16 febbraio 2023

Il “Ciclo mercato dell’arte” in collaborazione con l’Associazione Antiquari d’Italia, a Palazzo Venezia, Roma

di

A cura di Costantino D’Orazio, storico dell’arte
in collaborazione con l’Associazione Antiquari d’Italia

Il ciclo fa parte della rassegna “Al centro di Roma”, in corso sino a Dicembre 2023, a cura di Edith Gabrielli, direttrice VIVE- Vittoriano e Palazzo Venezia.

Il primo incontro si svolgerà oggi, Giovedì 16 febbraio, alle 18.00
Arti decorative nella Roma neoclassica

CICLO: Passioni private. Vivere circondati dalla bellezza
RELATORE: Alessandra Di Castro, vicepresidente Associazione Antiquari d’Italia, e Francesco Leone, professore di Storia dell’Arte Contemporanea all’università “G. D’Annunzio” di Chieti

Durante il periodo d’oro del Grand Tour, dalla metà del XVIII ai primi anni della Restaurazione, Roma fu il palcoscenico della produzione e del dibattito artistico incentrati sulla riconsiderazione del mondo antico. In questa straordinaria congiuntura giocarono un ruolo cruciale le arti decorative, oggetto in quegli anni di notevoli progressi tecnici e di nuove forme d’espressione. Ancorate al gusto neoclassico, in serrato dialogo con le arti sorelle della pittura e della scultura, trainate da un mercato in notevole espansione, l’argenteria e l’oreficeria, l’arte del mosaico minuto come la glittica o le magnifiche opere d’arte nate dalla commistione estrosa e geniale tra marmi colorati, pietre e materiali preziosi, conobbero un’enorme fioritura. Il collezionismo di queste preziosità divenne una mania e l’indotto generato fu di incredibile portata.
In questo complesso sistema artistico – in cui diversi generi e forme d’arte si legano tra loro creando stupefacenti eccentricità – spiccano alcune figure di rara intelligenza come Luigi Valadier per l’argenteria, i bronzi e l’oreficeria o Giacomo Raffaelli e più tardi Michelangelo Barberi per il mosaico minuto. Si tratta di imprenditori del lusso, da una parte interpreti nuovi di una moderna e inedita visione delle arti e dall’altra detentori di antichi mestieri, capaci di gestire botteghe articolate e multiformi pronte a soddisfare le richieste della colta aristocrazia romana ma soprattutto quelle dei sofisticati clienti del Grand Tour, che spaziavano dai grandi Milordi inglesi al futuro zar di Russia Paolo I, figlio della donna più potente d’Europa: la zarina Caterina II.

PROGRAMMA COMPLETO DEL CICLO

Martedì 30 maggio, ore 18.00
Cenni storici sull’evoluzione delle armi bianche

CICLO: Passioni private. Vivere circondati dalla bellezza
RELATORE: Gherardo Turchi, antiquariato e Glauco Angeletti, oplologo.

La conferenza si baserà su un rapido riepilogo dell’evoluzione delle armi bianche europee dal 1200 al 1800, comprendendo inoltre anche l’evoluzione dei completi difensivi deputati alla risposta protettiva da tali armi. Il 1200 segna infatti uno spartiacque per quello che riguarda non solo il cambio delle tattiche guerresche e delle figure ad esse deputate, ma anche e soprattutto un completo stravolgimento riguardo i dettami decorativi delle armi stesse, che con lento ed inarrestabile sviluppo, culmineranno nella sublime realizzazione Cinque e Seicentesca di armi ed armamenti apprezzati ancora oggi a livello mondiale.

