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Ysabel Dehais – CORPO CELESTE
L’artista allestirà lo spazio ispirandosi al Closlieu di Arno Stern, invitando un gruppo di persone a dipingere giocando in tutta libertà con le proprie tracce in un’esperienza che permetterà anche al pubblico di ritrovare nella connessione tra corpo e mente, la nostra appartenenza al mondo naturale
Comunicato stampa
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“All’adulto, e ai popoli molto colti, tutto il mondo è il mondo dell’ovvio, del luogo comune. L’uomo, perciò, applica i suoi cartellini col prezzo e, occorrendo, le informazioni sulla merce, sull’uso, dovunque. Questo è un campo, questo è l’oceano, questo è un cavallo, questa è la propria madre, questa è la bandiera nazionale, questi sono due ragazzini. Ma per il fanciullo e l’adolescente, e anche per un certo tipo di artista – un pò meno di scrittore - non è così!”
Anna Maria Ortese - Corpo Celeste, Adelphi, 1997 p.60-62
Le parole di Anna Maria Ortese evidenziano una posizione, una postura, che l’umano occidentale ha progressivamente adottato attraverso i secoli ponendosi sempre di più al di fuori del creato, al di fuori, e allo stesso tempo, al di sopra, della natura. Sicuramente questa posizione ha portato tanti frutti attraverso un’osservazione sistematica, accurata, diventata scientifica. Ma questo distacco ha innescato anche un allontanamento al nostro modo di sentire il mondo dal di dentro, soggettivo, incorporato, favorendo una narrazione considerata oggettiva, del fuori. Il nostro senso di appartenenza alla natura si è indebolito, il desiderio di controllarla si è rafforzato con un’interpretazione meccanicistica del suo funzionamento. Inoltre, privilegiando certe funzioni, il corpo e la mente si sono allontanati l’uno dall’altro conducendoci sempre di più verso il dissociato, il sogno del virtuale. Il virtuale a sua volta, rispecchia la grande immaginazione della quale l’umano è particolarmente dotato, ma siamo pure sempre fatti di cellule, molecole, atomi, gli stessi componenti del pianeta spettacolare sul quale viviamo, ma anche dell’universo al quale appartiene.
Il bambino, più corpo che mente, ci mostra spontaneamente la nostra appartenenza al mondo organico, ci riconduce dritto nell’ esperienza corporea. Si può osservare che i suoi disegni non sono il risultato di un’incapacità a rappresentare ma invece l’espressione immediata di un vissuto dentro un corpo che si racconta attraverso tracce, leggibili a loro volta, dal nostro corpo stesso. La vitalità trasmessa ci parla, ci trasporta, ci interroga, ci energizza. Si tende a sottovalutare il momento esperito dal bambino quando si abbandona a una sorta di dialogo interiore non fatto di parole sole ma di gesti significativi per mezzo di una mattina o un pennello. Di fronte a sé, si materializza un sentire solo leggibile per mezzo di un corpo sensibile a decodificare le tensioni organizzate attraverso segni. Il disegno del bambino che vorremo sempre interpretare con la mente invece va letto come una scrittura del vivente, perciò con tutto il nostro essere, e ci invita al potere e alla gioia dell’indicibile, ci riporta alla natura che siamo.
Durante il mese di febbraio a Mesia Space, la mostra Corpo Celeste propone due incontri di laboratorio esperienziali, e in chiusura una piccola riflessione dell’artista sui i temi sopracitati. Per i due incontri di laboratorio, lo spazio interno sarà allestito ispirandosi al Closlieu di Arno Stern, dove un piccolo gruppo di persone potrà dipingere giocando in tutta libertà con le proprie tracce.
Alleggeriti dalla produzione di un'opera da mostrare, dipingere dentro un Closlieu resta un'esperienza unica dove l’incontro con sé stesso tra abbandono e ragione assomiglia al piacere che abbiamo a danzare o fare musica per noi stessi, nutriti e centrati. Il Closlieu può essere considerato ciò che il filosofo Michel Foucault denominava eterotopia, ossia uno spazio reale ma “assolutamente differente” da tutti gli spazi sociali, dove il rovesciamento opera come una compensazione, una neutralizzazione, una purificazione, una specie di “utopia situata”.
Gli incontri sono previsti per l’8 e il 22 febbraio alle ore 17, sono gratis e su prenotazione. La durata è di un’ora e mezza .
