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Grazie alla Fondazione Advancing Women Artists (AWA) e alla sua pionieristica fondatrice Jane Fortune, recentemente scomparsa, è stato creato un’archivio online in cui sono presenti opere di più di seicento artiste donne. Opere riscoperte in magazzini, chiese e musei del capoluogo fiorentino, città in cui la Fondazione ha sede, ritrovano luce e si riprendono giustamente la visibilità che gli spetta. Non solo dipinti, ma anche sculture, stampe e disegni, datati dal XV al XIX secolo, saranno a disposizione gratuitamente, mantenendo cosi fede alla linea di principio no profit dell’organizzazione americana. Il progetto vuole inoltre veicolare come nei secoli la produzione artistica femminile sia stata spesso, e forse troppo, svilita e dimenticata, nonostante la qualità tecnica fosse la medesima di quella dell’altro sesso, invece sempre celebrato a priori. La maggior parte delle artiste, europee e non solo, presenti nel database, erano autodidatte poiché a molte era vietato prendere lezioni per motivi di genere o di “occupazioni” femminili, quali la maternità. Discriminazioni che in Italia non dovrebbero passare inosservate, in un momento in cui si mette in discussione il diritto all’aborto. La “sorellanza” che si respira dentro e fuori questo progetto è rafforzata ulteriormente dal team di donne che ci lavorano: restauratrici provenienti da tutte le parti del mondo, riunite a Firenze per dare voce a chi non ne aveva. Questa importante iniziativa e tutto ciò che ne può derivare, farà sentire finalmente un pò meno sola Artemisia Gentileschi! (Adele Menna)