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exibart prize incontra Symona Colina

di - 1 Giugno 2023

Qual è stato il tuo percorso artistico?

A 25 anni mi sono regalata una bellissima scatoletta di matite colorate.
Credo che sia stato quello il momento in cui ho cominciato a dedicarmi seriamente all’Arte, ed ad essere più precisa nella prospettiva.
~
All’ epoca l’aeroporto era un prato con una pista molto accessibile.
L’uomo alto e robusto, che era mio padre, indicava una forma distante… “Aereo”.
A me sembrava molto piccola, non poteva essere possibile che un uomo così alto e robusto potesse viaggiare in quella piccola forma che si chiamava “Aereo”.
E non finiva lì, prendendomi per mano, camminando e avvicinandoci all’aereo, quest’ultimo cresceva miracolosamente.
Anche nel cielo una forma distante che si spostava relativamente piano, si chiamava “Aereo”, attraversava lo spazio e il tempo.
~
E da li cominciai a capire: la distanza equivale alla profondità, queste non cambiano quando cammino neanche quando rimango ferma. Attraversare e vedere la profondità – la distanza, si può fare anche allungando la mano carezzando l’orizzonte.
La prospettiva è uno dei pilastri della mia vita che mi circonda a 360 gradi cristallini.
E così con il tempo cominciai a comprendere…

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

Attraverso la distanza perché la percepisco, questo è un equilibrio fra pensare e vedere.
Allungo la mano con un pennello o con la matita, accarezzando la forma toccando la profondità, accarezzando il chiaro di Luna che cade come l’acqua sulle forme avvolte nel vento…
Passando fra due dimensioni, toccando liberamente la distanza – profondità.
L’ inscindibile equilibrio cristallino, sogno e realtà tra il possibile e l’impossibile.

In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?

Non lo so, non so se l’arte dovrebbe interagire, forse potrebbe.
La farfalla con il leggero battito delle ali potrebbe creare l’uragano.
Un momento di silenzio potrebbe portare a un momento di riflessione.
Sono un po’ come i desideri che una stella cadente ti offre.
Così desideri una stella cadente, una dopo l’altra, perché non sai fare di meglio.
Alla fine possiamo pure chiedere la luna…
L’ interpretazione dì un opera d’Arte è soggettiva.
L’Arte ha tante interfacce con la nostra società e con la nostra esistenza.
Attraversiamo il mondo spaziale composto da colori e forme che circondano la nostra sensibilità, riflettere su di essa potrebbe essere una spinta per un cambiamento.
Non è facile comunicare senza vedere la luce negli occhi dell’ascoltatore, perché percepirla è per me uno dei pilastri della comunicazione.
Senza una condivisione interiore la comunicazione diventa difficile, bisogna capirsi.

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Cerco sempre di non programmare troppo il futuro perché le cose potrebbero cambiare da un momento all’altro. La vita è sempre in movimento nel tempo, è un continuo cambiamento, basta guardare le nuvole per capirlo.
Ho una bellissima tela sul cavalletto e per il momento è un piacere lavorarci sopra, spero di completarla. Ho anche la carta da disegno che mi aspetta.
In un altro momento forse una simpatica mostra da qualche parte.
Per oggi…
Speriamo bene per il domani.

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

In qualche modo, senz’altro lo potrebbero fare.
Fra leggi e regolamenti certo sarà possibile per le istituzioni agevolare l’Arte.
Però non dovremmo dimenticare che ci sono molti interessi.
Le istituzioni con leggi e regolamenti dovrebbero spiegare cosa può essere considerato Arte e cosa non può essere considerato Arte.
Purtroppo se mettiamo tali confini, l’Arte appassisce.
La profondità non ha confini.
Questo sì che è chiaro come il sole.

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