Ysabel Dehais nasce in Canada, trascorre l’infanzia tra la Francia e gli Stati Uniti, ma dopo studi di restauro a Firenze sceglie l’Italia. Negli anni segue un percorso di ricerca che attraversa il restauro, la decorazione, la scultura, la pittura e l’arte terapia, con un occhio di riguardo all'infanzia. Si focalizza sull’arte come strumento di conoscenza e autoconoscenza con una particolare attenzione alla sua dimensione come linguaggio di confine, mediatore delle relazioni spaziali interne ed esterne, in osservazione dei processi della natura, del silenzio, ma anche in ascolto di narrazioni antiche.
www.isabelledehais.net
Anna Maria Ortese - Corpo Celeste, Adelphi, 1997 p.60-62
Le parole di Anna Maria Ortese evidenziano una posizione, una postura, che l’umano occidentale ha progressivamente adottato attraverso i secoli ponendosi sempre di più al di fuori del creato, al di fuori, e allo stesso tempo, al di sopra, della natura. Sicuramente questa posizione ha portato tanti frutti attraverso un’osservazione sistematica, accurata, diventata scientifica. Ma questo distacco ha innescato anche un allontanamento al nostro modo di sentire il mondo dal di dentro, soggettivo, incorporato, favorendo una narrazione considerata oggettiva, del fuori. Il nostro senso di appartenenza alla natura si è indebolito, il desiderio di controllarla si è rafforzato con un’interpretazione meccanicistica del suo funzionamento. Inoltre, privilegiando certe funzioni, il corpo e la mente si sono allontanati l’uno dall’altro conducendoci sempre di più verso il dissociato, il sogno del virtuale. Il virtuale a sua volta, rispecchia la grande immaginazione della quale l’umano è particolarmente dotato, ma siamo pure sempre fatti di cellule, molecole, atomi, gli stessi componenti del pianeta spettacolare sul quale viviamo, ma anche dell’universo al quale appartiene.
Il bambino, più corpo che mente, ci mostra spontaneamente la nostra appartenenza al mondo organico, ci riconduce dritto nell’ esperienza corporea. Si può osservare che i suoi disegni non sono il risultato di un’incapacità a rappresentare ma invece l’espressione immediata di un vissuto dentro un corpo che si racconta attraverso tracce, leggibili a loro volta, dal nostro corpo stesso. La vitalità trasmessa ci parla, ci trasporta, ci interroga, ci energizza. Si tende a sottovalutare il momento esperito dal bambino quando si abbandona a una sorta di dialogo interiore non fatto di parole sole ma di gesti significativi per mezzo di una mattina o un pennello. Di fronte a sé, si materializza un sentire solo leggibile per mezzo di un corpo sensibile a decodificare le tensioni organizzate attraverso segni. Il disegno del bambino che vorremo sempre interpretare con la mente invece va letto come una scrittura del vivente, perciò con tutto il nostro essere, e ci invita al potere e alla gioia dell’indicibile, ci riporta alla natura che siamo.
Durante il mese di febbraio a Mesia Space, la mostra Corpo Celeste propone due incontri di laboratorio esperienziali, e in chiusura una piccola riflessione dell’artista sui i temi sopracitati. Per i due incontri di laboratorio, lo spazio interno sarà allestito ispirandosi al Closlieu di Arno Stern, dove un piccolo gruppo di persone potrà dipingere giocando in tutta libertà con le proprie tracce.
Alleggeriti dalla produzione di un'opera da mostrare, dipingere dentro un Closlieu resta un'esperienza unica dove l’incontro con sé stesso tra abbandono e ragione assomiglia al piacere che abbiamo a danzare o fare musica per noi stessi, nutriti e centrati. Il Closlieu può essere considerato ciò che il filosofo Michel Foucault denominava eterotopia, ossia uno spazio reale ma “assolutamente differente” da tutti gli spazi sociali, dove il rovesciamento opera come una compensazione, una neutralizzazione, una purificazione, una specie di “utopia situata”.
Gli incontri sono previsti per l’8 e il 22 febbraio alle ore 17, sono gratis e su prenotazione. La durata è di un’ora e mezza .
Ysabel Dehais nasce in Canada, trascorre l’infanzia tra la Francia e gli Stati Uniti, ma dopo studi di restauro a Firenze sceglie l’Italia. Negli anni segue un percorso di ricerca che attraversa il restauro, la decorazione, la scultura, la pittura e l’arte terapia, con un occhio di riguardo all'infanzia. Si focalizza sull’arte come strumento di conoscenza e autoconoscenza con una particolare attenzione alla sua dimensione come linguaggio di confine, mediatore delle relazioni spaziali interne ed esterne, in osservazione dei processi della natura, del silenzio, ma anche in ascolto di narrazioni antiche.
www.isabelledehais.net
01
febbraio 2025
Ysabel Dehais – CORPO CELESTE
Dal primo febbraio al primo marzo 2025
arte contemporanea
Location
MESIA SPACE ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Largo Mesia, 3, (Roma)
Roma, Largo Mesia, 3, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al sabato ore 12.00 - 20.00
Vernissage
1 Febbraio 2025, dalle 17.00 alle 20.00
Sito web
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