Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Tutti lo conoscono come il Cubo ma il suo vero nome è Kaaba. Si tratta dell’installazione di Costantino Dardi (1936-1991) costruita, nel 1971, lungo il passante di Mestre come segnale della stazione di rifornimento Agip Bazzera, a seguito di un bando aperto dall’Agenzia Petrolifera. Da allora, quella struttura di pali metallici è entrata nel paesaggio dell’area e nel linguaggio quotidiano ma l’Eni ha avviato un progetto di rinnovamento di tutte le stazioni di servizio e, in quest’ottica, sembra proprio che il Cubo, oltretutto non in perfette condizioni, abbia fatto il suo tempo. Del suo futuro, se ne discuterà il 30 ottobre a Palazzo Badoer per “Un futuro al Cubo”, incontro voluto dallo IUAV, la stessa università dove Dardi – che in Veneto ha progettato anche la Scuola elementare Bambini del Vajont, a Longarone – ha insegnato.