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Con il titolo scelto per la personale di Peppe Perone si cerca da un lato di imprimere da subito il ritmo della mostra che è un omaggio a un mondo pop, ludico, immediato; dall’altro, di sortire l’effetto contrario rispetto a quanto il titolo stesso afferma e di far galleggiare le papere e tutte le altre opere esposte in questo periodo buio che ha contraddistinto il nostro mondo, incluso quello dell’arte.
La mostra, con la sua immediatezza rappresentativa, è un invito a fermarsi, estraniandosi dai ritmi che la società moderna ci impone, e a diventare parte attiva di un turbamento corale dettato dalle cose semplici, accessibili che ognuno di noi custodisce come la parte più intima e profonda del proprio io.
E così spaziando dalla testa delle papere che escono da un uovo gigante, alla comunità multicolor di rospi imperturbabili che portano, con fierezza, sulle spalle a spasso i loro piccoli, dalle papere finite in pentola ai pesci che se ne stanno appesi come panni ad asciugare, per finire con le uova di svariate forme grandezze e colore che sembrano celare chissà quale segreto quando si schiuderanno, si viene inghiottiti in un percorso di fantasia e paradosso e ci si sente un po’ come Alice nel paese delle meraviglie aspettandosi da un momento all’altro di imbattersi nel cappellaio matto che realizzi i sogni che ogni bambino che è in noi continua a coltivare.
Ed è inutile interrogarsi sul cosa l’immagine voglia rappresentare, torna in mente la frase di Rauschenberg “non voglio un quadro che sembri qualcosa che non è, voglio che sembri qualcosa che è” e questo è lo spirito giusto con cui immergersi nella mostra che poi, a ben vedere, è anche piena di significati non immediati; dalla scelta della sabbia che suggerisce il concetto di fragilità come i castelli di sabbia; all’utilizzo, come dice l’artista, delle spiagge e dei loro diversi colori come una tavolozza naturale a cui attingere; al senso di forza espresso dalla sabbia nera, vulcanica che, con i suoi riflessi minerali luminescenti, ricorda la superficie lunare rendendo uova e papere protagoniste di un paesaggio senza tempo.
Un grazie all’artista, da sempre fedele alla sua cifra stilistica, per averci catapultato con grazia e leggerezza in questo mondo di ‘fragile fantasia’.
Testo a cura di Marilena Saraceno
saracenoArtgallery
Via di Monserrato 40, Roma
www.saracenoartgallery.com
info@saracenoartgallery.com
Inaugurazione: mercoledì 22 settembre, dalle 17.30 alle 21.00
Dal 22 settembre al 13 novembre 2021
Lunedì 15.30 – 19.30
Dal martedì al sabato 11.00 – 19.30