Il sito è un archivio digitale dei suoi lavori in cui possiamo osservare l’evoluzione di quello che Meta definisce “explorations in the digital realm?” (esplorazioni nel mondo digitale). La creazione di un nuovo lavoro viene segnalata da Meta con un messaggio e-mail alla mailing list Nettime.
Meta.am non è una sigla. L’estensione .am, come ha spiegato l’artista in risposta ad una mia e-mail, non ha un significato preciso, ma era la sola disponibile per essere registrata con “meta”. Meta è il primo elemento di parole composte con funzione di prefisso di origine greca o di formazione moderna, dal gr. Metá (con, fra, dopo), in inglese antico mid e tedesco antico mit; può indicare mutamento, modificazione (metamorfosi), trasposizione (metatesi), trasferimento (metempsicosi), successione, posteriorità (metacarpo), e, per influenza del termine metafisica, superamento di limiti (metapsichica).
L’home page incuriosisce, non ci sono indicazioni, solo 9 piccoli rettangoli in basso a sinistra che segnalano i percorsi possibili. L’artista raggruppa i suoi lavori in tre sezioni principali: immagini (ferme, video e in movimento), suoni (ottava, tono, e ritmo) e rand (fotografie con didascalie).
In rand fotografie di un cyborg, di un occhio, di uno squalo, di una mucca, di un missile lanciato da una portaerei -ognuna con note di commento- focalizzano l’attenzione su problematiche attuali: le tecnologie di controllo, l’ingegneria genetica, l’inquinamento, la globalizzazione.
Meta investiga la natura dell’immagine digitale e del suono servendosi del software di manipolazione video e sonora NATO.0+55 (basato sul programma di grafica MAX). I suoni metallici, sintetici, elettronici sono mutevoli, incostanti, non sono rumori ma disturbano l’orecchio. Le immagini sono astratte, labirinti ottici che richiamano alla mente cartografie o immagini satellitari di paesaggi, organismi visti al microscopio, strutture geometriche incastrate una nell’altra.
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Damiana Luzzi
[exibart]
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