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exibart prize: intervista a Sveva e Francesco Taurisano
exibart.prize
di redazione
«Una passione che non conosce limiti né di tempo né di spazio». Così Sveva e Francesco Taurisano raccontano il proprio amore per l’arte, alimentato da una raccolta privata che ha sede a Napoli e dialoga senza sosta con il tempo presente. Avviata negli anni ’70 dal padre di Francesco, Paolo Taurisano, la collezione conta oggi circa 400 titoli e guarda con entusiasmo alla sperimentazione contemporanea.
Intervista a Sveva e Francesco Taurisano, membri della giuria di exibart prize 2020
Che cosa vi spinge a collezionare? C’è una caratteristica che accomuna tutti i lavori che acquistate?
«Collezionare è vita per noi. Una passione che non conosce limiti né di tempo né di spazio. La nostra collezione racconta diversi episodi della nostra vita. Le opere rappresentano in immagini un racconto che parte dai movimenti europei del ‘900 e arriva al giorno d’oggi con opere legate alla realtà aumentata e alle installazioni audio. Ciò che lega tutto è la volontà di prendere una posizione rispetto agli avvenimenti, di guardarci dentro e di svelare segreti e sfide nascoste ma presenti in ognuno di noi e pronte ad esplodere al momento giusto».
Siete più interessati agli artisti emergenti o a quelli affermati?
«Siamo interessati agli artisti contemporanei. A quelli che non hanno paura di indagare l’oggi e lo fanno con una estetica accattivante e innovativa».
È importante per voi conoscere personalmente gli artisti che includete nella vostra collezione?
«Conoscere l’artista è sempre un valore aggiunto che lega all’opera una serie di ricordi e di eventi che ne arricchiscono la narrativa».
Nel caso di artisti emergenti, vi siete mai affidati alle selezioni di qualche premio per indagarne il talento?
«Sinceramente non è mai successo, ma nella vita mai dire mai… L’arte ci ha insegnato che esistono milioni di strade diverse per raggiungere i propri obiettivi».