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You Can (‘t) always get what you want
Si apre a Sarnico, venerdì 1 dicembre presso la favolosa location dell’Ex Chiesa di Nigrignano di Sarnico la prima mostra personale di Matteo Amantea. “You Can (‘t) always get what you want”
il percorso espositivo curato da Vanni Rinaldi e dalla galleria Veridieci
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Ho conosciuto Matteo Amantea tramite i social all’inizio del 2023, nello stesso periodo in cui iniziava a pubblicare le prime opere sul suo profilo. Sono rimasto subito colpito dal ciclo “ Influencer Unboxing “. Da anni vedo artisti pop e street, ripetersi ossessivamente, rendendosi più pubblicitari che altro. Al contrario Matteo racconta la parte ironica dei nostri tempi con un occhio critico e benevolo come lui stesso definisce. La paperella è l’emblema dell’influencer e con le opere di Amantea possiamo attraversare tutte le evoluzioni della sua carriera. Dai primi follower, alle prime partnership con aziende con gli iconici Unboxing dei regali ricevuti. Maggiore successo ottiene l’influencer, maggiore è il premio che la nostra paperella riceve. Ad oggi l’apice della nostra paperella Gold arriva con le Air Jordan 1 “ The Louis “ in collaborazione con Vuitton, forse le sneakers più preziose mai realizzate nella storia. Matteo è manager nel mondo delle multinazionali da più di 15 anni. Da sempre appassionato d’arte, di tecnologia e curioso del mondo, vive la sua urgenza comunicativa senza preconcetti. L’intenzione dell’artista in questo caso è far riflettere le nuove generazioni attraverso l’uso della miniatura e dei concetti rappresentati. Una fotografia della realtà attuale utilizzando i media più comuni possibili.
L’attenzione che Matteo impiega ai materiali è ben visibile in quest’opera dal fondo realizzato con una grata in ottone.
Oggetti facilmente reperibili, assemblati e resi iconici attraverso l’elegante remix estetico dell’artista.
Ognuno di noi poi è libero di interpretare le opere a piacimento, sono lavori che presentano molteplici sfaccettature.
Dualismi che trovano sfogo anche in un secondo corpo di opere, nel ciclo dei " Portieri ".
Matteo ha sempre avuto un certo fascino per il ruolo del portiere nel calcio. " L'uomo tra i pali " rappresenta l'ultimo baluardo di speranza di salvare la squadra o in generale l'uomo da un risultato avverso.
Matteo ha indossato i guantoni fino ai 24 anni ed è come se il mindset dell'antitesi del bomber fosse penetrato in lui, influenzandolo nella vita lavorativa. Il manager ha moltissimi lati in comune con il portierone, sopratutto in contesti di multinazionali o grandi aziende. Colui che sa interpretare al meglio quel ruolo è un individuo che non si farà mai sopprimere dalle preoccupazioni e che manterrà il sangue freddo. Non avrà paura di sentirsi addosso tutta la responsabilità e quando quella che poteva essere una piccola speranza, si tramuta in reale salvezza, la soddisfazione arriva il doppio. Un significato che va aldilà dello sport quindi. Le opere con i " Portieri " del calcio balilla si descrivono da sole. Sono iconiche. Sono per pochi. Sono per chi è capace di prendere decisioni impopolari caricandosi sulle spalle il destino di molti. Di questo ciclo fa parte un'opera in particolare, cui titolo spicca " La Solitudine dei numeri Primi ". Un'opera autobiografica che forse rappresenta al meglio l'identità dell'artista, apprezzata da molti leader e che ha visto l'omino prendere diversi significati, sfociando perfino nella religione cristiana.
Ad oggi però tra le varie altre sperimentazioni di questo artista che opera con diversi media, possiamo individuare un terzo e grande ciclo: " Purple Rain ". Composto da opere di un informale astratto dal grande impatto. In origine, come per " I Portieri " sono lavori che Matteo realizza per la propria collezione. Come un collezionista che dopo aver cercato e non trovato, realizza quegli oggetti di cui ha bisogno. In questo caso, la necessità viene data dalla più nobile delle finalità dell'arte: arredare. La nuova casa in centro a Bologna, essendo risalente al 1500 presenta soffitti alti.
Ed è così che dopo ore di sinfonie gestuali, Matteo realizza queste pioggie di colore con una " Purple Attitude " di fondo. E' probabile che quel gesto, quella calligrafia che ora vediamo realizzato con l'acrilico sulla tela, passerà un giorno su bassorilievi per poi approdare alla scultura. Con Amantea non possiamo far altro che rimanere sintonizzati e aspettarci grandi cose infatti la sua capacità di fondere manualità e concettualità lo sta già portando a creare nuovi cicli che andremo sicuramente a esplorare meglio nella prossima mostra: dalle reinterpretazioni di grandi capolavori del passato, alla serie con tematiche sociali affrontate comunicando con il mondo pop dei primi video games.
