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Nu-shu. Le parole perdute delle donne
action in nove minuti di Raffaele Curi
un esperimento nella cancellata dell’Arco di Giano a Roma
Presentato da Alda Fendi Presidente della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti e Daniela Porro Soprintendente Speciale, Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma
Artista: Raffaele Curi | Titolo: Nu-shu. Le parole perdute delle donne
Data di inaugurazione: 5 novembre 2021 ore 21.15 si ripete alle ore 21.45
Durata: 5 novembre 2021
Orari di visita: 21.15, si ripete alle 21.45
Sede: Arco di Giano, via San Giovanni Decollato, Roma, info@fondazionealdafendi-esperimenti.it
Ingresso libero
Le parole perdute delle donne è il nuovo esperimento di Raffaele Curi presentato dalla Fondazione Alda Fendi – Esperimenti e pensato per celebrare la riapertura, dopo ventotto anni, dell’Arco di Giano a Roma, con la Soprintendenza speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma diretta da Daniela Porro.
Raffaele Curi ammalia i suoi spettatori e li porta su un piano riflessivo, mescolando i segni dell’arte con i temi dell’attualità più incalzante. NU-SHU – Le parole perdute delle donne è un’action con le caratteristiche visionarie delle discipline dello spettacolo, della durata di nove minuti. La partecipazione all’action è gratuita, nel rispetto della normativa anti-covid.
Il Nu-shu è l’unica lingua al mondo esclusivamente femminile, un idioma segreto sviluppato in Cina tanto tempo fa dalle donne del popolo Yao, e da loro tramandato per generazioni, con lo scopo di non farsi comprendere dagli uomini. Cantato nelle riunioni delle donne o ricamato sui vestiti come una decorazione, il Nu-shu è un atto di ribellione alle imposizioni di una società maschilista che esclude le donne dalla vita pubblica; è riappropriazione di uno spazio vitale di esistenza che fa della parola uno strumento di libertà e di liberazione dall’uomo.
I temi della presa di parola e dell’autodeterminazione delle donne sono al centro dell’action di Raffaele Curi, che lancia un invito a scardinare le logiche opprimenti della violenza di genere, al di là dei secoli e delle culture.
All’interno della cancellata dell’Arco di Giano, settanta sontuosi kimono nuziali in seta bianca, frutto di una lunga ricerca condotta in Cina da Alda Fendi, evocano la presenza e le storie di altrettante donne, chiamate da Raffaele Curi a svelare al pubblico il loro volto e la forza della loro voce.
Clamoroso il dolore per la violenza, risultato della frustrazione di essere irrilevanti. Pietas per la vittima. Pietas per il carnefice. Volutamente non voglio parlare di (Femminicidio).