Qual è stato il tuo percorso artistico?
Mi sono formata allâAccademia di Belle Arti di Venezia, presso la cattedra di pittura del professor Di Raco, prima con il percorso quadriennale e poi conseguendo nel 2009 la laurea di secondo livello in pittura. In Accademia ho trascorso anni molto belli, che sono stati fondamentali per la mia formazione.
Lâanno successivo alla laurea ho vinto una borsa di studio annuale per collaborazione didattica presso la medesima istituzione.
Dal 2010 ho iniziato il mio percorso di artista collaborando con diverse gallerie e curatori sia in Italia che allâestero e partecipando anche alle prime residenze dâartista.
Nel 2011 ho preso parte al Padiglione Accademie alla 54ma Biennale di Venezia esponendo allâArsenale.
Al 2012 e 2014 risalgono le mie partecipazioni a Dolomiti Contemporanee e Progetto Borca, mentre nel 2016 ho vinto una residenza dâartista negli USA, presso la Fondazione ESKFF al Mana Contemporary di Jersey City.
Negli ultimi anni ho consolidato sempre di piĂš i rapporti lavorativi con gli Stati Uniti, in settembre 2021 ho realizzato la mia prima personale a New York, dove poi mi sono trasferita definitivamente lo scorso gennaio.
Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?
La tematica centrale nel mio lavoro riguarda il concetto di simbolo come soglia, uno spazio fisico reale dove significato e significante si uniscono aprendosi ad interpretazioni non univoche.
Partendo da questo concept, nel corso degli anni mi sono interessata alle diverse sfumature e sotto-tracce concettuali ad esso collegate. Elaborando sempre di piĂš metodologie e tecniche ed esplorando anche linguaggi tridimensionali e installativi, nelle serie âBrutal Imaginationâ e âHic sunt Draconesâ ho investigato il margine tra il sogno e la realtĂ . Mi sono interessata poi alla soglia spirituale nel confine tra la vita e la morte nelle serie âThe Dragon and Iâ e âDance Macabreâ. Recentemente la mia ricerca â influenzata dalla filosofia orientale â si è focalizzata sul concetto di simbolo e i suoi mutamenti attraverso la storia ed aree geografiche lontane. Da qui nasce la mia opera piĂš recente, cui sono molto legata: âDu bist die Sonneâ. Unâinstallazione in cui le lettere che i miei nonni si sono scambiati nei quasi tre anni di prigionia nel lager di Oschatz durante la Seconda Guerra Mondiale sono state trascritte sagomando la forma di una croce uncinata, simbolo dellâorrore nazista nel â900, ma molto prima simbolo di rinascita e spiritualitĂ nelle culture orientali.
In quale modo secondo te lâarte può interagire con la societĂ , diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?
A parer mio lâarte è per definizione uno strumento di indagine sul mondo che ci circonda. Nelle sue varie forme e chiavi di lettura, lâarte non fornisce (almeno non lo dovrebbe fare secondo me) risposte ai problemi della contemporaneitĂ ; bensĂŹ stimolare nuove e piĂš profonde domande. Le domande che sa porre lâarte sono preziose indicazioni sulla direzione che stiamo prendendo come cittadini, come societĂ , una direzione che alle volte necessita di una visione piĂš trasversale per rivelarsi.
Lâarte semina pensiero, fa germogliare riflessioni. Non è un caso se giĂ nei primi mesi del 2020 è ricomparsa in un gran numero di opere di artisti contemporanei â affermati e non â lâiconografia del teschio o dello scheletro.
Lâarduo compito di far interagire lâarte con la societĂ sta a tre categorie: i curatori, i musei e le gallerie. Il loro ruolo è fondamentale nel proporre alla societĂ queste riflessioni attraverso mostre che vadano al di lĂ della pubblica accettazione, ma che siano in grado di scardinare le certezze comuni. Lâinterazione dellâarte con la societĂ sta tutta dentro questo rapporto imprescindibile.
Quali sono i tuoi programmi per il futuro?
Da poco mi sono trasferita stabilmente a New York, al momento ho in corso una collettiva presso la galleria SARAHCROWN a Tribeca, che a novembre presenterĂ il mio lavoro per la prima volta ad Untitled Art Fair a Miami. Sono molto entusiasta di questo progetto, che significa un grosso passo avanti nella mia carriera dâartista.
Inoltre sono stata selezionata da Residency Unlimited, una delle piĂš prestigiose residenze dâartista di New York, e a febbraio inizierò un nuovo progetto sperimentale che durerĂ sei mesi, da febbraio a luglio, in cui produrrò un nuovo ciclo di lavori ibridi tra pittura, installazione e scrittura. Il progetto sarĂ in dialogo con unâopera conservata al Brooklyn Museum e offrirĂ un terreno di riflessione sul concetto di rielaborazione del lutto.
In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?
Da poco mi sono trasferita stabilmente a New York, al momento ho in corso una collettiva presso la galleria SARAHCROWN a Tribeca, che a novembre presenterĂ il mio lavoro per la prima volta ad Untitled Art Fair a Miami. Sono molto entusiasta di questo progetto, che significa un grosso passo avanti nella mia carriera dâartista.
Inoltre sono stata selezionata da Residency Unlimited, una delle piĂš prestigiose residenze dâartista di New York, e a febbraio inizierò un nuovo progetto sperimentale che durerĂ sei mesi, da febbraio a luglio, in cui produrrò un nuovo ciclo di lavori ibridi tra pittura, installazione e scrittura. Il progetto sarĂ in dialogo con unâopera conservata al Brooklyn Museum e offrirĂ un terreno di riflessione sul concetto di rielaborazione del lutto.
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