Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Yuki Seli – Suiray Placenta
Coniando un nuovo termine Suiray: dove sui evoca la lucentezza della giada e l’energia vitale, ma si riferisce anche in modo sottile alla morte, evocando il suicidio, suicide.
Una ricerca sul significato di confine, di border che l’artista ha sviluppato negli anni in forme sempre diverse, indagando il paesaggio come riflesso dell’animo umano, e che oggi trova nuove risposte nella bellezza e nel fascino enigmatico del vetro veneziano
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Coniando un nuovo termine Suiray: dove sui evoca la lucentezza della giada e l’energia vitale, ma si riferisce anche in modo sottile alla morte, evocando il suicidio, suicide.
Una ricerca sul significato di confine, di border che l’artista ha sviluppato negli anni in forme sempre diverse, indagando il paesaggio come riflesso dell’animo umano, e che oggi trova nuove risposte nella bellezza e nel fascino enigmatico del vetro veneziano.
E’ dal momoeto, da quel pezzetto di vetro arrotondato e informe, tagliato dalla mano sapiente del maestro vetraio alla fine del processo di creazione del bicchiere, che questo viaggio attraverso la luce prende vita. Una luce che il vetro scartato trattiene insieme a tutti gli stessi colori che formano il bicchiere e i suoi decori, in questo caso però espressi senza la volontà e il progetto del maestro: un agglomerato di materia pura, potenziale, con tutte le qualità e i difetti allo stato primordiale.
Come la placenta che avvolge il feto, il momoeto viene gettato dopo la nascita. Una volta che la vita si è affermata, non serve più e non viene più considerato. E’ cosa morta.
Non per un artista come Seli, con una sensibilità innata per le forme naturali, grezze, irregolari su cui si fondano l’arte e l’estetica giapponese.
Yuki Seli cattura le infinite sfumature di luce e di forme che ogni momoeto trattiene in sé, caratteristiche irreplicabili, uniche come un DNA, che sulla carta si rivelano in un mondo magico, fantastico in cui ognuno può leggere creature e organismi animali, vegetali, marini, fantastici.
Un’installazione spaziale che diventa un viaggio nel sogno, un accompagnamento alla contemplazione e alla scoperta di quell’invisibile e casuale che forma la bellezza universale: nessun calcolo, nessun progetto, solo l’incontro misterioso tra uomo e materia prima
Una ricerca sul significato di confine, di border che l’artista ha sviluppato negli anni in forme sempre diverse, indagando il paesaggio come riflesso dell’animo umano, e che oggi trova nuove risposte nella bellezza e nel fascino enigmatico del vetro veneziano.
E’ dal momoeto, da quel pezzetto di vetro arrotondato e informe, tagliato dalla mano sapiente del maestro vetraio alla fine del processo di creazione del bicchiere, che questo viaggio attraverso la luce prende vita. Una luce che il vetro scartato trattiene insieme a tutti gli stessi colori che formano il bicchiere e i suoi decori, in questo caso però espressi senza la volontà e il progetto del maestro: un agglomerato di materia pura, potenziale, con tutte le qualità e i difetti allo stato primordiale.
Come la placenta che avvolge il feto, il momoeto viene gettato dopo la nascita. Una volta che la vita si è affermata, non serve più e non viene più considerato. E’ cosa morta.
Non per un artista come Seli, con una sensibilità innata per le forme naturali, grezze, irregolari su cui si fondano l’arte e l’estetica giapponese.
Yuki Seli cattura le infinite sfumature di luce e di forme che ogni momoeto trattiene in sé, caratteristiche irreplicabili, uniche come un DNA, che sulla carta si rivelano in un mondo magico, fantastico in cui ognuno può leggere creature e organismi animali, vegetali, marini, fantastici.
Un’installazione spaziale che diventa un viaggio nel sogno, un accompagnamento alla contemplazione e alla scoperta di quell’invisibile e casuale che forma la bellezza universale: nessun calcolo, nessun progetto, solo l’incontro misterioso tra uomo e materia prima
28
maggio 2016
Yuki Seli – Suiray Placenta
Dal 28 maggio al 26 giugno 2016
arte contemporanea
Location
SPACE996 – CASTELLO VENICE ART DISTRICT
Venezia, Fondamenta Sant'anna, 996, (Venezia)
Venezia, Fondamenta Sant'anna, 996, (Venezia)
Orario di apertura
11.00 - 19.00
Vernissage
28 Maggio 2016, ore 18
Autore
Curatore