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.ZA Giovane arte dal Sudafrica
Le opere scelte non sono unite da un tema comune, ma testimoniano la diversità espressiva e dell’argomentare nell’attuale panorama artistico sudafricano, anche se – per molti degli artisti coinvolti – è possibile rintracciare una comune matrice nell’esperienza postconcettuale.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Palazzo delle Papesse apre la programmazione del 2008 con la mostra collettiva .za - giovane arte dal Sudafrica.
L’esposizione è stata ideata da Lorenzo Fusi, che ha chiamato cinque affermati artisti sudafricani – Marlene Dumas, Kendell Geers, Bernie Searle, Minnette Vari, Sue Williamson – a collaborare in qualità di co-curatori a questo evento. A ciascuno è stato chiesto di segnalare il nome e l’opera di alcuni giovani artisti di età non superiore ai trentacinque anni. Sono stati così raccolti oltre venti lavori, per altrettanti artisti, perlopiù sconosciuti o pochissimo noti al pubblico italiano ed europeo.
L’esposizione costituisce una sorta di passaggio delle consegne fra gli artisti coinvolti e un omaggio da parte di coloro che già si sono guadagnati visibilità e una solida reputazione a livello internazionale nei confronti dei più giovani colleghi, spesso confinati nell’isolamento geografico di questa estrema propaggine del continente africano. Così, dalla generazione che ha ottenuto ampia visibilità – fra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio – sull’onda dell’entusiasmo della comunità internazionale per la fine dell’Apartheid, si passa a quella recentissima e ancora in cerca di affermazione, maturata durante il processo di stabilizzazione politica che ha visto il Sudafrica trasformarsi – non senza difficoltà e contraddizioni – in una democrazia moderna.
L’esposizione guarda al Sudafrica con gli occhi dei sudafricani, non con quelli dell’Occidente, sconfessando letture preconcette e interpretazioni stereotipate della cultura del paese. Lo spaccato che ne emerge mette in risalto le conflittualità non sanate di una società multietnica, che si dibatte fra tradizioni e modernismi, fortemente protesa verso il futuro, anche in funzione del rilancio d’immagine che intende offrire in occasione dei Mondiali di calcio del 2010.
Le opere scelte non sono unite da un tema comune, ma testimoniano la diversità espressiva e dell’argomentare nell’attuale panorama artistico sudafricano, anche se – per molti degli artisti coinvolti – è possibile rintracciare una comune matrice nell’esperienza postconcettuale.
Per quanto spesso politicamente e socialmente impegnata, la ‘nuova arte’ dal Sudafrica non è più solamente inquadrabile in relazione all’Apartheid. Sembra, anzi, che i giovani artisti convocati per la mostra si impegnino nel superare questa lettura facile e univoca. Dibattuti fra rimanere in patria o emigrare, fra l’impegno sul campo e la diaspora, gli artisti di .za esemplificano perfettamente la condizione dell’intellettuale o dell’operatore culturale in posizione periferica all’interno del mondo globalizzato, dove – nonostante tutto sembri essere a portata di mano – il periferico rimane comunque e invariabilmente tale.
Tutti gli artisti presenteranno opere inedite, in molti produrranno lavori nuovi o installazioni site-specific espressamente concepite per l’occasione in rapporto agli spazi del Palazzo.
In mostra opere di Colleen Alborough, Bridget Baker, Zander Blom, Dineo Bopape, Ismail Farouk, Frances Goodman, Simon Gush, Nicholas Hlobo, Moshekwa Langa, Churchill Madikida, Nandipha Mntambo, Zanele Muholi, Ruth Sacks, Sean Slemon, Doreen Southwood, Mikhael Subotzky, Johan Thom, Nontsikelelo Lolo Veleko, James Webb, Ina van Zyl.
Il catalogo Silvana Editoriale edito in edizione bilingue, conterrà testi critici dei curatori.
Anteprima stampa con visita guidata 2 Febbraio ore 12.00
3° piano Palazzo delle Papesse.
Contemporaneamente a .ZA, si inaugurerà anche il nuovo progetto Bookshop con un’installazione di Paul Morrison.
