La ricerca pittorica di Silvia Negrini utilizza un linguaggio minimalista che descrive paesaggi, interni o luoghi isolati e desolati, attraverso tavole o tele spesso di grandi dimensioni. Sono fondali immobili che attendono il passaggio di qualcuno o che restituiscono un evento appena accaduto.
Le campiture sono volutamente piatte, la resa costruttiva è formale, sintetica, rigorosa e schematica, nessun elemento decorativo è ammesso, scenari antiretorici la cui sfida è riuscire a descrivere un’atmosfera precisa con il minor numero di elementi possibile e con un quantitativo limitato di toni.
Ha esposto i suoi lavori in varie fiere su territorio nazionale e all’estero, tra cui Affordable Art Fair 2023 a Bruxelles, GrandArt 2019 a Milano, WopArt Fair 2018 a Lugano, SetUp Art Fair 2018 a Bologna, Karlsruhe Art Fair 2016, Fair for modern and contemporary art 2016 a Colonia e Art Verona 2014.
Nel 2012 è vincitore del Premio Arte (sezione Pittura, categoria Accademia). Viene selezionato tra i finalisti del premio Premio Combat 2021 e 2019, Arteam Cup 2020, Premio Ora 2019, Premio Combat 2018, Premio Mantegna Cercasi 2013, Premio Lissone 2014 e del Premio Nazionale delle Arti 2011.
Nel 2019 è stato inserito nel volume 222 artisti emergenti su cui investire, edito da Exibart; nel 2021 è stato inserito nel volume Tomorrow’s talents vol.2, edito dalla rivista canadese Booooooom.
La sua ultima mostra personale è Woodoo People (2021), presso lo spazio CUBO di Parma.
Ochoa fa pratica con la pittura ad olio, ma variando e sovvertendo i principi della tecnica tradizionale. Nelle sue opere, ha sviluppato la compresenza di due piani di configurazione cromatica, un versante astratto-strutturale e un referente iconico figurale, l’uno necessario alla percezione dell’altro. La sovrapposizione di trasparenze e veli luminosi avvolge il profilo morfologico dell’immagine allontanandola da una precisa definizione, dalla possibilità di essere riconoscibile.  A emergere dalle trasparenze dei quadri è il mistero primordiale delle immagini, le quali appaiono nello spazio evanescente del dipinto sempre sul punto di rivelarsi, ma rimangono sospese al confine di se stesse, lontane da ogni rivelazione: in realtà non è la cosa rivelata, ma il processo stesso del rivelare quello che conta.
Nel mio lavoro il contatto con gli animali e la natura è fondamentale perché diventa un momento di riflessione che si concretizza durante l’esecuzione delle opere.
Recupero materiali organici regalando loro una nuova vita nell’ Arte.
Utilizzo spesso la pelle di serpente in quanto il tessuto epiteliale è il contenitore della vita e il serpente porta con se il concetto del continuo mutamento.
Attraverso la composizione di questi frammenti epidermici cerco di esprimere questo concetto, soprattutto in questo momento, perché viviamo gli effetti del cambiamento climatico.
Lo stesso concetto lo si ritrova nel ciclo di ogni cosa in quanto la materia è in continua trasformazione e quello che spesso ci sembra esaurito diventa risorsa vitale per un nuovo inizio.
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