimi lavori.
Singolare la tecnica che si basa su materiali come cellulosa giapponese, carta di riso fatta da lei stessa, carta a mano.
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Inoltre, riguardo al materiale, aggiunge << La cellulosa dà sempre una nuova possibilità>>.
Una dimostrazione, nel movimento costante che magicamente emerge da questo poliedrica sostanza. Il percorso artistico ha attraversato però anche la fase figurativa e astratta.
Allo “Spazio 6”, l’autrice presenta numerosi monocromi, ottenuti con tecniche diverse, e impressi da una specie di battito di cuore ritmato sulle gioie e sulle sofferenze di ogni vita.
Ma Yoko ricerca soprattutto l’anima. E il monocromo, che è l’dea base della mostra, l’aiuta ad andare alla sintesi della spiritualità. Le pezzature danno infatti l’impressione di una profonda esplorazione interiore.
L’artista è fermamente convinta che l’atto creativo sia un ricongiungersi all’essenzialità. Secondo i dettati dello Zen. Che ritengono come dalla molteplicità della creazione, si ritorni, in una circolarità continua, all’unicità del principio vitale.
Questo concetto si rifletteva anche sul lavoro di architetto di Yoko.
La scelta del monocromo non è puramente estetica. E’ necessario spiegare che è proprio l’abbandono del colore a portare l’artista ad accostarsi il più possibile all’ideale visione dello Zen.
Prendiamo in analisi alcune opere.
Su una tela bianca, fremono piccole forme geometriche in cellulosa, dai colori grigio, nero e bianco, che sembrano staccarsi e sfogliarsi al vento per incontrare il destino.
Sempre in cellulosa, in un’ altra opera si addensano grumi di colore grigio, bianco e nero che paiono desiderare una nuova terra.
Su un cartoncino, fili sottili di cellulosa scura compongono una sorta di rete, come se l’artista volesse catturare i pensieri che rendono più sereno il nostro vivere.
In un altro lavoro, delicati fogli in cellulosa nera si aprono a guisa di ventaglio forse per nascondere segreti rossori.
Straordinaria anche la composizione, dai molti toni di grigio, a forma di foglia, caratterizzata da fili di carta che formano, sul velluto nero, un disegno enigmatico. Perché la natura è arcana, e solo il tocco di un artista può svelarne alcune misteriosità.
Fili di carta bianca anche per onde di mare, in perenne sciabordio, immagine dello spirito che non deve conoscere posa per avvicinarsi all’Assoluto.
In mostra anche opere colorate, nei vari solfeggi del rosa, del verde, del giallo, del rosso, dell’azzurro che intraprendono sempre movimenti circolari. E’ tutto un arcobaleno che abbraccia gli esseri umani in un cantico di pace.
Tutta l’arte di Yoko è eseguita con estrema raffinatezza, e con una sentita compenetrazione con i grandi valori contemplativi, come se a muovere le dita dell’artista fosse l’anima.
Si chiede agli spettatori, dopo la visita della mostra, << Siete riusciti ad entrare in sintonia con lo Zen di Yoko?>>
Yoko Okuyama si è laureata in architettura con Kenzo Tange con il quale ha collaborato ad opere importanti, quali la cattedrale di Tokyo e l’Università del Sacro Cuore.
Ha fondato lo studio di architettura e progettazione Sohseisha, di cui è tuttora presidente.
Per oltre quindici anni ha tenuto la cattedra di Interior Design presso la Tokyo Academy.
Artista ha tutto tondo, riesce sempre ad evocare nuove emozioni e riflessioni fra noi e gli altri, fra la terra e il Cielo.
Vera Meneguzzo
27
settembre 2014
Yoko Okuyama – Zen
Dal 27 settembre al 20 ottobre 2014
arte contemporanea
Location
SPAZIO 6
Verona, Via Santa Maria In Organo, 6, (Verona)
Verona, Via Santa Maria In Organo, 6, (Verona)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16,30-19,30
Vernissage
27 Settembre 2014, ore 18,00
Autore
Curatore