Lo spazio e il tempo sospesi. Il ritorno all’essenziale, alla dimensione ancestrale delle origini, a un passato remoto fatto di oscurità e simboli. È l’atmosfera evocata dalla Fondazione Giancarlo Ligabue nell’evento allestito a Venezia a Palazzo Erizzo Ligabue dal 18 al 27 aprile con l’esposizione di 10 fotografie dell’artista Domingo Milella, che da quasi un decennio svolge la sua ricerca creativa nelle Caverne preistoriche istoriate più importanti per la storia dell’umanità.
L’allestimento e l’apertura dopo il tramonto della mostra FUTUROREMOTO (visite gratuite su prenotazione, 19.30 e 21.00), nelle sale del Palazzo veneziano sul Canal Grande riportate a nudo dai lavori avviati in vista della fruizione pubblica della sede, e della nascita di quello che viene già chiamato “Palazzo delle Arti”, vuole evocare il buio, elemento essenziale della ricerca di Milella. L’artista portando un grande banco ottico analogico nelle grotte preistoriche, pone la fotografia stessa, il nostro esser contemporanei, davanti alla storia dell’arcaico, del remoto, del profondo: le sue fotografie non sono strumenti o documenti archeologici o scientifici, ma piuttosto “calchi di luce dal buio”, sculture ottiche di luoghi immersi nel recondito e nell’incomprensibile. In un’epoca dominata dalla tecnologia digitale Milella sembra svolgere uno scavo inverso, nello spazio e nel tempo, fino a 40.000 anni or sono, cercando nell’interno e nel perduto il “Cuore del Tempo”.
“Lo studio della Preistoria – spiega Inti Ligabue, Presidente della Fondazione che nel 2023 ha festeggiato i 50 anni di impegno nella cultura – ci pone di fronte ai sentimenti, alle pulsioni, agli istinti più naturali dell’Uomo; alla primitiva ricerca del divino, all’originario pensiero di morte. Affrontiamo un tema caro e lungamente indagato dalla Fondazione con uno strumento diverso: l’arte, l’emozione, i sensi.”
È necessaria la prenotazione: www.fondazioneligabue.it
Immagini
- Lascaux IV, Diverticolo Assiale (particolare)
Francia 2017 / 205,5 x 255,7 cm - Pech Merle, Cavalli, Mani, Dischi,
Francia 2018 / 182,8 x 219 cm - Santian, Segni,
Spagna 2016 / 165,5 x 205,5 cm
