Che la net.art non fosse un movimento artistico tradizionale era chiaro da tempo e il convegno di Villa Serena – presentato all’interno della rassegna di Cafe9.net ( http://www.cafe9.net ) – lo conferma inequivocabilmente. Nonostante questo fenomeno stia attraversando un processo di storicizzazione (e l’interesse delle istituzioni tradizionali ne è la prova), diventa sempre più evidente l’impossibilità di analizzarlo da un punto di vista esclusivamente storico-artistico. Gli schemi e le categorie a disposizione della critica d’arte tradizionale non sono strumenti sufficienti per capire a fondo la vera essenza di un movimento che si presenta fluido, contaminato, non etichettabile. I veri protagonisti della net.art sono infatti operatori culturali in senso ampio e il loro lavoro è spesso un’indagine sulle potenzialità dei nuovi strumenti informatici e sulla possibilità di utilizzarli in modo creativo, imprevisto, fuori dagli schemi. La net.art più valida è innanzitutto figlia della net culture e non del sistema dell’arte. Non a caso questa manifestazione si propone di indagare in modo concomitante e parallelo sulla net.art e sull’ hactivism (cioè l’attivismo telematico) e la scelta ci sembra intelligente visto che i due concetti sono strettamente intrecciati fra loro e spesso arrivano a identificarsi.
Bologna, Villa Serena
22 settembre 2000 ore 22.00
Già dall’ambiente scelto come sede del meeting e dall’atmosfera informale si comprende immediatamente che non si tratta di una conferenza d’arte in senso stretto. Niente cornice istituzionale classica, niente pubblico specializzato, niente formalità. In una piccola sala al secondo piano di Villa Serena un’audience colorata e variegata assiste al meeting attorno a tavolini da bar, magari sorseggiando una birra. Sul fondo una serie di computer collegati in rete permettono di seguire lo streaming dell’evento, di esplorare i progetti presentati o semplicemente di mandare e-mail agli amici. Mentre cerco di entrare nel sito della manifestazione mi imbatto addirittura in una ragazza che vota il suo personaggio preferito sull’homepage del Grande Fratello.
Il primo intervento spetta a Tilman Baumgartel (http://www.thing.de/tilman),giornalista e critico tedesco universalmente considerato un’autorità in materia. La sua relazione è sintetica, ma estremamente efficace, soprattutto perché offre un’utile e chiara introduzione a chi ha ancora ha le idee confuse sulla net.art e le sue specificità. (Tilman Baumgaertel)
Il moderatore è Snafu, uno dei responsabili del nodo romano dell’ormai storico network “The Thing” (http://www.romacivica.net/thething ), costretto a svolgere anche il difficile ruolo di traduttore.
La serata prosegue con l’arrivo di Daniel Garcìa Andùjar (http://www.irational.org) che presenta l’attività di “Irational”, un sistema internazionale dedito alla divulgazione e allo sviluppo di “informazione irrazionale” che fornisce anche servizi e prodotti per profughi e nomadi. Si fa un po’ fatica a seguire l’inglese spagnoleggiante di Andùjar e la relazione è un po’ sconclusionata, ma i progetti presentati suscitano interesse nonostante la superficialità con la quale vengono elencati. (Daniel Garcia Andùjar)
Il terzo ospite della serata è Walter van der Cruijsen (http://www.desk.nl), artista, teorico e curatore tedesco, vero pioniere della scena net.artistica. Il suo intervento è ancora più complicato di quello del collega spagnolo, ma la sua scelta di ripercorrere gli eventi fondanti della “storia” della net.art e dell’attivismo telematico risulta comunque di estremo interesse e contiene momenti di autentico divertimento. (Walter van der Cruijsen)
23 settembre 2000 ore 22.00
La seconda serata si apre con la presentazione del progetto ®TMark (si legge “artmark”; http://www.rtmark.com). La rappresentante intervenuta a Bologna illustra con competenza ed incisività l’attività del gruppo, corredando la sua relazione con filmati e materiali dal sito web. L’esperienza di ®TMark ha il suo maggior punto di interesse nel fatto di essere strutturata come una vera e propria corporation, ma questa singolare “società” si serve della responsabilità limitata offerta dalla legge per finanziare progetti di sabotaggio ai danni delle odiate multinazionali. (®TMark)
Il secondo e ultimo intervento (dopo l’annunciata defezione di Vuk Cosic) è quello gestito in maniera singolare dagli 0100101110101101.ORG, unici italiani invitati al meeting.
I due ragazzi bolognesi si limitano a leggere in inglese una serie di articoli e di e-mail riguardanti la loro attività mentre al pubblico in sala viene fornito un fascicolo con la traduzione italiana. Zero e Uno (o viceversa) alternano le loro voci nell’algida lettura di testi altrui realizzando un intervento impersonale e dai contenuti remixati che risulta perfettamente in linea con i presupposti del loro lavoro. La scelta di avviare un dibattito in italiano (alla faccia delle esigenze di internazionalità imposte dallo streaming) si rivela estremamente felice e finalmente nella piccola sala del D_i_n_a prende corpo una discussione collettiva su temi fondamentali, primo fra tutti quello del copyright. (0100101110101101.ORG)
Valentina Tanni
Dodici artisti uniti per la seconda edizione di Artists 4 Refugees, mostra evento a Roma che sostiene le attività di…
Ultimi giorni per visitare lo spazio AKNEYE Phygital di Venezia, che propone opere di 31 artisti internazionali, per un viaggio…
Un novembre ricco di eventi da segnare in calendario per la casa d’aste milanese. Ecco i pezzi forti della stagione,…
Una festa di apertura, mostre speciali, focus e workshop, un premio, tutto dedicato al disegno, linguaggio universale: ecco il programma…
Negli spazi dello Studio Trisorio di Napoli, Jenny Holzer espone documenti censurati trasformati in opere d’arte, riflettendo sulla libertà di…
Venduta per oltre $ 6 milioni a New York, Comedian di Maurizio Cattelan entra nella collezione di Justin Sun, che…
Visualizza commenti
Veramente complimenti per l'autrice di tutti questi articoli dedicati alla net-art!
Ha una cultura e una capacità di divulgazione fantastica!
Complimenti.
P.S.:ne approfitto per chiedere se posso adottare questi articoli per il mio sito, ovviamente specificando l'autore.
sì ma a parte le annotazione su chi fa il traduttore, gli accenti spagnoleggianti e come viene eseguita la lecture, cosa si è detto? quali erano i contenuti?