-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Zhang Da Li
Con le sue opere Zhang Da Li si propone di dare un volto alla massa di cittadini inesistenti di Pechino, che ogni mattina si riversano in città dalle campagne circostanti alla ricerca di un lavoro. Di solito queste persone non sono registrate all’anagrafe, non hanno quindi diritto all’istruzione, non hanno assistenza sanitaria, non possono avere un alloggio e così via. Si ritrovano a vivere abusivamente negli edifici abbandonati in attesa di demolizione, e vanno a formare una nuova classe sociale dell’odierna Cina, che nè le autorità, nè i ricchi cittadini della capitale amano vedere.
“ Ho osservato con attenzione i loro volti e con diligenza ho cercato i tratti del loro carattere”.
Nascono così le tele AK-47 dove il ritratto si definisce con la ripetizione dell’icona dei mitragliatori di fabbricazione sovietica e i 100 CINESI, cento pezzi unici, calchi reali in resina di “anime umane”, silenti ma estremamente espressive.
“ I calchi di questi cinesi sono stati eseguiti nella periferia nord-orientale di Pechino, in un agglomerato di case provvisorie al di là del Quinto Anello. I 100 cinesi provengono da tutte le parti della Cina, tutti aspettano di entrare nella grande metropoli, aspettano di realizzare il sogno di lasciare la terra, dando inizio ad un nuovo destino per se stessi e le loro famiglie. Tuttavia questa città, che è legittimamente loro di diritto, ha eretto una serie di ostacoli per non farli entrare.
E’ nella capitale, il centro materiale e spirituale della loro vita, che essi percepiscono più intensamente
di essere il gradino più basso della scala sociale.”
Zhang Da Li
Venezia, Campo Santa Maria Del Giglio, 2543, (Venezia)