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exibart prize incontra Irene Di Biagio

di - 10 Maggio 2023

Qual è stato il tuo percorso artistico?

Ho iniziato ad avvicinarmi all’arte fin da bambina, grazie alla passione per il disegno di mio padre per poi scoprire la pittura ad olio poco più che dodicenne, attraverso i corsi di un’allieva della Scuola di Guttuso che insegnava nella mia scuola.
Per diversi anni ho coltivato la pittura anche da autodidatta per poi avvicinarmi a nuove sperimentazioni artistiche (tecniche miste, materico, acrilico, installazioni, etc.) grazie agli incontri che il mio percorso artistico mi ha riservato: mostre individuali e collettive, frequentazioni del settore hanno arricchito la mia formazione, contaminandola positivamente.

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

Il disegno e le sfumature. Ogni opera è riconoscibile da questo aspetto, il tratto – anche quello pittorico – gioca con l’olio facendone effetti di luce ed ombre, rendendo la tela come una pellicola unica su cui giocare con matita, pennello, pensiero facendoli scorrere all’unisono.

In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?

Entrando negli spazi condivisi (scuole, mura, strade, ospedali, uffici pubblici, parchi), impregnandoli. Ancora viviamo in una società che fatica a comprendere l’arte e il potenziale espressivo che racchiude: lasciandola invece penetrare ovunque assume un potere sociale elevato, divenendo tra l’altro strumento per le emozioni umane più profonde.

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Aprire un mio studio personale e mettere la mia creatività al servizio dell’arte terapia, sempre più diffusa come efficace strumento di supporto in diversi contesti di difficoltà.

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

Sostenendo gli artisti sul territorio nazionale ad esempio promuovendo molto di più iniziative artistiche sul territorio o finanziando piccole iniziative artistiche private; Oggi fare l’artista in Italia corrisponde alla completa autogestione movendosi nell’anonimato e con la difficoltà di aderire e partecipare ad iniziative (spesso concorsi e mostre richiedono importi elevati per partecipare e/o ci si accede perché già parte di un circuito precostituito). Gli eventi espositivi – previa selezione- dovrebbero invece sempre essere gratuiti e ampiamente sponsorizzati dalle istituzioni locali e non favorendo molta più visibilità.

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