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Yuliya Galycheva / Andreas Romagnoli – Contra
Curva Pura presenta “Contra” il primo progetto del duo artistico “AY” formato dalla fotografa e video artist Yuliya Galycheva e dal creativo-curatore Andreas Romagnoli. L’alienazione, intesa come massima estraneità alla più autentica essenza, spinge l’uomo a distaccarsi dalla natura e da se stesso.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Curva Pura presenta "Contra" il primo progetto del duo artistico "AY" formato dalla visual artist Yuliya Galycheva e dal creativo e curatore Andreas Romagnoli.
La mostra vede i due artisti unirsi nel progetto "Contra", tramite i loro lavori riflettendo sul il delicato rapporto tra forma e concetto, indagando il processo distruzione-catarsi-rigenerazione per contemplare spazi e percepire un nuovo rapporto tra l'uomo e l'ambiente in cui vive.
L'alienazione, intesa come massima estraneità alla più autentica essenza, spinge l'uomo -ancor più che nel secolo scorso- a distaccarsi dalla natura e a disallinearsi rispetto all'empatia e alla coesistenza nel mondo.
La distruzione, il pathos, la speranza hanno una radice comune: l'emozione che li ha generati.
Il rapporto tra distruzione e catarsi è assai spiccato nel "pathos" dei due dipinti di Romagnoli, "Castore " e "Polluce", i dioscuri protettori dell'arte poetica, in cui l'artista affida al potere avvolgente del nero il compito di ricordare all'osservatore la capacità autolesionistica dell'essere umano, che sembra ami danzare col l'apocalisse. Al nero si contrappone il "rosso", il sangue, la vita, nascosta ma pulsante e foriera di speranza; anche se è una speranza tautologica, insita nel presupporre che comunque esista un'altra dimensione in cui l'uomo possa esistere oltre la sua autodistruzione.
Quel rosso si ricollega con quello dominante nella scultura, sempre di Andreas, "Arca di Noè su Marte" , in cui la catarsi avviene con un viaggio immaginario verso il Pianeta Rosso, sogno e possibilità non troppo lontana dai racconti di Asimov.
E in maniera antitetica perché de-materializzata si inserisce la proiezione della videoart di Yulia che tramite i suoi still life/performance tra pop e dada evoca domande sul connubio Naturale - Artificiale. Le immagini risultanti sono metamorfosi - oggetti di origine vegetale si mescolano con e 'sfidano' quelli di plastica, pietra e legno si impregnano di detersivi, uova diventano parte della ruota di una bicicletta. Tramite i suoi mise en scene da estetica lo-fi, l'artista forza contrapposizioni e compenetrazioni tra vari oggetti organici e non, spinta dalla necessità di dare senso alla eterogeneità materica che la circonda e codificando, con questi archetipi neo-nati, la riflessione sulla crisi dell'identità dell'umanità di oggi.
“Un contagio perfetto.
Questo il risultato della sperimentazione artistica nata tra Yuliya ed Andreas.
Acqua, Fuoco, Aria e Terra, elementi primari di una narrazione ontologica, si sovrappongono e si sottraggono, si ricompongono e divergono, in uno scambio necessario o casuale di corrispondenze tra immagini, tra la realtà delle installazioni e la virtualità del cortometraggio.
Unisce e dona senso al tutto il quinto elemento, la linfa vitale che nel legno arso, nello stelo reciso, nella danza sincopata ed insieme alla musica, diviene fluido impalpabile che lega il visitatore, quasi lo ipnotizza, immergendolo nell’intuizione...
....infettandolo in un contagio perfetto.
Ci siamo dentro, anima e corpo, a noi scegliere da che parte stare.” Tito Rovi
La mostra vede i due artisti unirsi nel progetto "Contra", tramite i loro lavori riflettendo sul il delicato rapporto tra forma e concetto, indagando il processo distruzione-catarsi-rigenerazione per contemplare spazi e percepire un nuovo rapporto tra l'uomo e l'ambiente in cui vive.
L'alienazione, intesa come massima estraneità alla più autentica essenza, spinge l'uomo -ancor più che nel secolo scorso- a distaccarsi dalla natura e a disallinearsi rispetto all'empatia e alla coesistenza nel mondo.
La distruzione, il pathos, la speranza hanno una radice comune: l'emozione che li ha generati.
Il rapporto tra distruzione e catarsi è assai spiccato nel "pathos" dei due dipinti di Romagnoli, "Castore " e "Polluce", i dioscuri protettori dell'arte poetica, in cui l'artista affida al potere avvolgente del nero il compito di ricordare all'osservatore la capacità autolesionistica dell'essere umano, che sembra ami danzare col l'apocalisse. Al nero si contrappone il "rosso", il sangue, la vita, nascosta ma pulsante e foriera di speranza; anche se è una speranza tautologica, insita nel presupporre che comunque esista un'altra dimensione in cui l'uomo possa esistere oltre la sua autodistruzione.
Quel rosso si ricollega con quello dominante nella scultura, sempre di Andreas, "Arca di Noè su Marte" , in cui la catarsi avviene con un viaggio immaginario verso il Pianeta Rosso, sogno e possibilità non troppo lontana dai racconti di Asimov.
E in maniera antitetica perché de-materializzata si inserisce la proiezione della videoart di Yulia che tramite i suoi still life/performance tra pop e dada evoca domande sul connubio Naturale - Artificiale. Le immagini risultanti sono metamorfosi - oggetti di origine vegetale si mescolano con e 'sfidano' quelli di plastica, pietra e legno si impregnano di detersivi, uova diventano parte della ruota di una bicicletta. Tramite i suoi mise en scene da estetica lo-fi, l'artista forza contrapposizioni e compenetrazioni tra vari oggetti organici e non, spinta dalla necessità di dare senso alla eterogeneità materica che la circonda e codificando, con questi archetipi neo-nati, la riflessione sulla crisi dell'identità dell'umanità di oggi.
“Un contagio perfetto.
Questo il risultato della sperimentazione artistica nata tra Yuliya ed Andreas.
Acqua, Fuoco, Aria e Terra, elementi primari di una narrazione ontologica, si sovrappongono e si sottraggono, si ricompongono e divergono, in uno scambio necessario o casuale di corrispondenze tra immagini, tra la realtà delle installazioni e la virtualità del cortometraggio.
Unisce e dona senso al tutto il quinto elemento, la linfa vitale che nel legno arso, nello stelo reciso, nella danza sincopata ed insieme alla musica, diviene fluido impalpabile che lega il visitatore, quasi lo ipnotizza, immergendolo nell’intuizione...
....infettandolo in un contagio perfetto.
Ci siamo dentro, anima e corpo, a noi scegliere da che parte stare.” Tito Rovi
18
marzo 2016
Yuliya Galycheva / Andreas Romagnoli – Contra
Dal 18 marzo al 03 aprile 2016
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CURVA PURA
Roma, Via Giuseppe Acerbi, 1a, (Roma)
Roma, Via Giuseppe Acerbi, 1a, (Roma)
Orario di apertura
Su appuntamento
Vernissage
18 Marzo 2016, ore 18:30
Autore
Curatore