Vitaly Komar e Alex Melamid sono due artisti moscoviti emigrati negli Usa negli anni ’70 e
divenuti famosi per aver fondato il movimento “Sots Art”, versione sovietica della “Pop Art”.
Il loro progetto, realizzato per il Dia Center for the Arts di New York tra il 1995 e il 1997, si inserisce senza soluzione di continuità nel percorso creativo dei due, sebbene si tratti del primo lavoro telematico. Già in passato Komar&Melamid avevano basato le loro opere sul tentativo di coinvolgere il pubblico e comprenderne in termini statistici il rapporto con l’arte contemporanea.
In un’epoca in cui la società democratico-consumistica decide pressochè ogni aspetto del suo futuro attraverso sondaggi d’opinione e ricerche di mercato, i due artisti russi si sono posti domande come: “A cosa assomiglierebbe l’arte se fosse fatta per il solo scopo di piacere al maggior numero di persone?” oppure “Che tipo di cultura verrebbe prodotta in una società che vive seguendo i sondaggi di opinione?”.
Sfruttando le possibilità di interazione della Rete, Komar&Melamid hanno sondato le preferenze estetiche degli abitanti di tredici Paesi utilizzando rigorosamente tecniche statistiche professionali. Nell’arco di due anni circa tremila persone hanno compilato il questionario rispondendo ad una lunga serie di domande come: “Qual è il vostro colore preferito?”, “Quali artisti conoscete?”, “Comprereste un quadro figurativo o astratto?” e così via. Gli artisti, attenendosi scrupolosamente ai risultati, hanno così dipinto realmente i quadri rispondenti alle caratteristiche indicate. Nasce così “The most wanted paintigs” e “The least wanted paintings” ovvero i quadri più “voluti” e quelli “meno voluti”. Il progetto non è più interattivo dal 1997, ma è possibile vedere i dipinti e consultare i diagrammi statistici sul sito del Dia Center. La prima cosa che si nota è che la stragrande maggioranza dei Paesi predilige quadri di paesaggio (fa eccezione l’Olanda che sceglie un quadro astratto) con una forte dominante blu. I panorami sono praticamente tutti uguali: montagna a sinistra, albero al centro, uno specchio d’acqua, prospettiva che si perde all’infinito. Le uniche differenze sono nei personaggi che animano le scene, come Washington nel quadro americano o Mao in quello cinese.
Interessante notare come, al contrario, i quadri meno amati siano quasi tutti di stampo astratto/geometrico. Per quanto riguarda il nostro Paese, il miglior dipinto è sempre un paesaggio, ma realizzato in uno stile che potremmo definire espressionista, con pennellate veloci e scomposte. Il peggiore invece è una composizione “pop” a dir poco esilarante. Il protagonista è un Cristo reggicroce trafitto come un San Sebastiano. La figura, di cui non vediamo il volto, è in piedi su un pavimento a scacchi (un ricordo del Bellini) affiancato da un ritratto di Elvis Presley e da una specie di “Power Ranger”.
È interessante ascoltare l’interpretazione che Komar&Melamid stessi danno del loro lavoro:
“In un certo senso è un’idea tradizionale, perché la fede nei numeri è fondamentale per la gente, a partire dall’idea di Platone di un mondo che si basa sui numeri. […]. È interessante il fatto che noi crediamo ai numeri e i numeri non mentono mai. I numeri sono innocenti: sono dati assoluti. Essi non ci dicono niente delle personalità, ma ci dicono qualcosa degli ideali e di come funziona questo mondo. Questa è la pura verità per quanto ne sappiamo. La verità è un numero.”
“The Most Wanted Paintings” è incentrato su una visione ironica e demistificante ,ma spinge anche ad un’importante riflessione. Ci troviamo di fronte all’ennesima conferma del fatto che l’attività artistica non può essere una questione “democratica” e non può seguire la volontà delle masse, pena l’appiattimento e l’omologazione.
Le illustrazioni di questa pagina sono, rispettivamente, il quadro più amato e quello meno amato dagli italiani secondo il sondaggio di Komar&Melamid.
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Valentina Tanni
[exibart]
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di bene in meglio
sito veramente interessante con le indicazioni delle cose in corso viene voglia di NY?
Complimenti per l'articolo
ciao