Giovedì 20 luglio, ore 18.00
Il collezionismo del ferro In Italia

CICLO: Passioni private. Vivere circondati dalla bellezza
RELATORE: Alessandro Cesati e Mario Scalini

Fra le sue innumerevoli risorse nascoste, il Museo Nazionale del Palazzo di Venezia annovera la collezione Pace, una cospicua e straordinaria raccolta di oggetti in ferro che rappresenta un vero unicum nella storia del collezionismo privato italiano a cavallo fra ‘800 e ‘900. I circa 680 pezzi della collezione Pace facevano originariamente parte del Museo Artistico Industriale di Roma e confluirono poi alla chiusura di quest’ultimo nelle riserve del Museo di Palazzo Venezia dove sono ancora oggi conservati in cassettiere, con lo stesso ordinamento con cui erano esposti nell’ultima sede del M.A.I., in attesa di una giusta e doverosa valorizzazione.
Chiavi, lucchetti, serrature, picchiotti da porta e altri manufatti di varia origine e provenienza che documentano i vari e articolati esiti delle produzioni italiane ed europee lungo i secoli e sono testimoni di uno speciale interesse per queste opere d’arte in metallo, fenomeno piuttosto raro in Italia rispetto alla ben più ampia e storica diffusione del collezionismo del ferro in altre nazioni del Vecchio Continente.

Giovedì 19 ottobre, ore 18.00
Chiaro e Scuro nelle tarsie alla Certosina, appunti liberi per la creazione di un metodo di lettura

CICLO: Passioni private. Vivere circondati dalla bellezza
RELATORE: Bruno Botticelli e Simone Chiarugi

Sul finire del Diciannovesimo secolo l’Italia diventa il centro del mercato antiquario Internazionale. La moda di ricostruire ambienti rinascimentali si diffonde tra i grandi collezionisti Americani ed Europei. Accanto ai capolavori dei grandi Maestri, dipinti e sculture sono ricercatissimi arredi ed oggetti preziosi. I mobili intarsiati alla Certosina, la più’ alta espressione ebanistica del primo Rinascimento, sono quasi introvabili.  Gli antiquari dell’epoca, Bardini e Volpi in testa, si contendono gli arredi più belli ed i loro abili restauratori non esitano talvolta nella parziale contraffazione di alcuni di essi. Da allora si è progressivamente persa la conoscenza degli aspetti tecnici e di un metodo di lettura oggettivo dei restauri e della conservazione di queste opere così importanti nel contesto delle Arti Decorative.

Giovedì 23 novembre, ore 18.00
LE LACCHE DEI VENEZIANI

CICLO: Passioni private. Vivere circondati dalla bellezza
RELATORE: Tomaso Piva e Clara Santini

La passione per i manufatti laccati e la loro produzione è storia antica a Venezia. Sfavillante crogiolo culturale, porto d’imbarco per eccellenza verso il Levante e tappa obbligata per le navi che ne facevano ritorno, la Serenissima era andata, infatti, accumulando, nel corso dei secoli, un cospicuo patrimonio di conoscenze tecniche in materia di vernici orientali, tanto che già agli esordi del XVI secolo, Venezia poteva considerarsi il canale privilegiato di diffusione verso il resto d’Italia di una “voga levantina” formatasi assai precocemente con l’arrivo di mercanzie dal vicino Oriente Musulmano. Se può, quindi, sembrare scontato che la vicenda inerente alla formazione del gusto europeo per l’esotico coincida con l’incontenibile passione per le lacche, risulta del pari inevitabile che, in Italia, le prime “contraffazioni” façon de la Chine avessero luogo a Venezia, dove la lacca, lungi dal configurarsi come un’estemporanea, quanto brillante trovata, aveva alle spalle una tradizione plurisecolare. Nel Sei e Settecento, infatti, i “depentori alla cinese”, come si facevano chiamare gli artigiani dediti alla pratica della laccatura, continuavano a servirsi, come per il passato, della vernice per eccellenza, la sandracca, per conferire ai manufatti dipinti la tanto ambita lucentezza e la necessaria protezione.
“La laque de Venise est comme on sçait en reputation” annota nel suo “Nouveau voyage de l’Italie” un sagace osservatore francese come Maximilien Misson, di passaggio a Venezia nel 1668, aggiungendo “il y on a à toute sorte de prix”. Già saldamente attestata dalla precocissima testimonianza di questo viaggiatore ugonotto del tardo ‘600, la notorietà delle lacche dei Veneziani è indiscussa, in un percorso evolutivo del lessico ornamentale che, dai decori “alla turchesca” della seconda metà del ‘500, giunge sino alla moda della chinoiserie, destinata a dilagare nell’Europa intera sino alle soglie della stagione dei Neoclassicismi.

Informazioni
vive.cultura.gov.it