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exibart prize incontra Sandra Fiordelmondo

di - 14 Giugno 2023

Qual è stato il tuo percorso artistico?

L’arte e la pittura mi appartengono da sempre.
Per diversi anni ho frequentato i corsi di pittura tenuti dal Prof. Fabrizio dell’Arno presso la RUFA (Rome University of Fine Arts) e corsi di storia dell’arte, con particolare approfondimento dell’arte contemporanea, che hanno contribuito in modo determinante ad indirizzare la mia ricerca artistica verso la sperimentazione di tecniche pittoriche diverse e l’uso poliedrico di svariati supporti e materiali.
Dal 1991 inizia il mio percorso espositivo partecipando a diverse mostre collettive e personali anche in alcuni musei come il Museo Venanzo Crocetti di Roma, il Museo di Geologia presso la Sapienza Università di Roma ed il Museo di San Francesco a Montefalco (Perugia).
Recentemente sono stata selezionata come finalista nella sezione pittura al 17^ Premio Arte Laguna Prize presso l’Arsenale Nord di Venezia e come finalista al premio “Malamegi Lab Venice’ 23”.

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

“IL TEMPO” ed “IL LUOGO” sono i concetti fondamentali della mia ricerca.
Inizialmente sull’impulso di percorrere un viaggio a ritroso tra i ricordi legati ai luoghi dell’infanzia e del paese d’origine, la mia sperimentazione artistica ha inteso dipanare l’inestricabile filo rosso della memoria individuale e collettiva per catturare immagini perdute, ricordi sbiaditi e sfuggenti; far rivivere frammenti dei luoghi vissuti e delle persone che li hanno animati; tutto ciò rielaborando un personale archivio fotografico di vecchie foto di famiglia e scatti estemporanei con cui ho realizzato diversi collage da cui prende spunto il lavoro pittorico o su cui, spesso, lo stesso si sviluppa dando vita ad una stratificazione di colori e materiali.
Dal luogo e tempo della memoria la mia ricerca ha legato il tempo vissuto ad un tempo e ad un luogo del presente in cui l’osservazione visiva e fotografica racconta di una routine quotidiana spesso pesante, difficile da sostenere e nello stesso tempo la alleggerisce aprendo uno spazio libero in cui sperimentare.
Le mie opere più recenti raccontano di un tempo e di un luogo presente in cui la ricerca, volta a cogliere l’essenzialità delle forme e del colore, parla di una ripetitività che può rivelare qualcosa di inaspettato; in questa opera di sintesi si coniugano due esigenze solo apparentemente contrastanti:
– da una parte, la ricerca del rigore, attraverso l’utilizzo pittorico di elementi matematici finalizzati alla creazione di un ritmo compositivo e la stesura piatta che nega qualsiasi sfumatura di colore, conducono ad una costruzione geometrica della composizione con linee precise in cui si percepisce la tensione del gesto pittorico finalizzato alla suggestione di visioni composte e rassicuranti;
– dall’altra, la ricerca dell’immediatezza e della spontaneità, registrate nelle linee “fatte a mano libera” che sconfinano in un’altra zona di colore, vanno incontro all’inaspettato, concedendomi la possibilità di sbagliare e l’errore diventa naturalezza del gesto, opportunità e possibilità di osare e di creare qualcosa di inaspettato.

In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?

Ritengo che l’arte sia trasformazione incessante e reinvenzione costante della realtà e rappresenti per ogni individuo uno strumento di conoscenza e di appropriazione del mondo.
Attraverso il suo linguaggio universale che non necessita di traduzioni o mediazioni e la sua libertà di espressione, l’arte ha da sempre dimostrato un fortissimo potenziale comunicativo facendosi portavoce di tematiche sociali rilevanti legate alla salvaguardia dell’ambiente, all’abbattimento delle disuguaglianze socioeconomiche, alla tutela dei diritti umani e alla promozione di una maggiore inclusione sociale dando prova della sua capacità di esprimere valori e disvalori di una società.
Per il suo essere dirompente e spesso disturbante rispetto al mondo dato, l’arte ci stimola ad osservare la realtà da angolazioni diverse e spesso inconsuete diventando un potente strumento di riflessione e cambiamento sociale.

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Intendo continuare la mia ricerca e sperimentazione artistica indagando i concetti di tempo e di spazio che sono, da sempre, presenti nel mio lavoro e rispetto ai quali ho ancora molto da approfondire perché ritengo che essi siano coordinate ineludibili dell’esperienza, dell’agire e del pensare.
E’ importante per l’evoluzione del mio lavoro artistico indagare la dimensione del tempo che si deposita nei luoghi, intesi come spazio di vissuto sia passato che presente.
Negli ultimi anni la mia ricerca si è spostata verso l’installazione pittorica offrendomi nuovi linguaggi espressivi; la mia intenzione è di continuare in questa sperimentazione non sapendo, fin da ora, a quali risultati pittorici mi condurrà in futuro poiché penso che la pittura si adatti alla necessità interiore del tempo in cui si opera.

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

Ritengo che le nostre istituzioni, oltre alla tutela e conservazione del patrimonio artistico, dovrebbero impegnarsi costantemente nella divulgazione e nella promozione dell’arte, in particolare dell’arte contemporanea, mediante l’utilizzo di specifiche metodologie attuate da professionisti del settore nonché di innovazioni tecnologiche e digitali finalizzate ad una comunicazione della cultura artistica sempre più efficace.
E’ fondamentale rendere l’arte sempre più fruibile a tutti attraverso il libero accesso a musei, gallerie, studi di artisti; realizzando nuovi siti d’arte e fondando nuove accademie pubbliche dove anche i giovani meno abbienti possano intraprendere un valido percorso formativo in ambito artistico e curatoriale.
Le istituzioni devono dare supporto ad artisti e curatori emergenti prevedendo periodicamente e sistematicamente budget dedicati all’arte, mettendo a disposizione spazi espositivi pubblici, recuperando luoghi in disuso anche nelle periferie dove essi possano lavorare, organizzare manifestazioni ed incontri; finanziando progetti di Land Art o Street Art da far coesistere con strutture urbane già esistenti nelle nostre città per valorizzarle.
In sintesi esse devono, in ogni modo, dare voce e tutela alle istanze del mondo dell’arte e dei loro operatori riconoscendo dignità alla loro professione ed al ruolo di precursori che essi svolgono nella società.

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