Come hai scoperto la tua passione per lâarte? Ci sono stati momenti o persone particolari che hanno influenzato il tuo percorso?
Mi vien da sorridere⌠la mia passione per lâarte è nata nella mia famiglia, sono cresciuta in una famiglia di sarti fra tessuti e abbinamenti di forme e colore. Mia madre non vendeva moda, vendeva poesia. Ă un approccio, un modo dâessere e di sentire. Un modo di esprimere e far esprimere gli altri nel loro essere. Unâemozione, una gioia, un contatto interiore. Lâarte ovviamente non è solo questo, ma anche una ricerca che regala riflessione, esplorazione e viaggio interiore. Uno sguardo oltre. Molte persone hanno influenzato il mio percorso. Mia madre, le persone incontrate in Svizzera, a Berlino, le persone incontrate in Italia e quelle che si possono incontrare casualmente ogni giorno. La vita stessa è arte se si vuole vedere, un percorso e tutti in questo cammino possono insegnarci o regalarci spunti di riflessione e di stimolo.
Ci sono temi o concetti ricorrenti che esplori attraverso la tua arte? Cosa ti ispira maggiormente?
Quello che mi interessa è il concetto di suono. Penso che tutto quello che ci circonda sia suono, una cosa che spazia dalle diverse frequenze della materia, alle nostre emozioni. Ă un tema molto ampio e forse anche difficilmente scientifico, oltre che spirituale. Quello che ritengo è che il suono non sia solo unâesperienza uditiva, ma anche percettibile visivamente e nella materia. Il suono può influenzare la materia e per cosĂŹ dire trasformarla. Quello che cerco, attraverso il mio lavoro e la pittura, è di creare una specie di risonanza attraverso il gioco del campo cromatico durante lâosservazione, cercando di dar spunto di riflessione ed esplorazione interiore. Un viaggio, una bellezza, una domanda, una sorpresa.
Ovvio, regalare delle emozioni e viaggio interiore non è cosÏ scontato.
Come pensi che il contesto culturale e sociale in cui vivi influenzi il tuo lavoro artistico?
Il contesto in cui viviamo influenza sempre la nostra vita e cosĂŹ vale per lâarte.
Oltre a tutto quello che succede, penso che ad un certo punto si debba ottenere o almeno cercare un poâ di bilanciamento.
In questo presente, per lâarte può valere il luogo dove vivi da un punto di vista. In un contesto con una visione piĂš ampia e lâarte è ampia perchĂŠ non ha confini, penso che si debba incominciare a riflettere sulle nostre lotte interiori ed anche sociali e capire dove portano, o almeno, che cosa producono. In questo momento sono in un periodo di riflessione. Penso che tutto sia energia e mi rendo conto che lâarte sia una voce che arriva ad altre persone. Quindi, nella responsabilitĂ di questo medium, mezzo o che sia, voglio capire cosa sto facendo, senza essere in balia di venti e maree che possono portare in luoghi non sempre confortevoli. CosĂŹ vale per le nostre emozioni e la risonanza che creano. Vogliamo un mondo che migliori, ma siamo sempre in lotta. Ă un esempio, per questo cerco di riflettere sul mio lavoro, senza essere in balia delle maree. A volte distruggono e dividono, anche se lâintento iniziale poteva essere per una âgiusta causaâ. Quello che sto cercando di fare è cercare di essere fuori dallâenergia della lotta. Cercando una via che possa trasmettere altro, ma che abbia una forza.
Puoi raccontarci di un progetto o di unâopera a cui tieni particolarmente e spiegarci il motivo?
Tutte le mie opere mi sono piaciute, ovviamente parlo in senso di amore.
Nel senso, qualcosa è venuto meglio, qualcosa peggio, ma quello che mi interessa è quello che mi ha portato a realizzarle. La ricerca.
Trovo che la ricerca sia prima di tutto interiore in un confronto con lâesterno, la societĂ in cui viviamo. Quello che mi ha sempre interessato è la Natura, i movimenti anche impercettibili degli elementi, il loro suono, il tutto trasformato in ricerca visiva. Ho incominciato raffigurando una mia percezione della natura, ragionando in termini che gli elementi sono anche impercettibili ed hanno delle frequenze. Non potevo fare una classica raffigurazione. Man mano la ricerca è andata avanti, quasi scremando negli elementi, ed è arrivato âIl Suono Biancoâ, una percezione della creazione nella materia attraverso il suono. Ma cosâ è il suono? Il suono è tutto, quindi tutto contribuisce a formare la creazione della materia. Da lĂŹ è arrivato un nuovo tipo di raffigurazione piĂš concettuale. Il bianco era diventato essenziale come base del dipinto, perchĂŠ era quello spazio dove incominciava a formarsi la realtĂ .
In questo momento, sono in un altro piano, il suono rimane la base del tutto, ma quello che mi interessa è altro.
Con âVoicesâ sono arrivati i lavori piĂš carichi, campi cromatici intensi di visione ed esplorazione, dove il bianco non ha avuto piĂš spazio. Il suono è cambiato e mira ad un lavoro diverso.
Lâarte è una voce e può essere cassa di risonanza, come esseri umani siamo voce. Vediamo dove porterĂ lo sviluppo di questi nuovi lavori e riflessioni.
In che modo lâinterazione con il pubblico influisce sulla tua pratica artistica? Ti capita di modificare il tuo lavoro in risposta ai feedback che ricevi?
Ascolto i feedback che possono essere costruttivi e di scambio, rivolti ad unâapertura mentale e di crescita. Non ascolto quelli sparati a caso. Ogni persona è diversa. Dipende se un feedback risuona, oppure vuole essere per cosĂŹ dire, dissonante. Anche la dissonanza insegna, ma dipende sempre dallâ intento e dalla voglia di crescita. Modifico i miei lavori in base al mio sentire. Niente maree.
Cosa pensi della commercializzazione dellâarte contemporanea? Pensi che possa compromettere lâintegritĂ dellâopera o la sua funzione critica?
A volte sĂŹ, dipende dai professionisti che vendono o presentano le opere e anche dagli artisti. Diciamo che in questo periodo vedo temi ultra-trattati, che forse piĂš che per un sentire sembrano fattore di vendita, un modo di cavalcare lâonda. LâintegritĂ dellâopera avviene o rimane solo attraverso un sentire e una ricerca e non attraverso la commercializzazione, da cui prende il significato la parola stessa. Con questo non voglio dire che le opere non debbano essere vendute, anzi, lâarte è un lavoro ed un costo notevole, quindi è giusto che sia pagato, ma dipende sempre dallâ intento e dalla direzione che prende. Ritorno al fatto che la creazione di unâopera può essere una responsabilitĂ artistica, come può essere nulla, creazione di materia, compiacimento personale, arrivismo, beh, non continuo. Lâ arte si deve sentire, dovrebbe essere motivo di ricerca e riflessione, oppure magari anche bellezza e vento nuovo che arriva dentro. Una cosa che forse possa creare anche una certa fiducia. Alle volte manca un poâ. Ritorno al fatto che sto osservando e cercando.
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