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Cittadino del mondo, visionario, autore poliedrico, pittore e disegnatore, architetto e scultore, artista militante: Roberto Sebastián Antonio Matta Echaurren (Santiago del Cile, 1911 – Civitavecchia, 2002) è certamente uno degli artisti più importanti del Ventesimo secolo e, al tempo stesso, tra le figure meno celebrate e rappresentate nelle collezioni dei musei italiani. La mostra Roberto Matta 1911-2002 a Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte, punta a restituirne l’eclettica personalità celebrando la sua poliedrica creatività: tra dipinti, disegni, sculture, progetti di architettura e oggetti di design.
Protagonista “ufficiale” del Surrealismo, Matta ha sviluppato un suo linguaggio visivo particolare; un universo è sorprendente, complesso, non ascrivibile ad un unico linguaggio. L’irrazionalità, l’inconscio, l’automatismo psichico e la materia che si deforma, patrimonio del surreale, si uniscono alla fondamentale esperienza a Parigi come collaboratore di Le Corbusier.
Una mostra che ricorda e rinnova il suo legame storico con Venezia: qui Matta arriva per la prima volta nel 1948, tra gli artisti della collezione Peggy Guggenheim ospitata nell’epocale esposizione al Padiglione della Grecia. Sempre a Venezia nel 1953, in occasione dell’esposizione al Museo Correr organizzata sotto l’egida di Carlo Cardazzo, un’opera di Matta entra per la prima volta in una collezione pubblica italiana: Alba sulla terra, acquistata dal Comune di Venezia per Ca’ Pesaro.
Matta è partecipe del mondo della fantascienza e precursore un’estetica, che lui amava definire “da Leonardo da Vinci alla NASA”, dove si mescolano le atmosfere siderali dei videogiochi e quelle della Street art. Per questo l’esposizione apre con l’opera monumentale Coïgitum (1972) che unisce l’immaginario surrealista alla costruzione architettonica e allo sfondamento non- Euclideo dello spazio.
Tra le sale emergono le diverse anime di Matta: dipinti monumentali e sculture – una foresta di totem di animali, figure mitologiche, archetipi dagli echi mediterranei e delle civiltà precolombiane. Accanto, oggetti di design contemporanei, come il sistema di sedute Malitte, sculture in vetro, figlie della straordinaria esperienza veneziana della Fucina degli Angeli.
Non ultimo, il Roberto Matta militante: arte e politica si fondono a partire dal dopoguerra, sull’onda delle atrocità e nel ricordo di Federico García Lorca, ucciso dai franchisti. Della rivoluzione cubana visse con intensità la prima stagione, quando sull’isola si radunarono gli artisti europei e latinoamericani, colmi di speranze sul “socialismo tropicale”. Un impegno profetico anche la sua sensibilità alle tematiche ecologiche, espresse nei soggetti e fino all’applicazione pratica degli allestimenti, realizzati senza cornici, usando basi di recupero. Oggi diremo, concepite secondo un’ottica di sostenibilità.
Mostra e catalogo a cura di Dawn Ades, Elisabetta Barisoni, Norman Rosenthal
Informazioni
capesaro.visitmuve.it
Immagini
- Ph. Irene Fanizza