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Zamfira Facas – È sempre un viaggio
Le sculture tessili che Zamfira Facas (Bucarest, 1961) realizza sono frutto di un personalissimo connubio tra arte, design e artigianato
Comunicato stampa
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Zamfira Facas
È sempre un viaggio
«Lo choc può essere una partenza, ma l'arte è un viaggio»
Fausto Melotti
Le sculture tessili che Zamfira Facas (Bucarest, 1961) realizza sono frutto di un personalissimo connubio tra arte, design e artigianato.
Esse recano processi mentali intuitivi, sogni e visioni dell’artista tradotti in elaborate composizioni dove ogni elemento presente è fondamentale ai fini narrativi.
Alle soglie dell’evento massmediatico più celebrato dell’anno, le Olimpiadi invernali, occasione privilegiata per incontri tra genti e popoli che vengono da lontano, la mostra si incentra sul tema del viaggio, geografico ed esistenziale, concepito come l’inizio di un ciclo che ha il suo sviluppo e il suo ritorno/risvolto passando inevitabilmente dal punto di partenza.
Ecco allora il pesce in tessuto che omaggia l’opera analoga di Fausto Melotti, delicatissimo affabulatore e artefice di forme magiche e allusive. Lo fa donandogli simbolicamente una coda, che gli permetta di tornare a casa dopo aver affrontato il viaggio più lungo, quello della vita. Perché a morire si torna a casa, anche se sfiniti dopo innumerevoli fatiche.
E così fa il pesce scervellato di Zamfira, senza vista né udito, che, con l’aiuto del suo solo istinto, trova la strada del ritorno.
L’attenzione dell’artista si concentra sul dato casuale, ma sintomatico, rappresentato dal 45° parallelo, che attraversa tanto il suo paese quanto Torino, l’uno patria natia e l’altra patria adottiva, entrambi presenti nel suo personale viaggio con differenti valenze.
Il gioco allusivo coinvolge anche altre latitudini, arrivando fino a Gerusalemme e mettendo in risalto il rapporto tra la città e il monumento torinese per antonomasia, la Mole Antonelliana.
Attraverso trame strutturali diverse e un rigore compositivo di sorprendente intensità, l’opera ingloba l’elemento reale e quello artificioso, la Città Santa del 31esimo parallelo e il tempio religioso irrisolto.
L’aquila, volatile dal carattere spiccatamente "olimpico", legata al tema della vittoria del dio della luce, Zeus, sulle forze antiolimpiche e barbariche, assieme alle presenze evanescenti ed aeree della neve e delle nuvole, sono richiamate da immagini che racchiudono un sottile umorismo accanto ad un aspetto indagatore che dà alle opere tutto il suo più arcano valore evocativo.
La continua interazione tra lo spettatore e le strutture di tessuto di Zamfira attua l’ideale completamento dell’opera, che, proprio per le sue caratteristiche formali, contiene in sé processi formativi autonomi e autoproducenti.
Monica Trigona
È sempre un viaggio
«Lo choc può essere una partenza, ma l'arte è un viaggio»
Fausto Melotti
Le sculture tessili che Zamfira Facas (Bucarest, 1961) realizza sono frutto di un personalissimo connubio tra arte, design e artigianato.
Esse recano processi mentali intuitivi, sogni e visioni dell’artista tradotti in elaborate composizioni dove ogni elemento presente è fondamentale ai fini narrativi.
Alle soglie dell’evento massmediatico più celebrato dell’anno, le Olimpiadi invernali, occasione privilegiata per incontri tra genti e popoli che vengono da lontano, la mostra si incentra sul tema del viaggio, geografico ed esistenziale, concepito come l’inizio di un ciclo che ha il suo sviluppo e il suo ritorno/risvolto passando inevitabilmente dal punto di partenza.
Ecco allora il pesce in tessuto che omaggia l’opera analoga di Fausto Melotti, delicatissimo affabulatore e artefice di forme magiche e allusive. Lo fa donandogli simbolicamente una coda, che gli permetta di tornare a casa dopo aver affrontato il viaggio più lungo, quello della vita. Perché a morire si torna a casa, anche se sfiniti dopo innumerevoli fatiche.
E così fa il pesce scervellato di Zamfira, senza vista né udito, che, con l’aiuto del suo solo istinto, trova la strada del ritorno.
L’attenzione dell’artista si concentra sul dato casuale, ma sintomatico, rappresentato dal 45° parallelo, che attraversa tanto il suo paese quanto Torino, l’uno patria natia e l’altra patria adottiva, entrambi presenti nel suo personale viaggio con differenti valenze.
Il gioco allusivo coinvolge anche altre latitudini, arrivando fino a Gerusalemme e mettendo in risalto il rapporto tra la città e il monumento torinese per antonomasia, la Mole Antonelliana.
Attraverso trame strutturali diverse e un rigore compositivo di sorprendente intensità, l’opera ingloba l’elemento reale e quello artificioso, la Città Santa del 31esimo parallelo e il tempio religioso irrisolto.
L’aquila, volatile dal carattere spiccatamente "olimpico", legata al tema della vittoria del dio della luce, Zeus, sulle forze antiolimpiche e barbariche, assieme alle presenze evanescenti ed aeree della neve e delle nuvole, sono richiamate da immagini che racchiudono un sottile umorismo accanto ad un aspetto indagatore che dà alle opere tutto il suo più arcano valore evocativo.
La continua interazione tra lo spettatore e le strutture di tessuto di Zamfira attua l’ideale completamento dell’opera, che, proprio per le sue caratteristiche formali, contiene in sé processi formativi autonomi e autoproducenti.
Monica Trigona
16
febbraio 2006
Zamfira Facas – È sempre un viaggio
Dal 16 febbraio al 16 marzo 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA DIEFFE
Torino, Via Porta Palatina, 9, (Torino)
Torino, Via Porta Palatina, 9, (Torino)
Orario di apertura
martedì e giovedì 11,30-15 mercoledì, venerdì e sabato 16-19,30
Vernissage
16 Febbraio 2006, ore 18,30
Autore
Curatore