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exiwebart_project Bio-enciclopedia dell’Hacker Art
exiwebart
In principio era una BBS. Correva l'anno 1990 e la rete era un luogo vissuto da pochi appassionati. L’Hacker Art BBS, fondata da Tommaso Tozzi e presentata come opera d'arte alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna, nasceva come centro di scambio di notizie sull'arte e come luogo di elaborazione di una informazione indipendente. Oggi diventa un valido archivio. Vediamo come…
Oggi quell’esperienza costituisce, insieme alla BBS americana The Thing dello scultore Wolfgang Staehle (1991), una delle prove più interessanti del fatto che la net art (termine che non piace a Tozzi, ma che qui risulta molto comodo) è nata ben prima della nascita del web, e che ha avuto uno dei suoi centri di elaborazione proprio in Italia. Un’arte già matura, e consapevole della propria natura e dei propri obiettivi: Hacker Art Bbs è una scultura sociale, un sistema collaborativo, un luogo di controinformazione e di attivismo mediatico. Questa propensione alla socialità trova le sue radici in Fluxus, con cui Tozzi ha avuto contatti attraverso Giuseppe Chiari, ma si contamina durante gli anni Novanta di istanze appartenenti all’etica hacker, da cui un’idea di arte “cooperativa, mutuale, egualitaria e libera”.
Oggi la vecchia bbs diventa un enorme database, consultabile attraverso un sistema di interrogazione in php e a cui gli utenti possono contribuire attivamente mediante l’inserimento di notizie, articoli, stralci di testi più ampi, etc. In mezzo ci sta una storia piuttosto complessa, che vede la trasformazione dell’originario bullettin board in Virtual Town TV BBS (1994, in collaborazione con Strano Network) e la sua chiusura nel 1999, ma anche la nascita del sito hackerart (2000) e l’inizio dell’attività di docente di Tozzi, all’Accademia di Brera (Teoria e Metodo dei Mass Media) e all’Università di Firenze (Sceneggiatura multimediale e Multimedialità e comunicazione visiva). L’archivio, una “bio-enciclopedia” che vuole conservare memoria di ciò che è escluso dal discorso dominante sull’arte, conta al momento circa 5.000 notizie, ma è in continua espansione, ad opera di Tozzi, dei suoi studenti e di molti collaboratori esterni. Del resto, chiunque può contribuirvi, inviando notizie che saranno vagliate e poi inserite. A questo punto l’intera comunità può valutarle e giudicarle, ed eventualmente escluderle nel caso in cui si rivelino incoerenti con la natura e l’etica che soggiace all’archivio: un ruolo attivo che rivela tutta la portata del ruolo di un network di cui il sito vuole proporsi come memoria storica.
Il progetto è ambizioso, e a dimostrarlo è la ricchezza di temi che emerge dall’homepage e da una rapida navigazione. Lo sviluppo ‘in orizzontale’, ossia la ricchezza di testi e notizie su un singolo argomento, per il momento è ancora piuttosto limitata, ma proprio qui sta la sfida, e la necessità di coinvolgere chiunque si senta in sintonia con la proposta e condivida l’etica hacker che ne costituisce il fondamento. Ma l’ambizione è anche nella natura complessa del progetto, archivio e insieme opera d’arte sociale imprescindibile dalla comunità umana su cui si fonda, e nel suo sfidare la segregazione del sapere che consegue all’attuale legislazione del copyright a favore della condivisione e dell’arricchimento reciproco.
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Archivio Hackerart
The Thing
Strano Network
domenico quaranta
[exibart]
>>un’idea di arte “cooperativa, mutuale, egualitaria e libera”.
bell’idea ! viva la libertà ! viva l’uguaglianza ! vorrei suggerire anche la cooperativa delle cucine e dei letti, utile dopo aver creato in modo collettivo e al di fuori del mercato quando si avrà bisogno di una coperta e di un piatto di minestra.
>>Del resto, chiunque può contribuirvi, inviando notizie che saranno vagliate e poi inserite.
mi sembra una contraddizione.
>>A questo punto l’intera comunità può valutarle e giudicarle, ed eventualmente escluderle nel caso in cui si rivelino incoerenti con la natura e l’etica che soggiace all’archivio
un club privato dunque, alla faccia della libertà e della tolleranza.
>>Lo sviluppo ‘in orizzontale’
ma non sono i vertical portals (Vortals ) ad essere monotematici?
“Vertical Industry Portal is a portal Web site that provides information and resources for a particular industry. Vortals are the Internet’s way of catering to consumers’ focused-environment preferences. Vortals typically provide news, research and statistics, discussions, newsletters, online tools, and many other services that educate users about a specific industry”
caro libero,
mi sembra inutile discutere con te su una concezione dell’arte che evidentemente non condividi, per cui mi limiterò a chiarirti ciò che evidentemente non era comprensibile dall’articolo. E’ vero, quel ‘chiunque’ non è esatto, la frase corretta avrebbe dovuto essere ‘chiunque condivida quei valori su cui l’archivio è costruito’. Il vaglio di chi lo gestisce serve appunto a escludere inserimenti non in linea con questo spirito, e il vaglio degli utenti a confermare ulteriormente questa coerenza. Un club privato? Piuttosto, direi, una comunità, ampia e aperta a chiunque voglia contribuirvi, ma nello stesso tempo coesa contro chi voglia sfruttarne l’apertura senza condividerne lo spirito. bye