In generale, l'opera e il percorso artistico di Matteo Amantea sembrano caratterizzati da una combinazione di creatività, critica sociale e una buona padronanza dei mezzi espressivi. La sua capacità di trasformare oggetti comuni in opere d'arte e di riflettere sui temi contemporanei dimostra la sua sensibilità artistica e la sua capacità di comunicare con il pubblico. È’ un artista da tenere d'occhio per il suo impegno artistico e la sua volontà di sperimentare continuamente nuove forme espressive, per questo vi aspettiamo in " You Can'(t) Always Get What You Want " ad ammirare le sue opere presso una delle più belle chiese sconsacrate che abbiamo in Italia, riflettendo su ciò che realmente desideriamo.
Vanni Rinaldi
L’attenzione che Matteo impiega ai materiali è ben visibile in quest’opera dal fondo realizzato con una grata in ottone.
Oggetti facilmente reperibili, assemblati e resi iconici attraverso l’elegante remix estetico dell’artista.
Ognuno di noi poi è libero di interpretare le opere a piacimento, sono lavori che presentano molteplici sfaccettature.
Dualismi che trovano sfogo anche in un secondo corpo di opere, nel ciclo dei " Portieri ".
Matteo ha sempre avuto un certo fascino per il ruolo del portiere nel calcio. " L'uomo tra i pali " rappresenta l'ultimo baluardo di speranza di salvare la squadra o in generale l'uomo da un risultato avverso.
Matteo ha indossato i guantoni fino ai 24 anni ed è come se il mindset dell'antitesi del bomber fosse penetrato in lui, influenzandolo nella vita lavorativa. Il manager ha moltissimi lati in comune con il portierone, sopratutto in contesti di multinazionali o grandi aziende. Colui che sa interpretare al meglio quel ruolo è un individuo che non si farà mai sopprimere dalle preoccupazioni e che manterrà il sangue freddo. Non avrà paura di sentirsi addosso tutta la responsabilità e quando quella che poteva essere una piccola speranza, si tramuta in reale salvezza, la soddisfazione arriva il doppio. Un significato che va aldilà dello sport quindi. Le opere con i " Portieri " del calcio balilla si descrivono da sole. Sono iconiche. Sono per pochi. Sono per chi è capace di prendere decisioni impopolari caricandosi sulle spalle il destino di molti. Di questo ciclo fa parte un'opera in particolare, cui titolo spicca " La Solitudine dei numeri Primi ". Un'opera autobiografica che forse rappresenta al meglio l'identità dell'artista, apprezzata da molti leader e che ha visto l'omino prendere diversi significati, sfociando perfino nella religione cristiana.
Ad oggi però tra le varie altre sperimentazioni di questo artista che opera con diversi media, possiamo individuare un terzo e grande ciclo: " Purple Rain ". Composto da opere di un informale astratto dal grande impatto. In origine, come per " I Portieri " sono lavori che Matteo realizza per la propria collezione. Come un collezionista che dopo aver cercato e non trovato, realizza quegli oggetti di cui ha bisogno. In questo caso, la necessità viene data dalla più nobile delle finalità dell'arte: arredare. La nuova casa in centro a Bologna, essendo risalente al 1500 presenta soffitti alti.
Ed è così che dopo ore di sinfonie gestuali, Matteo realizza queste pioggie di colore con una " Purple Attitude " di fondo. E' probabile che quel gesto, quella calligrafia che ora vediamo realizzato con l'acrilico sulla tela, passerà un giorno su bassorilievi per poi approdare alla scultura. Con Amantea non possiamo far altro che rimanere sintonizzati e aspettarci grandi cose infatti la sua capacità di fondere manualità e concettualità lo sta già portando a creare nuovi cicli che andremo sicuramente a esplorare meglio nella prossima mostra: dalle reinterpretazioni di grandi capolavori del passato, alla serie con tematiche sociali affrontate comunicando con il mondo pop dei primi video games.
In generale, l'opera e il percorso artistico di Matteo Amantea sembrano caratterizzati da una combinazione di creatività, critica sociale e una buona padronanza dei mezzi espressivi. La sua capacità di trasformare oggetti comuni in opere d'arte e di riflettere sui temi contemporanei dimostra la sua sensibilità artistica e la sua capacità di comunicare con il pubblico. È’ un artista da tenere d'occhio per il suo impegno artistico e la sua volontà di sperimentare continuamente nuove forme espressive, per questo vi aspettiamo in " You Can'(t) Always Get What You Want " ad ammirare le sue opere presso una delle più belle chiese sconsacrate che abbiamo in Italia, riflettendo su ciò che realmente desideriamo.
Vanni Rinaldi
01
dicembre 2023
You Can (‘t) always get what you want
Dal primo al 06 dicembre 2023
arte contemporanea
Location
EX CHIESA DELLA MADONNA DI NIGRIGNANO
Sarnico, Via Vittorio Veneto, 42, (Bergamo)
Sarnico, Via Vittorio Veneto, 42, (Bergamo)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
1 Dicembre 2023, 18
Sito web
Autore
Curatore