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exibart prize incontra Aleksandra de Pan

di - 20 Settembre 2022

Qual è stato il tuo percorso artistico?

La passione per l’arte e la pittura in me nasce fin da giovanissima. Fin da piccola sono stata un’ assidua osservatrice di tutto ciò che era l’Arte. Mi ricordo quando all’età di 6 o 7 anni, mi sono imbattuta per caso in una rivista in cui c’era un articolo dedicato ad una giovane artista che, secondo l’autore, dipingeva con uno stile molto simile allo stile artistico di Pablo Picasso, e ciò ha scaturito in me un profondo interesse, tanto da domandarmi: “E chi è Pablo Picasso e qual è il suo stile?” Fu allora che scoprii per la prima volta il lavoro di Picasso e poi conobbi il lavoro di Salvador Dalì, Joan Mirò e degli altri surrealisti. Ero follemente in sintonia con l’idea della libera giustapposizione di elementi apparentemente disparati e assurdi, e già a quel tempo per me il surrealismo divenne la preferenza di stile artistico dominante.
Il mio trasferimento in Italia ha ulteriormente contribuito allo sviluppo della mia vena artistica, grazie al suo ricco patrimonio storico e culturale, all’arte eccezionale insieme alla bellezza dei paesaggi naturali.

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

Nel mio stile convergono appunto elementi di surrealismo ed espressionismo, mentre l’approccio alla mia pittura rispecchia l’istinto “alto rinascimentale”, quando l’arte era percepita come uno dei mezzi più potenti per conoscere se stessi e la propria natura e veniva dal profondo del cuore. Il risultato si manifesta in opere eredi della tradizione novecentesca della pittura concettuale, un’arte ricca di significati nascosti, che sfida l’osservatore a indagare l’ignoto.
La mia pittura può essere definita come una creatività intuitiva, dove il mio processo creativo segue il flusso, all’interno del quale mi disconnetto dal mondo materiale ma con una cognizione ben precisa di ciò che sta accadendo dentro di me. Probabilmente, come persona creativa, sono uno specchio di tutto ciò che accade intorno a me. Natura, energia, tutti i sentimenti a livello subconscio sono espressi sulla tela.

In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?

L’arte ha una forte influenza sulla mente umana ed ha il potere di farla riflettere, e la riflessione è alla base del cambiamento.
Credo che una delle più grandi sfide di oggi è che spesso non ci sentiamo toccati dai problemi degli altri, da questioni globali (come esempio il cambiamento climatico), non abbiamo una sufficiente comprensione di noi stessi, del potere del proprio pensiero e della nostra mente. Non ci sentiamo abbastanza forti tale da appartenere ad una comunità globale, una dimensione superiore di cui facciamo parte. È qui che l’arte può fare la differenza. L’arte non mostra alle persone cosa fare, tuttavia il viaggio connesso alla creazione di un’opera d’arte può connetterti ai tuoi sensi, al tuo corpo e alla tua mente. Può far sentire il mondo. E questa sensazione percepita può stimolare il pensiero, l’impegno e persino l’azione.
La maggior parte di noi conosce la sensazione di commozione che un’opera d’arte può provocare. Quando siamo toccati, siamo commossi; veniamo trasportati in un luogo nuovo che è, tuttavia, fortemente radicato in un’esperienza fisica, nel nostro corpo. Diventiamo consapevoli di una sensazione che potrebbe non esserci estranea ma su cui non ci siamo concentrati attivamente prima. Questa esperienza trasformativa è il risultato del forte potere dell’arte.

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Ho appena partecipato ad alcune mostre in Italia e più recentemente in Austria. Attualmente sto lavorando ad una nuova serie di dipinti, che ho intenzione di presentare entro la fine di quest’anno. Per quanto concerne i miei piani di medio lungo termine, sto pianificando la realizzazione di una seria di sculture collegate al tema dei miei quadri, ma non prima dell’anno prossimo.

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

Le istituzioni potrebbero sicuramente agevolare il lavoro di artisti e curatori mettendo a disposizione le varie proprietà ad oggi poco utilizzate che potrebbero prestarsi ad eventi ad hoc, creando cosi un ecosistema forte che va ad incentivare tutti i soggetti coinvolti. Ciò andrebbe a rafforzare ulteriormente quanto attualmente fatto dalle istituzioni con un maggiore interesse verso il settore e di riflesso un coinvolgimento crescente dei vari operatori.

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