Bellezza, mistero e meraviglia sono racchiusi in ogni direzione in cui gli esseri umani decidano di indagare il mondo, dall’infinitamente piccolo fino ad arrivare alle dimensioni dell’universo.
Bellezza ricca di domande e problemi etici che di volta in volta la conoscenza ci offre.
Mi definisco un artista realista e come tale dipingo scene comuni di tutti i giorni, scene dei miei tempi. In qualche modo lascio una testimonianza del mio passaggio.
L’idea è di cogliere il respiro vitale della città attraverso lo scorrere della vita delle persone per le strade.
La mia poetica si sviluppa sul rapporto tra Spazio e Materia, nella produzione di sculture, installazioni e grafiche. In curriculum ho fiere, mostre collettive e personali; nel 2018 “Luoghi” a cura di Simona Bartolena alla galleria E3 arte contemporanea (BS), che in catalogo documenta anche l’installazione scultorea al museo MAM (MN) e poi nel 2019 la personale “Frammenti di città” a cura di Alberto Fiz, allo Studio Museo Francesco Messina di Milano, di cui a breve la presentazione della pubblicazione che la documenta.
Liber Dorizzi è un danzatore e performer. Nato nel 1989 a Cañuelas in Argentina. Cresce a Milano dove, da ragazzo, studia teatro presso la compagnia Comuna Baires fondata da Renzo Casali.
È diplomato come danzatore presso la scuola Paolo Grassi e laureato in Fisica presso l’università degli studi di Milano. Indaga, attraverso il corpo e il movimento, il tema della relazione nelle sue diverse forme, come la cooperazione, il gioco, e le interconnessioni tra individui e l’ambiente, cercando di mantenere sempre uno sguardo aperto e interdisciplinare.
Nata a Milano nel 1994, Greta di Lorenzo realizza installazioni, fotografie e performance tra arte visuale e teatro. Muovendosi da sempre tra questi due mondi, dal 2015 al 2018 collabora come performer con Ilaria Bochicchio a Milano, New York e Miami.
Nel 2018 si diploma presso la scuola Teatro Arsenale, dove studia il metodo Lecoq con Marina Spreafico e Kuniaki Ida. In seguito si specializza in animazione su nero con Nadia Milani presso il Teatro del Buratto.
Nel 2019 realizza Alice: atto performativo presentato a Mantova, Milano e Ravenna.
La prassi dell’arte come il costituirsi delle religioni e dei miti, è comune a tutti gli esseri umani e presente in ogni cultura fin dagli albori dell’umanità. Attraverso la sua ricerca, Federica Zianni cerca di spiegare come l’arte, intesa come pratica, sia il punto di incontro, la terra franca in cui contrastare le paure suscitate da problematiche attuali come l’identità e la migrazione, in modo diretto e dimostrativo, attraverso istallazioni di arte pubblica e performance. L’artista lavora principalmente con la scultura, l’uso delle luci, delle superfici specchianti e proiezioni video.
“Alea” (a cura di / curated by Noemi De Simone) – ADD-art – Spoleto (PG) – Italy
“Five Lossy Views of a Floor” (a cura di / curated by Caroline Corbetta) – Il Crepaccio Instagram Show – @ilcrepaccio
“Frequenze | Donatella Lombardo – Vincenzo Merola” (a cura di / curated by Matteo Galbiati) – Maurizio Caldirola Arte Contemporanea – Monza – Italy [cat.]
La sua produzione si concentra su una commistione di codici visivi in cui alle tecniche classiche e tradizionali si alternano l’utilizzo e la messa in scena di oggetti di recupero e di componenti elettronici, all’insegna di una nuova rappresentazione che, nella mediazione tra pittura, disegno, scultura e installazione, trova un fecondo equilibrio. Se l’arte rappresenta il terreno più fertile per raccontare la propria storia, Adonai si dedica ad una produzione artistica che eleva l’esperienza ad elemento fondamentale ed, esplorando materiali, forme, luoghi, sviluppa nuovi punti di vista sulla realtà.
Attraverso l’ utilizzo di materiali semplici come la carta, l’ alluminio e il filo di cotone, l’ artista prende in prestito le immagini della natura e le rielabora secondo una sua personale visione.
A volte la carta è utilizzata come metafora di un corpo lacerato, altre volte, l’ alluminio deformato si trasforma in uno specchio da cui scorgere il cielo dalla nostra stanza, in un viaggio attraverso il potere delle immagini.
Francesco Fossati (1985) è artista visivo e forager di piante selvatiche e alimurgiche. La sua ricerca ha come focus il rispetto della natura e la sostenibilità ambientale, realizza opere con il minore impatto ambientale possibile, ha creato eco-giardini, prodotto pigmenti e colori a olio con sostanze naturali e utilizzato pratiche di coinvolgimento sociale e manovalanze locali per la realizzazione di opere di arte pubblica.
Fotografo della solitudine, i suoi soggetti sono spesso personaggi soli, colti nella loro quotidianità in un panorama urbano desolato che ricrea anche quando visita, senza mai abbandonare la sua macchina fotografica, altre città.
Da qualche tempo si interroga sulla propria identità, spostando l’obiettivo dagli altri a sé stesso.
La mia arte estremamente evocativa è caraterizzata da un marcato spirito autoreferenziale. Sono sempre attenta a scandagliare il mio Io interiore, e da lì quello delle altre persone, per riprodurlo e quasi imprimerlo nelle mie opere.
Fondamentale tema della mia poetica è il sentimento panico, quel sotterraneo, quasi viscerale, desiderio di unirsi con l’elemento naturale, fondersi col tutto che ci circonda. Quello che traspare spesso dai miei lavori è un desiderio di evasione e, al tempo stesso, di riunificazione.
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