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Yuri Ancarani – Le radici della violenza
La mostra presenta per la prima volta al pubblico la trilogia filmica composta da San Siro (2014), San Vittore (2018) e San Giorgio (2019, shooting reel)
Comunicato stampa
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La mostra "Yuri Ancarani. Le radici della violenza" presenta per la prima volta al pubblico la trilogia filmica composta da San Siro (2014), San Vittore (2018) e San Giorgio (2019, versione 0 – girato originario). La trilogia delinea un ulteriore capitolo nell’ambito della ricerca di Yuri Ancarani dedicata ai luoghi della socializzazione, del lavoro e del controllo sociale. L’interazione tra corpi umani, architetture, tecnologie e le conseguenti relazioni emotive e comunitarie che si formano, sono alla base della pratica dell’artista.
L’opera San Vittore è risultata vincitrice della II edizione del bando Italian Council (2017), ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo. San Vittore nasce da molteplici riflessioni dell’artista riguardanti la condizione dei bambini i cui genitori sono reclusi in carcere. Ancarani è entrato in dialogo con Bambinisenzasbarre, associazione senza scopo di lucro che da anni lavora nel carcere milanese di San Vittore allo scopo di proteggere le relazioni tra i genitori incarcerati e i loro figli e tutelarne i diritti. L’opera filmica di Ancarani si sofferma su alcuni dettagli dell’articolato universo infantile che ogni giorno entra ed esce dal carcere, includendo scene che descrivono i rigidi controlli di sicurezza a cui sono sottoposti i minori che varcano la soglia di San Vittore per visitare i loro genitori. I modi in cui l’immaginazione infantile elabora il mondo carcerario sono raccontati dall’artista attraverso i disegni realizzati dai bambini. In alcuni di essi, come per una oscura magia, il carcere si trasforma in un castello, abitato da re e regine.
San Vittore estende una ricerca dedicata a luoghi iconici della città di Milano, luogo nel quale l’artista vive e lavora da venticinque anni, già iniziata con un’altra delle opere in mostra, San Siro (2014). Ambientata nell’omonimo stadio milanese, l’opera filmica San Siro ne presenta un inaspettato e potente ritratto nel quale il noto luogo del divertimento è descritto quasi fosse una grande macchina che, accudita da abili tecnici, ad ogni partita è pronta ad accogliere folle di tifosi. L’opera è caratterizzata da un crescendo di tensione, alludendo all’energia che progressivamente si scatena in occasione delle partite di calcio.
Il percorso espositivo include inoltre una prima e sperimentale versione di San Giorgio (2019, versione 0 – girato originario). Il lavoro indaga l’idea di banca, istituzione che accompagna la storia della nostra civiltà fin dal Medio Evo, la cui pervasività nel sistema sociale include al tempo stesso il concetto di segretezza. L’estratto dell’opera filmica porta i visitatori all’interno di luoghi nascosti, nei quali sono custoditi ingenti tesori, soffermandosi al tempo stesso sul rigoroso protocollo di distruzione a cui sono sottoposti documenti e carte sensibili.
La mostra "Yuri Ancarani. Le radici della violenza" segue la personale organizzata nel 2018 dalla Kunsthalle di Basilea che, grazie al bando vinto con il Castello di Rivoli, è stata sostenuta dall’ItalianCouncil. Nell’ambito di questa prestigiosa collaborazione internazionale, Kunsthalle Basel e Castello di Rivoli stanno lavorando al primo catalogo dedicato all’opera dell’artista. La pubblicazione includerà testi di Elena Filipovic, Carolyn Christov-Bakargiev, Marcella Beccaria e una conversazione dell’artista con Massimiliano Gioni.
L’opera San Vittore è risultata vincitrice della II edizione del bando Italian Council (2017), ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo. San Vittore nasce da molteplici riflessioni dell’artista riguardanti la condizione dei bambini i cui genitori sono reclusi in carcere. Ancarani è entrato in dialogo con Bambinisenzasbarre, associazione senza scopo di lucro che da anni lavora nel carcere milanese di San Vittore allo scopo di proteggere le relazioni tra i genitori incarcerati e i loro figli e tutelarne i diritti. L’opera filmica di Ancarani si sofferma su alcuni dettagli dell’articolato universo infantile che ogni giorno entra ed esce dal carcere, includendo scene che descrivono i rigidi controlli di sicurezza a cui sono sottoposti i minori che varcano la soglia di San Vittore per visitare i loro genitori. I modi in cui l’immaginazione infantile elabora il mondo carcerario sono raccontati dall’artista attraverso i disegni realizzati dai bambini. In alcuni di essi, come per una oscura magia, il carcere si trasforma in un castello, abitato da re e regine.
San Vittore estende una ricerca dedicata a luoghi iconici della città di Milano, luogo nel quale l’artista vive e lavora da venticinque anni, già iniziata con un’altra delle opere in mostra, San Siro (2014). Ambientata nell’omonimo stadio milanese, l’opera filmica San Siro ne presenta un inaspettato e potente ritratto nel quale il noto luogo del divertimento è descritto quasi fosse una grande macchina che, accudita da abili tecnici, ad ogni partita è pronta ad accogliere folle di tifosi. L’opera è caratterizzata da un crescendo di tensione, alludendo all’energia che progressivamente si scatena in occasione delle partite di calcio.
Il percorso espositivo include inoltre una prima e sperimentale versione di San Giorgio (2019, versione 0 – girato originario). Il lavoro indaga l’idea di banca, istituzione che accompagna la storia della nostra civiltà fin dal Medio Evo, la cui pervasività nel sistema sociale include al tempo stesso il concetto di segretezza. L’estratto dell’opera filmica porta i visitatori all’interno di luoghi nascosti, nei quali sono custoditi ingenti tesori, soffermandosi al tempo stesso sul rigoroso protocollo di distruzione a cui sono sottoposti documenti e carte sensibili.
La mostra "Yuri Ancarani. Le radici della violenza" segue la personale organizzata nel 2018 dalla Kunsthalle di Basilea che, grazie al bando vinto con il Castello di Rivoli, è stata sostenuta dall’ItalianCouncil. Nell’ambito di questa prestigiosa collaborazione internazionale, Kunsthalle Basel e Castello di Rivoli stanno lavorando al primo catalogo dedicato all’opera dell’artista. La pubblicazione includerà testi di Elena Filipovic, Carolyn Christov-Bakargiev, Marcella Beccaria e una conversazione dell’artista con Massimiliano Gioni.
08
luglio 2019
Yuri Ancarani – Le radici della violenza
Dall'otto luglio al 10 novembre 2019
arte contemporanea
Location
CASTELLO DI RIVOLI – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA
Rivoli, Piazza Mafalda Di Savoia, (Torino)
Rivoli, Piazza Mafalda Di Savoia, (Torino)
Vernissage
8 Luglio 2019, h 19
Autore
Curatore