13 dicembre 2022

exibart prize incontra Ruggero Navarra

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Amo l’arte astratta e il colore. Allo stesso tempo, nei miei lavori cerco un equilibrio tra astratto e figurativo, poiché prediligo le opere che contengano una piccola chiave di lettura, che permetta a chi le osserva di sentirsi immediatamente coinvolto.

Qual è stato il tuo percorso artistico?

Sono cresciuto in un ambiente in cui arte classica, antiquariato e cultura sono parte integrante della quotidianità. Negli anni, ho approfondito la passione e la conoscenza dell’arte contemporanea, con lo studio e con la frequentazione di gallerie ed esposizioni. In particolare, mi affascina la comprensione delle tecniche utilizzate dai vari autori per raggiungere risultati espressivi così appassionanti.  Al contempo, ho sempre sentito un forte impulso creativo, per cui da sempre amo dedicarmi a molte attività che possano esserne stimolo, sfogo ed espressione. Queste passioni hanno reso per me molto naturale il dedicarmi presto alla pittura in prima persona, inizialmente studiando e sperimentando le tecniche per dipingere a olio soggetti di tipo figurativo, passando poi al disegno e, infine, ai prodotti acrilici e ai materiali non convenzionali, con cui realizzo opere materiche.
Nel corso degli anni ho esposto i miei quadri in alcune collettive e mostre personali.

 

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

 Amo l’arte astratta e il colore. Allo stesso tempo, nei miei lavori cerco un equilibrio tra astratto e figurativo, poiché prediligo le opere che contengano una piccola chiave di lettura, che permetta a chi le osserva di sentirsi immediatamente coinvolto.
Così, ho iniziato a strappare via dal colore simboli quotidiani di situazioni ed emozioni di vita.
I dipinti, grazie ai loro protagonisti stilizzati, uniscono il divertimento, la concentrazione e l’introspezione della fase creativa, insieme allo straordinario effetto comunicativo di conoscenza degli altri, i quali, nella ricerca della mia interpretazione del soggetto, spesso aggiungono e svelano un po’ di sé.

 

In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?

L’arte, di qualsiasi tipo, può influenzare la società a vari livelli: come espressione di un messaggio esplicito o come mezzo attraverso il quale lo spettatore possa interrogarsi sulla propria interpretazione del significato di un’opera. In ogni caso, poiché la società è composta da singoli, all’arte va il compito di raccogliere l’interesse di ognuno, stimolandone l’intimo. Quale che sia il mezzo utilizzato, la dimensione e il particolare messaggio dell’opera, l’arte è sempre innegabilmente positiva. Poiché un’opera ha bisogno di un autore ma anche di uno spettatore, la diffusione dell’arte come linguaggio universale è stimolo alla comunicazione sociale e antidoto per l’egoismo.

 

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Per il prossimo futuro ho in programma una personale, che dovrebbe tenersi in primavera a Sarzana, per la quale sto preparando nuove opere che esporrò insieme ad alcuni lavori eseguiti anni fa.

 

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

Le istituzioni hanno il compito di favorire la diffusione dell’arte, così come della cultura in generale. Per gli artisti emergenti, sarebbe certamente importante poter promuovere le proprio opere esponendo in spazi pubblici a costi accessibili o gratuitamente. In tal modo, sarebbe agevolato l’incontro tra artisti, pubblico e “addetti ai lavori”.
Per quanto riguarda l’arte già affermata o comunque riconosciuta e sul mercato, sarebbe certamente di grande impatto incentivare la circolazione delle opere d’arte attraverso un abbattimento dell’IVA sulle vendite, come già accade per altre forme espressive delle cultura.

 

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