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È scomparso domenica, 8 aprile, a Roma, a 94 anni, Antonio Del Guercio, tra le voci storiche della critica d’arte italiana, docente alle Università di Lecce e Firenze, dell’Accademia Albertina di Torino e visiting professor in Francia e Canada. Tra i massimi esperti sull’Ottocento francese, ha pubblicato numerosi testi sulle Avanguardie, in particolare russe e negli anni ’70 e ’80 fu tra i principali animatori del dibattito artistico in Italia.
Nato a Parigi il 9 maggio 1923, Del Guercio si laureò in Lettere Moderne all’Università La Sapienza di Roma, continuando a svolgere attività sia in Italia che in Francia, dove, tra le altre cose, ebbe modo di collaborare con riviste quali Opus International, Chroniques De l’Art Vivant, Vingtieme Siecle e Cahiers Du Centre Georges Pompidou. Alla sua attività di docenza, iniziata nel 1963 all’Albertina di Torino, ha sempre affiancato una fervida attività critica e curatoriale. Nel 1963 propose una lettura contemporanea di Théodore Géricault, che riuscì a riattivare l’interesse per il grande artista ma si ricordano anche i suoi testi di approfondimento sull’estetica di Charles Baudelaire e sulla narrativa francese, da Stendhal a Emile Zola. Tra gli anni ’60 e ’70 curò mostre di Renato Guttuso, Lucio Fontana e Alberto Burri, tra gli altri, mentre nel 1978 fu tra i membri del comitato della Biennale di Venezia. Nel 1985, a Nizza, insieme ad Achille Bonito Oliva, Maurizio Calvesi e Filiberto Menna, curò “Italie aujourd’hui – Regards croisés sur la peinture”. Tra le sue ultime pubblicazioni, Il senso nell’arte moderna. Domande e risposte in epoca di crisi storico-culturale e L’opera d’arte all’epoca della sua precarietà.