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Poteva anche andare peggio. Secondo Art Selfie, la nuova funzionalità di Google Arts & Culture appena lanciata anche in Italia, somiglio in buona percentuale a Pushkin, come ritratto da Orest Kiprensky, e al Musorgsky di Ilya Repin. In effetti devo ammettere che qualcosa in comune nei tratti somatici e nell’espressione sembra esserci, meno spiegabile invece la somiglianza con Ichikawa Sadanji in de rol van Narukami, di Natori Shunsen, autore che ammetto di non conoscere. A quanto mi dice l’app, è nella collezione del Rijksmuseum ma, purtroppo, non sono disponibili altre informazioni.
Art Selfie si basa sul meccanismo di riconoscimento visivo di Google e su un processo di machine learning, che mette a confronto il selfie appena scattato con il database di immagini fornito al colosso di Mountain View – che ieri ha compiuto 20 anni – dai maggiori musei di tutto il mondo, che si possono anche visitare attraverso una funzione di street view.
Ho provato allora a fare un selfie a una Marylin di Warhol e il risultato è stato un ritratto di Maria Anna Mozart, di autore sconosciuto, conservato al Royal College of Music, e Evelyn Nesbit, di BTOY, dello Street Art Museum di Amsterdam. E a questo punto, il gioco potrebbe continuare all’infinito.