L’esposizione è stata ideata da Lorenzo Fusi, che ha chiamato cinque affermati artisti sudafricani – Marlene Dumas, Kendell Geers, Bernie Searle, Minnette Vari, Sue Williamson – a collaborare in qualità di co-curatori a questo evento. A ciascuno è stato chiesto di segnalare il nome e l’opera di alcuni giovani artisti di età non superiore ai trentacinque anni. Sono stati così raccolti oltre venti lavori, per altrettanti artisti, perlopiù sconosciuti o pochissimo noti al pubblico italiano ed europeo.
L’esposizione costituisce una sorta di passaggio delle consegne fra gli artisti coinvolti e un omaggio da parte di coloro che già si sono guadagnati visibilità e una solida reputazione a livello internazionale nei confronti dei più giovani colleghi, spesso confinati nell’isolamento geografico di questa estrema propaggine del continente africano. Così, dalla generazione che ha ottenuto ampia visibilità – fra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio – sull’onda dell’entusiasmo della comunità internazionale per la fine dell’Apartheid, si passa a quella recentissima e ancora in cerca di affermazione, maturata durante il processo di stabilizzazione politica che ha visto il Sudafrica trasformarsi – non senza difficoltà e contraddizioni – in una democrazia moderna.
L’esposizione guarda al Sudafrica con gli occhi dei sudafricani, non con quelli dell’Occidente, sconfessando letture preconcette e interpretazioni stereotipate della cultura del paese. Lo spaccato che ne emerge mette in risalto le conflittualità non sanate di una società multietnica, che si dibatte fra tradizioni e modernismi, fortemente protesa verso il futuro, anche in funzione del rilancio d’immagine che intende offrire in occasione dei Mondiali di calcio del 2010.
Le opere scelte non sono unite da un tema comune, ma testimoniano la diversità espressiva e dell’argomentare nell’attuale panorama artistico sudafricano, anche se – per molti degli artisti coinvolti – è possibile rintracciare una comune matrice nell’esperienza postconcettuale.
Per quanto spesso politicamente e socialmente impegnata, la ‘nuova arte’ dal Sudafrica non è più solamente inquadrabile in relazione all’Apartheid. Sembra, anzi, che i giovani artisti convocati per la mostra si impegnino nel superare questa lettura facile e univoca. Dibattuti fra rimanere in patria o emigrare, fra l’impegno sul campo e la diaspora, gli artisti di .za esemplificano perfettamente la condizione dell’intellettuale o dell’operatore culturale in posizione periferica all’interno del mondo globalizzato, dove – nonostante tutto sembri essere a portata di mano – il periferico rimane comunque e invariabilmente tale.
Tutti gli artisti presenteranno opere inedite, in molti produrranno lavori nuovi o installazioni site-specific espressamente concepite per l’occasione in rapporto agli spazi del Palazzo.
In mostra opere di Colleen Alborough, Bridget Baker, Zander Blom, Dineo Bopape, Ismail Farouk, Frances Goodman, Simon Gush, Nicholas Hlobo, Moshekwa Langa, Churchill Madikida, Nandipha Mntambo, Zanele Muholi, Ruth Sacks, Sean Slemon, Doreen Southwood, Mikhael Subotzky, Johan Thom, Nontsikelelo Lolo Veleko, James Webb, Ina van Zyl.
Il catalogo Silvana Editoriale edito in edizione bilingue, conterrà testi critici dei curatori.
Anteprima stampa con visita guidata 2 Febbraio ore 12.00
3° piano Palazzo delle Papesse.
Contemporaneamente a .ZA, si inaugurerà anche il nuovo progetto Bookshop con un’installazione di Paul Morrison.
02
febbraio 2008
.ZA Giovane arte dal Sudafrica
Dal 02 febbraio al 04 maggio 2008
arte contemporanea
Location
PALAZZO DELLE PAPESSE – CENTRO ARTE CONTEMPORANEA
Siena, Via Di Città, 126, (Siena)
Siena, Via Di Città, 126, (Siena)
Biglietti
Intero: 5,00 euro | Ridotto: 3,50 euro
Orario di apertura
11.00-19.00 (chiusura biglietteria ore 18:30). Lunedì chiuso
Vernissage
2 Febbraio 2008, ore 18
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore