Figure impossibili, paradossi visivi, quello di Maurits Cornelis Escher è un mondo che non solo cambia continuamente prospettiva ma che può anche trasformarsi in qualunque altra cosa, una formula matematica o una composizione musicale, per esempio. Della sua arte e del suo rapporto con Johan Sebastian Bach, ne parlerà Patrizia Genovesi, venerdì, 15 marzo, alle 20.30, al Teatro Palladium di Roma, in occasione di Maurits Cornelis Escher, composizione e percezione delle immagini, masterclass di fotografia dedicata alla scoperta del meraviglioso mondo di uno degli artisti più amati dell’ultimo secolo.
Nel corso della sua vita, M.C. Escher costruì intricati labirinti ottici, ibridò le forme delle specie minerali, vegetali e animali, riuscendo a connettere la facoltà umana di percepire la profondità dello spazio con la padronanza della prospettiva del disegnatore. Di lui scrisse il filosofo e fisico Douglas R. Hofstadter, in Gödel, Escher, Bach: un’eterna ghirlanda brillante, ponderoso volume del quale, nel 2019, cade il quarantesimo anniversario dalla pubblicazione e dove, partendo dalle opere dell’artista, del musicista e del matematico, si racconta di come la conoscenza possa emergere da meccanismi neurologici nascosti.
Fotografa professionista e docente, Patrizia Genovesi è attiva nella progettazione, creazione e organizzazione di eventi ed esposizioni che sfruttano le sinergie della fotografia con altri linguaggi di espressione come la musica sinfonica, il cinema, la tecnologia digitale e l’architettura, ma anche la pittura e le arti visive. Lavora nella formazione professionale e accademica e nella divulgazione della cultura fotografica, attraverso seminari e conferenze sui principali temi inerenti al mondo dell’immagine.